Estratti della domanda di ammissione al PMLI del lavoratore Giovanni di Campobasso
“Il PMLI è la mia vita, il mio senso, sono, siamo un tutt'uno”
“La vita è questione di classe, o stai col proletariato o stai con la borghesia. Chi entra nel PMLI deve avere coraggio, iniziativa, capire i sacrifici che lo attendono”
“Sono consapevole che devo aggiornarmi per il resto della mia vita, che dovrò perfezionarmi ancora molto. Testa bassa e lavoro!”
|
La bandiera del PMLI sventola a Campobasso
Grazie al coraggio, all’iniziativa, alla determinazione e allo spirito di sacrificio del compagno lavoratore Giovanni di Campobasso - di cui in questa pagina pubblichiamo estratti della sua domanda di ammissione al PMLI - il nostro amato Partito per la prima volta alza la sua rossa bandiera a Campobasso e in Molise. Un avvenimento storico che rimarrà per sempre negli annali del PMLI.
Onore, gloria e auguri al compagno Giovanni che ne è l’artefice. Si prepari a pararsi dai colpi della borghesia e dei governanti locali, nonché delle istituzioni, che presumibilmente gli sferreranno quando lo vedranno all’opera ufficialmente come militante del PMLI. Cercheranno di colpirlo anche sul piano professionale e personale.
La sua scelta di entrare nel PMLI, come ha scritto nella sua autobiografia che non pubblichiamo, “non è un cambio improvviso, passionale, ‘guevarista’, bensì è il frutto di una lunga e travagliata evoluzione interiore che parte da un ragazzino scapestrato e sensibile per approdare ad un uomo sempre più convinto di dovere dare il proprio contributo. Inutile perdersi in chiacchiere e slogan. La vita è questione di classe, o si sta con il proletariato o con la borghesia”. Questa scelta è stata compiuta dopo precedenti esperienze politiche con anarchici, radicali, e liberali e Lotta comunista bordighista.
Il suo primo contatto col PMLI è costituito da una telefonata del 28 settembre 2005, presa dal compagno Emanuele Sala, in cui chiedeva come poteva fare un abbonamento a “Il Bolscevico” per donarlo a un suo amico, studente di giurisprudenza, del PRC. Sollecitato alla discussione dichiarava che quel partito “gli faceva schifo” e che “il PMLI porta avanti le idee del comunismo”. Da allora si è rifatto vivo il 21 marzo 2013 attraverso una mail in cui chiedeva se a Bologna, dove si trovava come studente di filosofia, c’era un referente del Partito per “conoscervi meglio”. Dichiarava inoltre di condividere le tesi del Partito al “99%” e di leggere settimanalmente “Il Bolscevico” da “molti anni”. Concludeva con queste parole: “Sinceri complimenti per i vostri sforzi e passione”. Immediatamente il Centro del Partito lo metteva in contatto con il compagno Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l’Emilia-Romagna, col quale si incontrava nel pomeriggio del 1° Maggio nell’allora sede del Partito a Forlì.
Ritornato a Campobasso ha continuato a lavorare per il PMLI come simpatizzante, ma nell’aprile del 2014 ha interrotto i suoi rapporti col Partito in conseguenza di una dura risposta del Centro a certe sue critiche alla linea del PMLI. Li ha ripresi cinque anni dopo, nell’ottobre del 2019, riconoscendo i suoi errori. Mettendosi subito a lavorare con massima diligenza e profitto sui fronti giornalistico e della sinistra di opposizione, osservando scrupolosamente il centralismo democratico e avendo una totale e dialettica apertura alle critiche, alle osservazioni, alle correzioni e alle indicazioni del Partito. Fondendosi pienamente col Partito, pur tenendo, come di norma, un atteggiamento critico e autocritico e non idealistico, fino al punto di affermare nella domanda che “il PMLI è la mia vita, il mio senso, sono, siamo un tutt’uno”. E non può essere altrimenti per un vero marxista-leninista, cosciente del ruolo del Partito del proletariato nella lotta di classe prima e dopo la conquista del socialismo e del potere politico del proletariato.
Il compagno Giovanni è un vulcano di idee e di iniziative, un enorme potenziale che non potrà non esplodere in tutta la sua forza anticapitalista e antirevisionista, man mano che egli avanzerà nel fondamentale lavoro della trasformazione della propria concezione del mondo attraverso lo studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, in particolare il materialismo dialettico e il materialismo storico, per ripulirsi totalmente dall’influenza del liberalismo che ha studiato all’università. Di ciò il compagno Giovanni è pienamente cosciente. Nella domanda ha scritto: “Sono consapevole che dovrò aggiornarmi per il resto della mia vita, che dovrò perfezionarmi ancora molto. Testa bassa e lavoro! Mi impegno a studiare quanto più possibile i testi dei nostri Maestri”. Già in precedenza, commentando su “Il Bolscevico” il discorso del Segretario generale del Partito “Bisogna studiare per trasformare il mondo”, ha affermato: “Se non applichiamo le indicazioni di Scuderi sullo studio non saremo mai dei buoni marxisti-leninisti e dei combattenti di prima linea per il socialismo”.
