Per far luce sulla strage degli anziani nelle RSA
Manifestazione “Noi denunceremo”
“Il nostro scopo è trovare giustizia e smantellare l’omertà. C’è in corso un rimpallo di responsabilità tra regioni, governo e amministrazioni locali che è un celare tutto quello che è successo dietro uno scudo politico che va fatto cadere”.
Sono le dichiarazioni rilasciate all'agenzia AGI dall’avvocato Consuelo Locati di Seriate (Bergamo), a sua volta colpita dal virus ma guarita, pur avendo perso il papà Vincenzo di 78 anni. Fa parte della squadra di sei legali, destinata ad allargarsi che, a titolo gratuito, si sta occupando di passare dal racconto sui social alla definizione di un atto che dia inizio a un procedimento penale riguardo ai decessi avvenuti nelle Residenze per anziani (RSA) del Nord Italia.
Ci sono già delle indagini in corso, ma per coordinare le azioni di un nutrito gruppo di persone che hanno subìto la perdita dei loro cari nelle RSA e negli ospedali (e spesso colpiti personalmente dal coronavirus) si è costituito Noi denunceremo.
Nato come gruppo Facebook
si è presto trasformato in Comitato dopo aver raccolto in poco più di un mese oltre 50mila adesioni. Pur non avendo limiti territoriali agisce sopratutto in Lombardia e in particolare nella provincia di Bergamo, dove la gestione criminale della pandemia da Covid-19 ha causato una vera e propria strage, specie nelle RSA.
Si tiene a precisare come lo scopo principale non sia la ricerca del risarcimenti, perché come viene spiegato sul loro sito “non è fine del comitato agire nei confronti di medici, infermieri, operatori del personale sanitario e parasanitario, ma le denunce e/o querele che verranno depositate attraverso il Comitato avranno l’unico fine di fare in modo che la procura e l’Autorità Giudiziaria cerchino la verità e le responsabilità se ci sono”.
Quello che si domanda è accertare se il decesso dei parenti “sia riconducibile alla mancata adozione da parte di chi era tenuto, in forza di legge, alla gestione delle misure di protezione per prevenire la diffusione del virus”. E sicuramente le falle sono state molte, a partire dalle privatizzazioni e dai tagli che in tutta Italia, e sopratutto in Lombardia, hanno messo in ginocchio la sanità pubblica, subito collassata davanti all'emergenza, e desertificato interi territori da ospedali e assistenza.
Poi ci si sono messi gli amministratori locali che non hanno operato per istituire zone rosse e infine, ma non per importanza, i padroni che non hanno voluto chiudere le fabbriche per non rinunciare ai loro profitti: non è certo un caso se la provincia di Bergamo è anche quella che registra più morti per aver contratto il virus sui posti di lavoro.
Nelle RSA ci sono state ulteriori responsabilità come la mancata distribuzione dei dispositivi di protezione individuali (dpi) al personale sanitario e la decisione scellerata di utilizzarle come ricovero per infettati da coronavirus; ossia come mettere un fiammifero acceso in un deposito di benzina. Scelta che ha causato centinaia di morti.
Insomma, Il Comitato Noi denunceremo
ha più di un motivo per portare avanti la propria battaglia, che non viene combattuta solo nel chiuso dei tribunali ma anche nelle piazze e di fronte all'opinione pubblica. Mercoledì 10 giugno un centinaio di di aderenti hanno risposto all'appello del comitato e si sono ritrovati davanti alla Procura della Repubblica di Bergamo per fare pressioni sugli organismi giudiziari e denunciare pubblicamente la gestione sanitaria lombarda che dovrà “rivedere il sistema” imperniato sul privato.
Il prossimo 28 giugno il presidente della Repubblica Mattarella sarà a Bergamo in occasione della messa in ricordo delle persone che sono morte dopo per coronavirus, la speranza del comitato è di poterlo incontrare. “Ci sentiamo abbandonati dallo Stato e dalle istituzioni - afferma in piazza Laura Capella, che ha perso il padre Mario lo scorso 30 marzo -. Abbiamo il diritto di essere ricevuti da Mattarella. Certamente, abbiamo più diritto noi a partecipare alla commemorazione al cimitero monumentale rispetto ad alcuni politici”.
17 giugno 2020