Contro gli “Stati generali” e il governo Conte
Combattivo presidio a Villa Pamphili delle forze anticapitaliste tra cui il PMLI
Il questore di Roma costretto a ritirare il divieto
Dal corrispondente della Cellula “Rivoluzione d’Ottobre” di Roma
Sabato 13 giugno, dalle 10 alle 12,30, ha avuto luogo il sit-in di protesta contro gli “Stati generali” e contro il governo del dittatore antivirus Conte.
Circa 400 le presenze nella piccola piazza all’ingresso di Villa Pamphili, dove di lì a poche a ore si sarebbero aperti i lavori d’inaugurazione degli “Stati generali” dell’Economia. Risposta eccellente e molto combattiva di una manifestazione organizzata in pochissimi giorni e con lo spazio di Largo 3 Giugno 1849 concesso dalla questura appena 24 ore prima dell’evento.
Il PMLI, promotore della manifestazione, era presente con le bandiere e il volantino dal titolo “Il piano di Conte per ridisegnare l’Italia è funzionale al regime capitalista neofascista” distribuito tra la piazza e tra i tanti giornalisti.
La piazza si è presto riempita, con gli striscioni e le bandiere dei sindacati USB (che ha partecipato con una piccola delegazione direttamente dalla vertenza ArcelorMittal di Taranto), Unicobas e Confederazione Cobas, poi tante altre voci politiche come Potere al Popolo, Partito Comunista dei Lavoratori, Rete dei Comunisti, Partito Comunista Italiano, Fronte della Gioventù Comunista, Militant e un corposo gruppo di studenti dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa.
Tanti gli interventi sui temi della scuola pubblica, della sanità, sulle centinaia di vertenze sindacali, contro il governo, contro l’Unione europea, contro il liberismo e contro il capitalismo. Da sottolineare la combattività degli studenti che hanno arricchito la protesta con una simbolica ghigliottina a ricordare, come ribadito al microfono, gli États généraux che nel 1789 avrebbero portato alla Rivoluzione Francese, con un tono di sfida per niente velato rivolto al governo Conte, promettendo un autunno di lotte intense.
Il tema della lotta è stato un punto in comune di tutte le voci in piazza, registrando positivamente una presa di coscienza sull’importanza della lotta di classe, esplicitamente nominata molte volte. Perché non basteranno il fumo negli occhi e le promesse, una vera azione concreta deve partire dal basso, dalle lavoratrici e dai lavoratori, dalle studentesse e dagli studenti e dalle masse popolari, per pensare e costruire un modello di società nuova. Anche l’organizzazione degli “Stati generali” da parte del governo vede la presenza debole dei sindacati confederali e la grande borghesia discutere del futuro dell’Italia, con la sua ottica capitalista e liberista, con la conferma che il parlamento gioca sempre più un ruolo di passacarte di decisioni prese da fuori, diventando sempre meno un organo della democrazia, nel consolidamento neofascista del potere della classe dominante borghese.
Altro tema centrale è stato quello dell’unità delle lotte, con buone parole di auspicio nell’inizio di nuove cooperazioni tra le forze di opposizione fin da subito per arrivare all’autunno che si preannuncia caldissimo uniti e combattivi.
Noi del PMLI sappiamo che l’unico vero disegno per il cambiamento è quello del socialismo, e in questo momento di crisi il capitalismo ha mostrato tutti i suoi limiti nella gestione della pandemia sia dal punto di vista sanitario, con quasi 35mila morti in Italia, sia dal punto di vista dell’organizzazione economica che in nome del profitto non salvaguarda la salute e la sicurezza dei lavoratori. Noi dobbiamo impedire l’ennesima svolta liberista dell’economia fondata su sovvenzioni e agevolazioni pubbliche senza chiedere nulla in cambio alle aziende, facendo pagare la crisi alle lavoratrici e ai lavoratori nella speranza dell’ennesimo “sgocciolamento” della ricchezza (trickle down
) già ampiamente smentito dall’esperienza e ricusato dalla scienza economica.
Al contrario dobbiamo lottare per difendere e ampliare i diritti dei lavoratori, per un piano di investimenti per le infrastrutture aziendali, scolastiche e sanitarie pubbliche, che mettano al centro l'occupazione, il diritto allo studio e alla sanità pubblica gratuita, la sicurezza e la salute dei lavoratori e degli studenti, per la nazionalizzazione delle grandi aziende strategiche per farle uscire dalla crisi e salvaguardare i lavoratori.
Inizia un ciclo di lotte nel nostro Paese che saranno cruciali per il risveglio della lotta di classe, necessaria per creare le condizioni per la lotta per il socialismo e il potere politico del proletariato, l'unica vera prospettiva di cambiamento in Italia.
17 giugno 2020