Indagine della Procura di Milano
In Lombardia ordinati senza gara pubblica dispositivi medici alla ditta di famiglia Fontana
La regione continua ad essere la più colpita dalla pandemia
La giunta Fontana deve dimettersi
Dal corrispondente della Lombardia
La magistratura ha deciso di far luce su una vicenda poco chiara nella sanità lombarda che potrebbe veder coinvolto direttamente il governatore regionale, il leghista Attilio Fontana, in un grave caso di conflitto di interessi e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha quindi aperto un fascicolo di indagine, sia pur inizialmente a “modello 45” cioè senza ipotesi di reato e senza indagati.
Lo scorso 16 aprile, in piena emergenza sanitaria per la pandemia da Covid-19, la centrale acquisti Aria spa della Regione Lombardia ha ordinato direttamente e senza alcuna gara pubblica una fornitura di camici e dispositivi di protezione individuale per medici e infermieri alla Dama spa, una ditta riconducibile alla famiglia di Fontana in quanto appartiene per il 10%, tramite la società Divadue srl, a sua moglie Roberta Dini e il resto controllato attraverso una fiduciaria svizzera da suo cognato Andrea Dini, fratello appunto di Roberta. La commessa era di 513.000 euro e dopo più di un mese, il 22 maggio, la fattura è stata tornata sostenendo che si sarebbe trattato di una donazione.
Numerose sono giunte da più parti le richieste di chiarimento al governatore che ha sempre cercato di giustificarsi sostenendo di non saperne nulla, di non essere mai intervenuto in alcun modo, tentando di difendersi poi in un lungo post su Facebook dove ha cercato di negare ogni responsabilità e tessuto le lodi dell'azienda di famiglia per la sua “generosità” in un momento in cui i dispositivi di protezione medica erano introvabili giocando anche a scaricabarile con il governo per nascondere le inadempienze sue e della sua giunta.
La pandemia è stata fin dall'inizio gestita dalla giunta guidata da Fontana in maniera inadeguata, dall'iniziale caos organizzativo che ha impedito il regolare approvvigionamento dei dispositivi medici di protezione per medici e personale sanitario, al trasferimento degli anziani malati all'interno delle RSA che ha provocato una vera e propria strage, alla mancanza dei reagenti chimici per i tamponi a causa di una legge regionale che aveva tagliato i fondi, allo scarso uso dei tamponi per il monitoraggio dell'andamento del virus e del grado di contagio delle persone asintomatiche.
Ancora oggi la Lombardia continua a registrare numeri molto alti, il 14 giugno i nuovi casi di contagio sono stati 244, pari al 72,1% (e il 16 giugno addirittura l'85%) dell'aumento giornaliero in Italia e i morti sono stati 21 .
La gravità della situazione non consente di perdere altro tempo, Fontana e la sua giunta sono oggettivamente responsabili della situazione e devono immediatamente andarsene rassegnando le dimissioni.
17 giugno 2020