Manifestano gli infermieri per chiedere assunzioni, risorse e dignità professionale
Quello che si temeva è già diventato realtà, e le infermiere e gli infermieri sono già stati dimenticati dal governo Conte che tanto li ha adulati nei mesi più caldi dell'epidemia. Ecco però che a partire dal 9 giugno in migliaia sono scesi in piazza con camice e mascherina in diverse città italiane al grido di “ieri eroi, oggi fantasmi”, per chiedere di poter lavorare in sicurezza, per un adeguamento degli stipendi che sono i più bassi d'Europa e degli organici in costante carenza, e per altre misure contenute nella piattaforma di dieci punti che i sindacati autonomi di categoria Nursind e Nursing Up - ostetrici e infermieri - hanno promosso e inviato al governo.
Numerose anche le testimonianze raccolte nelle piazze che hanno descritto un quadro particolarmente difficile e senza precedenti di stress fisico e psicologico nell'affrontare la pandemia da Covid-19, i numerosi decessi e gli effetti che questa ha avuto sulla salute di tutto il personale sanitario.
È emersa tra gli infermieri la preoccupazione per i prossimi mesi, sia per il timore di una nuova ondata pandemica, sia per lo smaltimento di tutti quegli esami e interventi che sono stati rimandati o sospesi. Tutto ciò con organici scarsi che, come ad esempio in Lombardia dove si è tenuto uno dei presidi più partecipati di fronte all'ospedale Niguarda, risultano sottodimensionati di almeno 5mila unità. In Italia ne mancherebbero ben 53.000.
“L’Italia deve dotarsi di un sistema sanitario all’altezza e per farlo non può prescindere dal riconoscimento della dignità e professionalità di infermieri e personale sanitario”, afferma Angelo Macchia, responsabile Lombardia del sindacato Nursing Up “La manifestazione è stata un successo ma non ci fermiamo qui. Abbiamo già inviato i 10 punti della nostra piattaforma al Prefetto e abbiamo chiesto un incontro: vogliamo essere ascoltati per porre le basi per la discussione del rinnovo contratto”.
A Torino hanno sfilato per le vie della città dieci camion di dieci metri ciascuno che con grandi striscioni hanno ricordato al governo le promesse fatte e ora da mantenere; ancora in Lombardia nel presidio davanti al Pirellone, gli infermieri hanno pesantemente criticato l'operato della giunta Fontana.
Nursind e Nursing Up stanno lavorando anche per una manifestazione che è stata indetta per il prossimo 15 giugno contemporaneamente in oltre 30 piazze d'Italia, organizzata dal Movimento Nazionale Infermieri al quale entrambi aderiscono.
Da segnalare la grande vicinanza delle popolazioni che hanno applaudito i Flash mob, a differenza della categoria dei governanti definita “insensibile, cieca che ha fatto dell’indifferenza nei nostri confronti lo strumento per ripagarci degli sforzi che abbiamo profuso sul campo durante la pandemia”.
La piattaforma rivendicativa
In sostanza, nei suoi punti più salienti, gli infermieri chiedono un'area contrattuale specifica che li rappresenti, risorse economiche sufficienti per l'avvio di una indennità infermieristica in base al “rischio infettivo” al pari di quella già prevista per altre professioni respingendo il concetto di “una tantum”, l'immediato adeguamento degli organici di ospedali e presidi ospedalieri e del programma degli accessi universitari sui corsi specifici che ogni anno vengono rivisti al ribasso. E questo è giusto purché non si punti a isolare gli infermieri dagli altri lavoratori della sanità e non si riducano le rivendicazioni solo all'ambito professionale.
Al centro delle rivendicazioni ci sono anche misure concernenti aggiornamenti della normativa relativa alla direzione delle aziende nei servizi alla persona nelle quali è indispensabile una competenza di carattere assistenziale, la parificazione del trattamento di formazione e aggiornamento pari alla riduzione di almeno 4 ore settimanali dell'orario di lavoro e il riconoscimento di nuove attività specialistiche di coordinamento e per la valorizzazione delle competenze cliniche acquisite.
La grande partecipazione alle iniziative promosse, il richiamo all'unità delle infermiere e degli infermieri è stato evidente ovunque, a Torino, Ancona, Firenze, Genova, Pescara, Bologna, Milano, così come a Bari e Palermo.
Le loro rivendicazioni sono giuste e noi le appoggiamo poiché rappresentano oggettivamente gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori del settore; avremmo auspicato che la lezione Covid-19, oltre a mettere in guardia per il futuro su questo genere di patologie e il possibile diffondersi di altri virus causati dalla devastazione della natura, dalla perdita della biodiversità e delle specie, dalla distruzione dell’habitat delle specie selvatiche, dalla deforestazione, dall’inquinamento dell’ambiente, dei mari e dell’aria e dei cambiamenti climatici provocati dal capitalismo e dall’imperialismo, avesse aiutato a spingere oltre l'asticella della necessità di una sanità completamente pubblica, universale e senza ticket che troviamo assente nella piattaforma.
Tuttavia sarà solo questione di tempo, di maturazione delle coscienze che continueranno forzatamente a fare i conti con le politiche neoliberiste dei governi che si succederanno finché non riusciremo a farla finita col capitalismo che è l'origine di tutti i mali sociali.
Non condividiamo l'assenza alla mobilitazione da parte dei sindacati confederali, in particolare quella della CGIL, pur con tutte le differenze strategiche e tattiche che si portano dietro, tutti hanno il dovere di aderire per tenere ben saldo e compatto il fronte dei lavoratori, non gli uni contro gli altri, ma tutti uniti per migliori condizioni di lavoro in sicurezza e di salario, nell'interesse di loro stessi e di tutta la popolazione che beneficerebbe di un SSN più ampio, ricco e capillare.
In questa ottica noi faremo sempre la nostra parte convinti che la sanità pubblica, universale e gratuita deve anche essere controllata dal popolo; per far questo occorre battersi in maniera chiara e intransigente sulle questioni specifiche, ma in un'ottica strategica anticapitalista e per il socialismo.
17 giugno 2020