Torino
Licenziata dopo aver protestato perché “costretta a lavorare senza protezioni anti-Covid”
Lo scorso 22 maggio un'operatrice sociosanitaria di 52 anni della provincia di Torino - dipendente della Cooperativa sociale P.G. Frassati di Torino, cooperativa che si occupa di servizi alle persone anziane, malate e non autosufficienti - è stata licenziata dall'azienda, in quanto quest'ultima si è sentita offesa dalle proteste che la lavoratrice aveva esternato su Facebook contro il proprio datore di lavoro per essere stata “costretta a lavorare senza protezioni anti-Covid
“.
La lavoratrice, che svolgeva servizio a domicilio per l'assistenza a persone anziane e malate gravi, già agli inizi di marzo aveva espresso all'azienda la sua preoccupazione per doversi recare al lavoro senza la protezione della mascherina, che all'epoca era difficile da reperire, ma la cooperativa l'aveva obbligata a svolgere comunque il suo lavoro. Dopo molte insistenze la cooperativa le aveva dato inizialmente soltanto alcune mascherine di carta assorbente e solo a metà marzo cinque mascherine chirurgiche, che ovviamente non offrono una adeguata protezione.
La donna, dopo aver richiesto invano al datore di lavoro che le venissero fornite mascherine protettive FFP2 che garantiscono una protezione a norma di legge, ha poi portato il problema anche al Consorzio intercomunale servizi sociali di Chivasso, che appalta alla cooperativa P.G. Frassati il servizio di assistenza domiciliare, esternando anche su Facebook la sua protesta, e a questo punto la cooperativa ha fatto partire la lettera di licenziamento motivandola con il fatto che, a suo dire, l'operatrice sociosanitaria avrebbe diffamato e denigrato il proprio datore di lavoro.
La lavoratrice ha dato mandato ai legali del sindacato al quale è iscritta, la Cisl funzione pubblica, per impugnare il provvedimento, perché quest'ultimo è platealmente lesivo della sua dignità di lavoratrice e viola le più elementari norme che disciplinano la sicurezza dei lavoratori: la cooperativa, pur di non spendere pochi euro per acquistare le mascherine FFP2, divenute ampiamente disponibili già a partire dalla fine di aprile, ha messo a rischio la salute di una sua dipendente, esponendo peraltro sia lei sia le persone da lei assistite a un potenziale ccontagio, e di questo certamente dovrà rendere conto al Tribunale che esaminerà il caso.
3 giugno 2020