Cala Gonone (Nuoro)
60 cameriere licenziate perché non accettano più ore di lavoro e meno salario
Ennesima triste storia di supersfruttamento della manodopera e di licenziamenti arriva dalla Sardegna centro-orientale.
A Cala Gonone, nel comune di Dorgali, nel nuorese, un noto resort ha licenziato 60 cameriere ai piani impiegate nella struttura alberghiera da oltre 20 anni, il nuovo gestore del resort, subentrato al precedente nell'ottobre del 2019, ha prima riconfermato le lavoratrici e l'apertura estiva a partire da giugno, dopo la chiusura imposta dalla pandemia, poi però ha imposto loro più ore di lavoro e salari inferiori.
Le lavoratrici con un lungo e apprezzatissimo post su Facebook hanno rifiutato e hanno attaccato pesantemente la nuova società proprietaria della struttura ricettiva: "Ci dicono che il villaggio riapre ma subito veniamo a sapere che le condizioni contrattuali sono cambiate"... "più ore e meno paga, orario full time per tutte, prendere o lasciare"… “Molte di noi si sono rifiutate, le più temerarie hanno accettato, ma dopo 12 giorni di lavoro hanno rassegnato le dimissioni: le condizioni contrattuali non venivano rispettate".
L'azienda si è avvalsa di altre donne per sostituire le combattive cameriere al piano, sfruttando la riserva di manodopera costituita dalle disoccupate. Un “giochino” tipico del sistema capitalista: sostituire i lavoratori più combattivi con manodopera a basso costo, approfittando del disperato bisogno di un salario da parte di quest'ultima e nello stesso tempo cercare di scatenare una tragica guerra fra poveri, mettendo gli sfruttati e gli oppressi gli uni contro gli altri, esattamente come avviene fomentando l'odio fascista e razzista tra i lavoratori autoctoni e i migranti.
Inaccettabile e vergognosa la solidarietà strumentale e solo di facciata data alle lavoratrici licenziate da parte del sindaco di Dorgali, Maria Itria Fancello, eletta nel 2016 con il M5S, da una parte solidarizza con loro, ma dall'altra auspica una politica favorevole all'ulteriore, infame, abbassamento del “costo del lavoro”, mettendo sullo stesso piano lavoratori e padroni, secondo l'ormai insopportabile retorica del ''siamo tutti sulla stessa barca'' del dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista e neofascista: "Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito a un progressivo e incessante peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Contratti con sempre meno tutele, condizioni economiche talvolta non consone. Chi reagisce, ribellandosi a questo sistema, ha il mio massimo rispetto e il mio appoggio, perché è grazie a chi ha il coraggio di protestare che si ottengono i cambiamenti.
Non mi sento in alcun modo di biasimare chi, avendo necessità di lavorare, accetta condizioni più svantaggiose. Le scelte personali vanno rispettate, tutte (senza nemmeno chiedersi perché esistano persone alla fame costrette ad accettare salari miserabili e condizioni bestiali di sfruttamento?, ndr).
Auspico piuttosto un intervento del legislatore affinché si mettano nuovamente al centro della discussione politica i diritti dei lavoratori dipendenti e nel contempo si aiutino le imprese riducendo il costo del lavoro per le stesse".
E com'è possibile ''cara'' sindaca conciliare l'inconciliabile ossia il profitto e il lavoro dipendente, gli interessi dei padroni e degli sfruttatori da una parte e quelli dei lavoratori sfruttati e degli oppressi dall'altra?
Anche questa triste vicenda dimostra l'inconciliabilità degli interessi tra la borghesia e il proletariato, prodotte dal conflitto tra il capitale e il lavoro e dunque la necessità della lotta contro il capitalismo e il suo governo anche nell'ambito della lotta per il lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti le lavoratrici e i lavoratori e le disoccupate e i disoccupati e per la piena emancipazione delle donne dalle disuguaglianze sociali e lavorative e di sesso in cui le relega il capitalismo, che potranno essere liquidate e distrutte solo nel socialismo con la conquista del potere politico da parte del proletariato.
29 luglio 2020