Violenza sulle donne
A Reggio Calabria padre e figlio arrestati per maltrattamenti in famiglia
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Reggio Calabria
Tra i tanti mali generati dal capitalismo (il virus più pericoloso che noi marxisti-leninisti non ci stancheremo mai di combattere) c’è quello che riguarda la violenza di genere.
L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, le misure restrittive di lockdown
imposte dal dittatore Conte, la convivenza forzata in casa con mariti possessivi, hanno fatto registrare un aumento dei maltrattamenti subiti dalle donne all’interno delle mura domestiche.
Nei giorni scorsi a Pellaro, località poco distante da Reggio Calabria, una donna ha denunciato coniuge e figlio dopo essere stata brutalmente picchiata da entrambi.
Un episodio che avrebbe potuto avere risvolti ben più drammatici se la vittima non avesse avuto la forza e il coraggio di scappare da casa e nascondersi dietro un’automobile per chiamare il 113. La donna ha poi mostrato i segni dei lividi e delle ecchimosi vistosamente presenti sul collo e sul volto.
Ad assistere all’aggressione il figlio più piccolo che, nel vano tentativo di difendere la madre, veniva spinto violentemente a terra dal padre riportando una lesione al gomito sinistro. Successivamente, il ragazzino sarebbe fuggito via per trovare ospitalità a casa di una zia.
Dopo la denuncia, gli aggressori, con alle spalle vari precedenti penali, venivano arrestati per maltrattamenti, minacce e lesioni aggravate; un’ordinanza del Gip vietava ai due l’avvicinamento alla parte offesa e a tutti i luoghi frequentati dalla donna nonché il contatto con ogni mezzo per arrecarle molestia.
La vittima ha raccontato che i maltrattamenti e le vessazioni subite dal marito e dal figlio venivano perpetrati da diverso tempo ma, per non mettere a rischio la “quiete familiare”, aveva deciso di restare in silenzio.
L’ennesimo atto di violenza maschile nei confronti delle donne consumatosi in famiglia le cui radici affondano nella divisione della società in classi e nella cultura borghese che le considera schiave domestiche, senza diritti e subalterne al potere maritale e patriarcale.
Il ruolo che il capitalismo assegna alle donne è quello di fare figli, crescerli, accudirli, essere al servizio del marito, della famiglia e della casa, garantendosi in questo modo, senza gli inevitabili costi che comportano i servizi sociali in questo ambito, la riproduzione della forza-lavoro.
Solo attraverso la lotta di classe, che oggi più che mai deve continuare, e la lotta per la conquista del socialismo, l’unico sistema in grado di attaccare e distruggere le basi materiali su cui poggia l’oppressione della schiavitù domestica femminile, sarà finalmente possibile costruire un rapporto paritario tra uomo e donna.
20 maggio 2020