Il PMLI orgoglioso di essere in piazza a Campobasso con i giovani per gridare “No al razzismo, No al fascismo”
Dal corrispondente del Molise
È veramente con tanta emozione e con sincera stima rivolta alla “meglio gioventù” campobassana che scriviamo questo articolo. Sabato 6 giugno, in piazza Vittorio Emanuele, nel pieno centro del capoluogo del Molise, circa un centinaio di persone, quasi tutti studenti, si sono radunate davanti al municipio per un Flashmob in memoria di George Floyd, l'afroamericano balzato tristemente alle cronache per esser stato vigliaccamente assassinato da poliziotti bianchi, per condannare il vergognoso crimine della polizia e per gridare “No al razzismo, No al fascismo”.
Un evento, quello accaduto a Minneapolis, che si è rivelato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’esasperazione degli afroamericani e in generale delle minoranze in terra yankee, è esplosa in tutta la sua comprensibile violenza, dando il là ad un effetto domino che ha coinvolto giovani e meno giovani di mezzo mondo. Anche a Campobasso, per l’appunto, non è mancata la solidarietà agli antifascisti e antirazzisti americani. Ad organizzare il Flashmob, i militanti della locale sezione dell’Unione degli studenti che hanno avuto l’appoggio della Casa del Popolo di Campobasso. Presente anche una piccola delegazione di compagni del PMLI e del PCI.
La manifestazione, durata circa un’ora e segnata da bandiere, cartelli e striscioni contro il razzismo, ha visto come unici oratori proprio le giovanissime leve dell’antifascismo cittadino. Nei loro interventi, le antifasciste e gli antifascisti hanno mostrato una buona comprensione della natura dell’atto criminale, non limitandosi a una mera condanna formale ma legandolo al quadro più generale del sistema economico americano, intuendo le connessioni fra una società basata sul massimo profitto, sulla divisione in classi e le inevitabili conseguenze razziali, sessiste, fasciste e xenofobe. Bene il richiamo a denunciare colpe e complicità del sistema imperialista americano, da sempre impegnato a difendere i propri scagnozzi! Queste alcune frasi estrapolate dai loro interventi: "è giusto ribellarsi al razzismo", “giusto reagire dinanzi alle violenze dello Stato", "sappiamo chi è stato, lo Stato che protegge i suoi assassini e i suoi poliziotti". Il tutto è stato ottimamente sintetizzato nello striscione “NO JUSTICE NO PEACE” (Nessuna giustizia Nessuna pace) dietro al quale i presenti si sono inginocchiati per diversi minuti, con le mani dietro la testa, proprio per richiamare quanto avvenuto nella città del Minnesota.
Con piacere registriamo come, in una fase storica in cui la grande borghesia nostrana spinge il piede sull’acceleratore del razzismo, della paura del diverso, della criminalizzazione di ogni forma di dissenso, specie se violenta, la meglio gioventù cittadina abbia mostrato di avere a cuore i valori dell’antifascismo e della solidarietà. I tutt’altro che pochi presenti hanno mostrato di avere validi anticorpi rispetto al vomitevole virus che la parte più reazionaria del capitalismo cerca di iniettare loro: “state a casa e fatevi i fatti vostri”, “chi ve lo fa fare di impegnarvi in queste cose anacronistiche”, “appoggiate i delinquenti che sfasciano le città americane e toccano la proprietà privata?”.
I giovani in piazza hanno mostrato la via da seguire: rifiutare il disfattismo, il disimpegno civile e politico e la smobilitazione. Tenere dritta la schiena, non scordare le lezioni della storia, mantenere viva la coscienza antifascista: ancora grazie per il bell’esempio dato a chi era presente in quella piazza!
10 giugno 2020