Organizzato dalla Comunità palestinese e dai Giovani palestinesi in Italia
In tanti in piazza a Milano per dire "No all'annessione!" della Palestina
Apprezzato cartello del PMLI “Palestina libera! Uno Stato due popoli”
Redazione di Milano
In contemporanea con Roma, Torino, Bologna, Genova, Venezia, Bari e Napoli e altre città, anche a Milano si è tenuta una manifestazione dal titolo “No all’annessione!” per rivendicare “che si fermi il processo di annessione dei territori palestinesi nello stato d’Israele e che sia riconosciuto lo stato di Palestina”, contro l'annessione delle terre palestinesi della Valle del Giordano che il governo sionista Netanyahu-Gantz intende formalizzare dal 1° luglio in palese violazione del diritto internazionale.
Centinaia di manifestanti si sono così ritrovati nel pomeriggio di sabato 27 giugno in piazza Oberdan. Il presidio è stato indetto e organizzato dalla Comunità Palestinese della Lombardia e dai Giovani Palestinesi d'Italia e ha visto la partecipazione di varie organizzazioni umanitarie, pacifiste e culturali solidali con la causa palestinese, oltre che di organizzazioni studentesche e di alcune sezioni dell'ANPI. Presenti a dare il proprio sostegno anche partiti con la bandiera rossa e la falce e martello quali PMLI, PCI, PRC, SA e SI.
Khader Tamimi, presidente della Comunità palestinese di Lombardia, nel suo appassionato intervento ha chiarito che non è più il tempo della solidarietà a parole e che il governo Conte deve fare atti concreti perché nell’area si riconoscano i diritti del popolo palestinese. Tamimi, dopo aver condannato l'inaccettabile equazione “antisionismo=antisemitismo”, ha anche contestato il presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati che si ostina a negare l’importanza della causa palestinese, nonostante sia smentito da tanti atri esponenti della stessa Anpi e da altrettante sezioni della stessa presenti in piazza, invitandolo a un pubblico dibattito nel quale fargli comprendere che sono i palestinesi e non gli israeliani a essere oppressi.
"Noi facciamo parte del gruppo Gaza FREEstyle - ha spiegato Rajaa Ibnou - lavoriamo in quella zona da 10 anni abbiamo avuto modo di vedere la Palestina in diversi modi. Siamo qui in piazza per sostenere il popolo palestinese e per ribadire che non si fanno accordi senza interpellare i diretti interessati". E ancora: "Trump deve smetterla di mettere le sue mani in Medio Oriente, qualsiasi cosa fa è un danno. Noi ci impegneremo a tornare in Palestina non appena potremo, per continuare a svolgere il nostro lavoro".
Nei vari interventi susseguitisi si è ricordata la storia e l'attualità di decenni di oppressione, di indicibili sofferenze in Palestina e nei campi profughi, di sfruttamento del popolo e delle terre palestinesi, di efferati crimini commessi dal regime colonialista e razzista israeliano. I vari interventi hanno sottolineato che la lotta del popolo palestinese per la propria liberazione e autodeterminazione contro l'oppressione sionista si lega in salda solidarietà al generale movimento antirazzista nato negli Usa “Black lives metter”.
Al presidio anche la comunità curda con la rappresentante Hazal Koyuncuer: "L'occupazione dello stato israeliano per i curdi è una azione totalmente antidemocratica le soluzioni possono avvenire soltanto attraverso accordi internazionali. Piena solidarietà al popolo palestinese".
A rappresentare il PMLI c'erano militanti della Cellula “Mao” di Milano che hanno tenuto ben alto il cartello con il manifesto “Palestina libera! Uno Stato due popoli” molto apprezzato soprattutto dai manifestanti palestinesi e di altre nazionalità arabe che l'hanno fotografato e chiesto di esserne fotografati al suo fianco, condividendone appieno la sintetica e chiara parola d'ordine.
1 luglio 2020