In piazza i lavoratori stagionali dell'isola di Ischia ridotti alla fame
Applaudito l'intervento di Gianni Vuoso a nome del PMLI
Dal corrispondente dell'Organizzazione dell'isola d'Ischia del PMLI
Una bella manifestazione, che gli organizzatori hanno individuato come la prima a livello nazionale, è quella che è stata promossa dal Comitato di Lotta dei lavoratori stagionali dell’isola d’Ischia.
L’isola conta circa 10 mila lavoratori, occupati negli oltre 400 alberghi, oltre 300 ristoranti e bar. Tutti a condizioni indegne perché i contratti che i lavoratori firmano prevedono la metà delle ore di lavoro che realmente vengono effettuate. Nessuno dice niente perché chi protesta viene immediatamente sostituito e, in un luogo piuttosto limitato come un’isola, il padrone non fa una gran fatica a informare gli altri che tizio o caio è un piantagrane. Insomma, un rapporto che sa molto di camorra, quella che non usa le armi da fuoco ma che comunque, costringe ad accettare condizioni di lavoro capestro, insostenibili, ridotto al silenzio e costretto a subire uno sfruttamento vigliacco, avallato spesso, anche dalle stesse organizzazioni sindacali.
Questi lavoratori, oggi, con la pandemia, sono ridotti alla fame. Non hanno percepito né il bonus di 600 euro né altri sostegni promessi né hanno ricevuto l’indennità di disoccupazione, già ridotta a soli tre mesi, sin dallo scorso anno.
L’Organizzazione isola d’Ischia del PMLI ha solidarizzato con loro. Un comunicato stampa, pubblicato da molte testate isolane, ha denunciato la situazione, soprattutto il comportamento del governo guidato dal dittatore Conte che non riesce a garantire a questi lavoratori gli oboli promessi, ma si fa in quattro per garantire alla FCA 6 miliardi, e in ossequio agli ordini americani, per continuare a stanziare ben 27 miliardi di euro l’anno, destinati a coprire inutili spese militari.
Il rappresentante isolano del PMLI, compagno Gianni Vuoso, nel prendere la parola durante la manifestazione, ha inoltre sottolineato, indossando la maglietta che ricorda i 50 anni de “Il Bolscevico” (che qualcuno ha chiesto cortesemente di fotografare) che la decisione del Comitato di avere un incontro col sindaco di Ischia è discutibile perché né quello di Ischia né gli altri cinque sindaci, sono affidabili, avendo tutti dimostrato fino ad oggi, di non essere capaci di pensare a un progetto per il rilancio economico dell’isola, asserviti come sono al potere borghese dei palazzi regionali e nazionali. L’intervento è stato apprezzato dai lavoratori presenti in piazza dove, secondo i programmi di lotta, dovrebbero ritornare il prossimo 29 maggio.
27 maggio 2020