Il compagno Giovanni è molto dotato intellettualmente, possiede un ampio sapere universitario e ha notevoli capacità giornalistiche. Proletarizzandosi, potrà dare degli importanti contributi al Partito e a “Il Bolscevico” anche sul fronte culturale.
Ringraziamo le masse del Sud che in questi ultimi mesi hanno donato al PMLI tre dei suoi figli migliori: Francesco, Giovanni e Vincenzo. Siamo certi che essi daranno tutto se stessi per aiutarle a risolvere i loro problemi immediati e per svegliarle alla lotta di classe anticapitalista per il socialismo e il potere politico del proletariato.
Tutti e tre hanno le stesse caratteristiche: la fedeltà al Partito, al proletariato e al socialismo; la voglia di imparare dall’esperienza storica del PMLI per fare bene il loro lavoro politico, organizzativo, di massa, di fronte unito e giornalistico; un totale impegno nel lavoro marxista-leninista. Sarà un caso? No, è il frutto del loro studio del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea e della storia del PMLI. Con loro il Partito è diventato più forte, e una nuova situazione si è aperta per lo sviluppo del PMLI nell’amato Sud d’Italia.
Viva le tre nuove rosse bandiere del Sud!
Viva il compagno Giovanni primo marxista-leninista del Molise e fondatore dell’Organizzazione di Campobasso!
|
Il PMLI è la mia vita, il mio senso, sono, siamo un tutt’uno. Sono anni che leggo costantemente “Il Bolscevico”, condivido totalmente la visione del mondo e l’azione volta a cambiarlo eliminando le classi come teorizzato e fatto da Marx ed Engels fino a Mao, nonché da Pol Pot. I seguaci dei Maestri, i genuini marxisti-leninisti di tutto il mondo, hanno tessuto legami col PMLI, vero faro per il proletariato internazionale.
A motivarmi è null’altro che una questione di classe: ho lavori saltuari, da tempo mi sto allontanando dai vizi libertari, mi impegno a studiare quanto più possibile i testi dei nostri Maestri, sono mesi che mi sto impegnando in diverse battaglie locali, ecc. Un cambio così radicale non può non avere altra genesi che questa: il mio non è un cambio improvviso, passionale, “guevarista”, bensì è il frutto di una lunga e travagliata evoluzione interiore che parte da un ragazzino scapestrato e sensibile per approdare ad un uomo sempre più convinto di dover dare il proprio contributo. Punto. Inutile perdersi in chiacchiere e slogan. La vita è questione di classe, o stai col proletariato o con la borghesia!
Il nostro è l’unico Partito in grado di fornire una corretta lettura dei fenomeni umani, l’unico ad avere alle spalle decenni di lotte, esperienze, fedeltà alla causa, interpretazione non dogmatica del marxismo ma capace di declinarlo alle mutevoli condizioni dell’esistenza. Una volta conosciuto il PMLI non si può non amarlo, interiorizzarlo, supportarlo! La mia scelta, irreversibile, è fatta!
Lo Statuto è chiaro e condivisibile. Vorrei solo esaltarne l’articolo 4 in cui, giustamente, il PMLI mette nero su bianco come sia imperniato sul principio leninista della qualità: non a caso si afferma come solo gli elementi più avanzati, coscienti e coraggiosi della classe operaia e coloro che con decisione e generosità combattono in prima fila sulle posizioni del proletariato possono militarvi a pieno titolo. Fondamentale il richiamo ai militanti ad osare andare controcorrente, praticare critica e autocritica, sostenere l’unità e non la scissione: senza vigilanza bolscevica di massa un tradimento antistalinista alla Krusciov è sempre possibile. Il concetto è ben esplicato nel II e III capitolo dedicati a quadri e membri del Partito.
Bene anche l’articolo 18: il Partito sa che la perfezione è pura utopia. La possibilità di errore vi è sempre ma bisogna imparare dai propri sbagli per evitare che si ripetano: curare la malattia per salvare il paziente, ergo, reputo ben calibrato l’articolo 19 con le misure disciplinari. Nota di merito pure per l’articolo 30: ogni singola cellula deve saper tenere ben alta la bandiera rossa dei nostri Maestri ed esser degna di procedere sulla retta via segnata dal sudore, dal sangue e dalle lacrime di milioni di proletari vissuti nel corso dei decenni; guai a dimenticare la nostra storia!
