Su iniziativa della Lega. Il PD si accoda
Raddoppiati i fondi alle scuole private

 
Lo scorso 9 luglio la Camera, con 278 voti favorevoli e 187 contrari, ha approvato con modifiche il disegno di legge n. 1874 che riguarda la conversione del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020 (il cosiddetto 'decreto rilancio'), che contiene misure urgenti in materia di salute, lavoro, economia e politiche sociali connesse all'emergenza sanitaria provocata dal coronavirus, che ora è passato al Senato per la votazione definitiva, che avverrà il 19 luglio.
La Camera ha introdotto significative modifiche al testo del decreto legge, che riguardano soprattutto il superbonus al 110%, la cassa integrazione, il lavoro da remoto, il bonus auto e la scuola, ed è praticamente certo che, dati i tempi ormai stretti per la conversione del decreto legge n. 34, tali modifiche del disegno di legge n. 1874 vengano riprodotte anche al Senato.
Una delle maggiori modifiche riguarda il quinto comma dell'articolo 233 del decreto legge, ossia il raddoppio dei fondi a beneficio delle scuole private – paritarie sia primarie che secondarie - che passa da 150 milioni di euro a 300 milioni: di tale aumento di 150 milioni, 100 andranno agli istituti con bambini fino a sei anni e 50 per le rette dei restanti istituti.
L'emendamento che prevedeva il raddoppio dei fondi era stato introdotto in Commissione Bilancio dalla Lega, ma è stato sostenuto a spada tratta sin dalla sua presentazione dal renziano Gabriele Toccafondi, tanto che alla fine è stato votato da ben due partiti di maggioranza, PD e Italia Viva, i quali hanno votato insieme ai partiti di “centro-destra” e, complice il voto di fiducia che il governo aveva imposto, spaccato la maggioranza, perché il M5S e LEU si erano opposti a qualsiasi aumento del finanziamento, votando contro tale proposta leghista. Che vergogna!
È chiaro che le pressioni provenienti dalle gerarchie cattoliche sono state determinanti per indurre il PD e Italia Viva a votare l'emendamento leghista, nonostante le gravissime condizioni in cui si trova la scuola pubblica italiana, alla quale deve andare l'attenzione esclusiva del legislatore soprattutto per ciò che riguarda il personale e la cura dell'edilizia scolastica.
La scuola privata, infatti, può aumentare l'offerta formativa e offrirsi a quelle famiglie che vogliono iscrivere i loro figli a questi istituti privati ma, come prescrive la costituzione borghese, senza alcun onere per lo Stato. Il quale, se garantisce ai giovani, il pieno diritto allo studio deve adeguatamente finanziare la scuola pubblica, lasciando che siano i privati a finanziare la scuola privata. A maggior ragione oggi che l'emergenza sanitaria scatenata dal coronavirus richiederebbe interventi e risorse pubbliche da destinare alla scuola in misura assai superiore a quelle previste dal governo Conte.
 

29 luglio 2020