Il Comune di Ferrara discrimina gli immigrati nell'assegnazione dei buoni spesa
Il Tribunale chiede alla giunta leghista di Fabbri la riformulazione dell'ordinanza
Dal corrispondente dell'Emilia-Romagna
Il Tribunale di Ferrara ha bocciato l'ordinanza emanata Comune di Ferrara, guidato dal leghista Alan Fabbri a capo di una giunta (per la prima volta) di “centro-destra” dopo che l'Associazione degli studi giuridici sull'immigrazione e sindacati avevano presentato ricorso.
Rilevata “una condotta discriminatoria“ nell'ordinanza, il giudice Mauro Martinelli ha ordinato la riformulazione dei criteri di assegnazione in quanto si prevedeva la cittadinanza italiana o il permesso di soggiorno tra i requisiti per richiedere i buoni spesa previsti per fronteggiare l'emergenza causata dal Coronavirus. Inoltre era stato inserito un ordine con cui sarebbero stati distribuiti i voucher: prima gli italiani, poi i cittadini europei e per ultimi quelli provenienti da Paesi extraeuropei.
Il Tribunale ha motivato lo stop all'ordinanza discriminatoria perché “l’assistenza e la solidarietà sociale devono essere riconosciute non solo al cittadino, ma anche allo straniero”, “i titolari di protezione internazionale, nazionale e richiedenti asilo poi sono equiparati ai cittadini in materia di assistenza sociale, ai sensi dell’art. 27 del d.lgs. 251/2007, sicché la loro esclusione appare del tutto ingiustificata; i titolari di protezione umanitaria o di protezione per casi speciali hanno diritto alla parità di trattamento perché il relativo permesso di soggiorno ha durata non inferiore all’anno”, “nei limiti in cui poi si rifletta sul diritto alla alimentazione, quale bisogno primario di ogni essere umano, la disciplina normativa finisce per incidere su quel 'nucleo irriducibile' di diritti fondamentali della persona che lo Stato deve riconoscere a tutti" indipendentemente dalle norme che regolano il soggiorno”.
Fin qui le inoppugnabili motivazioni legali, ma vi sono anche e più importanti motivazioni politiche. Infatti il Coronavirus è frutto del sistema capitalistico che depreda la natura e distrugge l'ecosistema e priva i popoli di tutto il mondo di servizi sanitari e sociali adeguati, deve quindi essere lo stesso sistema capitalistico a riparare ai danni da esso stesso causati e lo deve fare indipendentemente dalla provenienza come di qualsiasi altra condizione sociale, senza alcuna discriminazione.
Occorre pretendere che il governo Conte garantisca l'assistenza sanitaria e sociale necessaria a tutti, e condizioni di lavoro in sicurezza.
La lotta di classe deve continuare, non siamo tutti sulla stessa barca!
6 maggio 2020