Lettere
Sono socio di una coop sociale e sanitaria, posso iscrivermi al Partito?
Ho letto sul vostro sito i requisiti che bisogna avere per iscriversi al Partito. Forse ho frainteso o capito male e vorrei indicazioni e chiarimenti a riguardo, si può fare parte del Partito solo se si è operai o contadini?
Io sono un Oss lavoratore dipendente di una coop sociale che lavora in ambito sociale e sanitario. Per essere precisi sono dipendente e socio in quanto al momento del passaggio a tempo indeterminato avvenuto 11 anni fa sono diventato anche socio, come più della metà dei lavoratori di questa cooperativa sociale, che tra soci-dipendenti e dipendenti ha circa 300 lavoratori alle spalle di cui Oss, infermieri, educatori professionali, psicologi, pedagogisti, ecc.
Grazie mille.
Michele, via e-mail
Da anni “il manifesto” trotzkista è sostanzialmente prono alla borghesia mondiale e all'imperialismo Usa
Come sempre con estrema lucidità e capacità analitica, il nostro "Il Bolscevico", segnatamente nell'articolo "'Il manifesto' trotzkista sdraiato a difesa del dittatore Conte" (numero scorso) analizza e demistifica il foglio trotzkista. Come marxisti-leninisti saremmo tutti/e autorizzati/e a chiedere i danni per l'abuso del nome, trattandosi ormai di un giornale assolutamente indegno di fare riferimento ai Maestri e a quel capolavoro che è “Il Manifesto del Partito Comunista” del 1848, di Marx e Engels, cui il presunto "manifesto" si riferisce ormai come a qualcosa di assolutamente "altro"; come l'attuale sedicente Partito Comunista Cinese pretende di rifarsi a quello di Mao, avendone in realtà tradito l'intima essenza.
In realtà, come mi è successo di osservare negli ultimi tempi, quando mi capita di leggere o anche di sfogliare il giornale della Rossanda e Castellina (Pintor non c'è più, ma anche lui) i motivi per un'arrabbiatura ci sono. Prescindo dal "Fatto quotidiano", da sempre schierato con le istanze più razziste dei 5 Stelle, come l'articolo del nostro giornale segnala puntualmente, e vengo al "manifesto". Prima di tutto, un plauso in più a "Il Bolscevico", perché giustamente definisce Giuseppe Conte un "dittatore", nell'accezione moderna del termine, non in quella antica (degli Antichi Romani), dove, con tutto il disprezzo per l'orribile imperialismo romano, che creò morte, distruzione, miseria, facendo schiavi in tutto il mondo allora conosciuto, esso comunque usava il termine "dictator" semplicemente come equivalente di "comandante", dove si può intendere anche un generoso comandante guerrigliero, pur se non marxista-leninista, come ci ricorda sempre benissimo il Segretario generale Giovanni Scuderi nel suo mirabile opuscolo su “Che” Guevara.
Ricordiamo in molti, come all'avvento del primo governo Craxi, agosto 1983, il giornale trotzkista abbia sostanzialmente salutato (pur con qualche "prudente riserva", nello stile classico della “sinistra” borghese), il primo "Presidente del Consiglio italiano non democristiano" ma, al di là del doveroso (per quella fazione politica) riconoscimento per colui che aveva bandito ogni tentazione neofrontista nel PSI, schierandosi anche teoricamente (a livello pratico il Partito Socialista era riformista e liberal-borghese da decenni) con il capitalismo integrale, sono da segnalare gli articoli di cultura varia, in cui si inneggiava a pensatori e scrittori lontanissimi da ogni prospettiva marxista-leninista, esaltando figure come Louis-Ferdinand Céline, Yukio Mishima (autori dell'estrema destra), come anche a cineasti americani quantomeno ambigui, esaltando come "quasi comunista" uno chansonnier
senz'altro bravo e musicalmente efficace come Bruce Springsteen, detto dagli aficionados "the Boss", che, se all'epoca criticava Reagan, non ha mai fatto altrettanto con i presidenti "democratici" che, molto spesso, non hanno neppure salvato le forme (Bill Clinton non era meno guerrafondaio di Reagan).
Leggendo questi passi del "manifesto" viene in mente quanto, ancora una volta, scriveva il Segretario generale, Giovanni Scuderi, nel 1993 in "Fare il bilancio della storia del movimento operaio per sapere cosa fare oggi": "La chiesa cattolica, Hitler, Mussolini, Fini, Togliatti, Berlinguer, parlano di terza via. Lo stesso fanno Cossutta e Garavini e gli altri lustrascarpe della borghesia". Ecco cosa sono quelli del "manifesto", che ingiustamente gode ancora, in certi ambiti, del riconoscimento di essere un "giornale alternativo e antimperialista", quando invece da anni è sostanzialmente prono alla borghesia mondiale e all'imperialismo Usa.
Ecco che, richiamando l'insegnamento dei Maestri, ci soccorre Lenin: "I comunisti hanno il dovere di non tacere le debolezze del loro movimento, anzi criticarle apertamente, per liberarsene al più presto e nel modo più radicale. A tal fine è necessario definire concretamente, soprattutto in base all'esperienza pratica di cui ormai disponiamo, il contenuto dei concetti di 'dittatura del proletariato' e di 'potere sovietico
'" (Lenin, Tesi sui compiti fondamentali del II Congresso dell'Internazionale Comunista, 4 luglio 1920, Opere complete, Vol. 31).
Eugen Galasso - Firenze
20 maggio 2020