Aumentano le diseguaglianze e la povertà
Partecipato presidio a Catania: “È arrivato il momento di scendere assieme in piazza!”
Il PMLI porta in piazza le bandiere dei Maestri e del Partito e il cartello “Non siamo sulla stessa barca”. Importane intervento del compagno Sesto Schembri
Dal corrispondente della Cellula “Stalin” della provincia di Catania
A Catania sabato 23 maggio in piazza Stesicoro, lato mercato, si è svolto un partecipato e combattivo presidio con lo slogan "È arrivato il momento di scendere assieme in piazza!” e "Catania per il reddito di quarantena".
In città l'emergenza coronavirus ha fatto emergere le profonde e storiche disuguaglianze sociali mai risolte dalla borghesia capitalista locale e nazionale e dai suoi governi di “centro-destra” e di “centro-sinistra", mentre il governo della dittatura antivirus del premier Conte 2 risponde alle esigenze delle masse popolari con un decreto "rilancio" che conferma le disuguaglianze sociali del sistema economico politico e si configura come una manna per le imprese, briciole per le masse, troppo basso e breve il reddito di emergenza .troppo poco anche per la sanità e scuola pubbliche, insoddisfacente e discriminatorio la regolarizzazione dei braccianti migranti e delle badanti e colf, eccetera.
La mobilitazione per un vasto fronte unito per contrastare il cosiddetto decreto "rilancio" è stata indetta dal sindacato USB, Csp Graziella Giuffrida, Officina Rebelde, Sportello di autodifesa precaria, Laboratorio libertario.
Il PMLI si è unito al presidio con spirito unitario e di lotta assieme ai compagni di PRC, PCI, Sinistra anticapitalista, Fronte della gioventù comunista. Gli organizzatori hanno stilato una piattaforma di rivendicazioni per il disagio economico soprattutto per le fasce popolari più disagiate senza ammortizzatori sociali. Gli stessi si erano anche prodigati nei giorni di quarantena (sostituendosi alle istituzioni assenti) per aiutare le famiglie in difficoltà e abbandonate a se stesse soprattutto nei quartieri popolari, con sfratti in corso, chiedendo deroghe (parliamo di più di diecimila sfratti in corso), i buoni spesa del comune, facendo assistenza su cassa integrazione e diritti del lavoro, aiutando i migranti con la sanatoria e i permessi di soggiorno.
Gli organizzatori hanno stilato una piattaforma in cui si rivendica: "basta tagli alla sanità e alla scuola. I soldi ci sono ma se li mangiano le grande imprese! Dimezziamo le spese militari ! Reddito di emergenza effettivo per tutte e tutti coloro che si trovano in difficoltà! Lavoro o reddito d'emergenza adeguato per tutte e per tutti. Blocco degli sfratti e delle utenze. Riapertura degli ospedali chiusi: è importante investire sulla sanità. Esproprio delle strutture private necessarie di pubblica utilità!
La Cellula “Stalin” della provincia di Catania del PMLI ha partecipato al presidio dando un contributo di lotta al governo ed esprimendo la sua solidarietà al popolo catanese per le sofferenze e privazione subite. I compagni hanno portato in piazza le bandiere dei Maestri e quelle del PMLI con la falce e martello e l'effige di Mao assieme al cartello col bel manifesto elaborato dal Partito "Non siamo sulla stessa barca". Manifesto che è stato condiviso dai tanti catanesi in piazza.
Durante il presidio diversi partecipanti si sono alternati al megafono denunciando la precarietà che vive parte del popolo catanese che si è aggravata soprattutto con l'emergenza coronavirus, dai senza casa agli sfrattati, ai senza lavoro, ai migranti da regolarizzare. Prese di mira le istituzioni del potere politico locale e regionale. Interventi che hanno messo sotto accusa il governo Conte e i suoi decreti che favoriscono le grandi aziende e danno solo elemosina per i senza reddito.
Il compagno Sesto Schembri ha preso la parola a nome del PMLI lodando l'iniziativa unitaria e, con un discorso articolato, ha denunciato il disagio sociale che stringe in una morsa la città e che con il coronavirus è venuto fuori con tutta la sua drammaticità: dal lavoro in nero e sotto pagato con la chiusura delle attività di vari settori che ha lasciato questi lavoratori senza alcuna copertura economica, al doppio sfruttamento, ai giovani e meno giovani disoccupati, le casalinghe lavoratrici sociali senza salario, i pensionati al minimo che non riescono ad arrivare a fine mese. Mentre il governo Conte ha concesso un prestito bancario da 6,5 miliardi FCA, insieme a tanti altri privilegi per i capitalisti per salvaguardare i loro profitti.
Schembri ha continuato con la necessità di fare un fronte unito con la lotta alle diseguaglianze sociali, per ottenere subito 1.200 euro al mese per chi è senza reddito e senza ammortizzatori sociali finché dura l'emergenza sanitaria del coronavirus, per il diritto al lavoro per tutti, per la lotta al lavoro nero, per una casa ai senza tetto, per l'istruzione pubblica e gratuita per tutti governata dalle studentesse e dagli studenti.
Il compagno rappresentante del PMLI ha concluso dicendo che questa pandemia ha messo a nudo quanto siano criminali il capitalismo e i suoi governi e che, per liberarsene, occorre cambiare il sistema economico politico, lottare per il socialismo e la conquista del potere politico: un diritto storico da parte del proletariato, che produce tutta la ricchezza, che gli viene espropriata dal capitalismo con lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
3 giugno 2020