Relativamente al Programma generale, poco da dire: sottoscrivo tutto. Giusto che il PMLI sia l’unico Partito del nostro Paese ad avere al centro del Programma la conquista del socialismo e a basarsi sul marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Esso è l’espressione dell’avanguardia del proletariato ma non ha forze sufficienti per uno scontro frontale contro il sistema borghese, giusto quindi lavorare per la costruzione di un fronte unito. Che chiunque ambisca a cambiare il mondo in senso socialista, al di là delle diverse sensibilità religiose e filosofiche si avvicini al PMLI e che il PMLI si adoperi per inserirsi in tutte le lotte delle masse popolari. Solo stando a contatto con le masse se ne capiscono problemi e aspirazioni, solo così si costruisce un rapporto di fiducia e proletariato, masse popolari e avanguardie del Partito possono influenzarsi a vicenda e crescere assieme, forgiando quel Gigante Rosso che vogliamo divenire. Ho letto anche il “Nuovo Programma d’azione del PMLI” approvato dal CC del PMLI il 17 febbraio 2001: documento molto ampio, dettagliato, che aggiorna l’analisi della società italiana, detta la linea d’azione e gli obiettivi su cui concentrarsi.
Ci sono tanti partiti che si richiamano al “comunismo”! Già detto di LC, veramente autoreferenziale, intellettualoide, per nulla antifascista, incapace di comunicare alle masse. Il Partito comunista internazionalista (quale, viste le sue innumerevoli scissioni?) bene o male è ad essa molto simile e si caratterizza, a mio umile parere, per un ultraoperaismo, per il rifiuto del centralismo democratico e per uno spontaneismo organizzativo che non sta né in cielo né in terra. Sono onesto: ho avuto modo di conoscere militanti di questi partiti, gente istruita, competente sulle opere di Marx, Engels e Lenin… ma i risultati? Hanno dato vita a partiti impalpabili e settaristi, si vedono i risultati del loro sciocco e ridicolo antistalinismo. Discorsi simili, ma a più basso livello, per PdAC e PCL, contrari al marxismo-leninismo-pensiero di Mao , trotzkisti, avventuristi.
Dalla “sinistra” comunista alla “destra”: PCI, PRC, PaP sono troppo moderati, collaborazionisti coi borghesi, parlamentaristi incalliti, figli della tradizione berlingueriana e togliattiana di compromesso ad ogni costo. Poi c’è il PC: credo che l’avere un “leader” come Rizzo dica tutto: storico marpione volta bandiera e carrierista, non vale la pena di soffermarsi oltre.
Carc e Proletari Comunisti. In teoria si potrebbe essere “affini” ma poi, a ben vedere, si tratta di organizzazioni avventuriste, filobrigatiste, elettoraliste, frazioniste sul piano sindacale, tante belle parole sul “maoismo” o sul fronte unito… ma parole restano!
Su altri partiti “rossi” non mi esprimo per mancanza di conoscenza diretta. Ciò detto, vale sempre la pena cercare il confronto: mai essere autoreferenziali e sentirsi come i depositari di verità assolute. In questo marasma è nostro dovere tentare di trovare intese quando possibile. Ovvio, comunque, che tanti potenziali compagni esistano anche fuori dal nostro Partito: sinceri e genuini antifascisti e anticapitalisti non mancano in Italia; mancano, questo sì, di una corretta ideologia comunista e sana acquisizione del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. A noi l’obbligo di avvicinarli e conquistarli alla causa.
Cosa posso dare al PMLI? Chi entra nel PMLI deve avere coraggio, iniziativa, capire i sacrifici che lo attendono (economici, di tempo, repressione dello Stato borghese, ecc.) ma il primo passo resta l’umiltà: ci sono compagne/i con esperienza da vendere, quindi seguire le direttive, riflettere bene qualora si nutrissero dubbi sulle indicazioni del Centro ma se uno dovesse sentirli, giusto parlarne. Consapevole che dovrò aggiornarmi per il resto della mia vita, che dovrò perfezionarmi ancora molto. Testa bassa e lavorare!
Ciò detto posso “vantare” un decennio alle spalle di assidue letture de “Il Bolscevico”; posso garantire un livello generale di istruzione (spero) di un certo spessore; negli anni ho partecipato a manifestazioni varie di ultras, anarchici, studenti, lavoratori che mi han fatto capire come comportarmi in momenti “delicati”; ho accumulato esperienze in varie tipologie lavorative; il tutto mi ha portato a sviluppare diverse competenze e capacità che spero di poter mettere al servizio del Partito. Per me non v’è nulla di più naturale che prendere posizione, far propri certi valori quali giustizia ed eguaglianza proletaria e lottare per vederli trionfare: sono certo di essere giunto alla fase della piena maturità. Un uomo è tale quando ha piena consapevolezza di chi egli sia, quale sia il suo ruolo nella società, come questa sia strutturata, cosa egli voglia e possa fare. Io voglio stare dalla mia parte, dalla nostra parte, dalla parte del proletariato. Un impegno, una visione del mondo che una volta chiariti e fatti propri non permettono tradimenti o dubbi!
Compagne/i, sono pronto a dedicarmi completamente alla causa comune!
20 maggio 2020