Con il volume di Nicola Lamonica “Parco naturale di Zaro”
Continua la battaglia in difesa del patrimonio paesaggistico d’Ischia
In prima fila l’Organizzazione isolana del PMLI insieme agli ambientalisti
Dal corrispondente dell'Organizzazione dell'isola d'Ischia
“Parco Naturale di Zaro” (editore Valentino) è l’ultimo lavoro del compagno Nicola Lamonica, ambientalista (della direzione regionale di Legambiente e dei VAS), comunista, militante e animatore nel sociale, cofondatore dell’associazione Autmare, in difesa dei diritti degli utenti del mare (già autore del volume “Diritti inquinati” edito da La Città del Sole).
È un bel volume che in 150 pagine documenta rigorosamente il disastro politico messo in atto, sin dagli anni Sessanta, sull’isola d’Ischia e in particolare nel comune di Forio d’Ischia dove le varie amministrazioni democristiane hanno programmato la devastazione di un patrimonio naturale di inestimabile valore, come Punta Caruso. Migliaia di metri quadrati di verde, con la Villa di Luchino Visconti “La Colombaia”, trasformati in discarica di rifiuti e quell’ammasso di cemento che ha prodotto un imponente abusivismo con centinaia di vani, evidente mezzo di voti di scambio.
Contro questa logica clientelare e di potere borghese hanno profuso il loro impegno, in oltre cinquant’anni, partiti di sinistra, associazioni ambientaliste, testate locali e giornalisti. Tutti a invocare una programmazione che nessuno ha mai voluto. Per la DC e i governi di “centro-sinistra” che si sono alternati nei sei comuni isolani, meglio il disordine che un piano regolatore. A nulla sono valsi gli appelli per realizzare un Parco Naturale là dove le scelte democristiane, sostanzialmente di cultura fascista, hanno preferito scaricarvi rifiuti a cielo aperto!
E allora, una sconfitta delle forze di sinistra e ambientaliste? No dice Lamonica, tanto è vero che le stesse forze di sinistra, fra cui spicca la presenza costante dell’Organizzazione isolana del PMLI, riunite in un gruppo sociale denominato “La Stanza” (che oggi aderisce anche al Coordinamento delle sinistre di opposizione), e le forze ambientaliste sono oggi in prima fila per imporre un Piano Urbanistico Comunale che tuteli il territorio extraurbano come misura di civiltà, capace di conservare la risorsa del suolo, di trasmettere ai posteri il connubio fra natura e quella cultura paesaggistica che è anche un'importante scelta strategica, sotto il profilo socioeconomico, per i quali il turismo è un settore cruciale.
Non è una sconfitta ma semmai, precisa l’autore, “c’è l’amarezza di costatare che l’impegno politico è stato sempre, astutamente e ignobilmente, contrastato dal potere dominante con mezzucci infamanti ed estranei alla legalità e alla civiltà istituzionale, non esclusi la menzogna e le ritorsioni”.
L’obiettivo di questo lavoro editoriale, è quello di sollecitare le sei amministrazioni comunali dell’isola, a sentire il patrimonio di Punta Caruso come una ricchezza propria. Ma la politica borghese isolana si fonda sulla clientela, sugli interessi di bottega come avviene proprio nel comune di Ischia dove il PD esprime un sindaco e un capo dell’opposizione!
Il volume di Lamonica ci interessa da vicino anche perché, notiamo con soddisfazione, è corredato da alcuni articoli pubblicati su “Il Bolscevico”, da un capitolo intitolato “Vas e PMLI ancora una volta in sintonia”, dalla citazione di un articolo del compagno Gianni Vuoso che nel 1991, sulla rivista “Avvenimenti” scriveva della macchia mediterranea di Zaro “che sarà sommersa da villini, piscine, terme” per soddisfare gli affari di Corrado Ferlaino. E in altra pagina il volume cita ancora, la proposta del periodico “ischiaexpress”, curato sempre dal compagno Vuoso, che nel 1984, propone l'istituzione di dieci parchi naturali sull’isola e poi conclude affermando, trentacinque anni dopo, in un convegno per il PUC: “dall’84 ad oggi non c’è una sola area di quelle individuate, trasformata a parco naturale; ha infatti prevalso la miopia del politico, l’affare di pochi che hanno distrutto boschi e paesaggi, creato inquinamento del sottosuolo e del mare, e hanno reso invivibile l’isola per traffico, rumori e per aver negato servizi e spazi sociali”.
Chiaro esempio di uno strapotere fatto di clan, di cultura della camorra, di una politica borghese sporca e volgare purtroppo appoggiata anche da quanti, per esigenze economiche e di famiglia, non hanno avuto la forza di combattere e sono stati costretti a usufruire dei vantaggi provenienti da questi sistemi loschi.
3 giugno 2020