“La Campania non si lega. Il Sud non dimentica le offese”
Durissime contestazioni a Salvini a Salerno, Cava dei Tirreni, Agropoli e Sapri
Le “forze dell'ordine” del ministro Lamorgese caricano i manifestanti a Cava
Redazione di Napoli
È stata amara l’accoglienza che il leader della Lega fascista, razzista e xenofoba ha ricevuto a Salerno e provincia da parte delle masse popolari che, nonostante il periodo estivo, non hanno esitato a lasciare le spiagge e a dire No alla discesa in terra campana di Matteo Salvini.
Mercoledì 26 agosto in vista della campagna elettorale per Caldoro, i leghisti preparavano l’inaugurazione della sede della nuova segreteria provinciale di Salerno in piazza Malta. Subito partiva una contestazione che finiva per bloccare le strade del centro con parole d’ordine lanciate dal megafono da parte dei manifestanti come “Salvini non è il benvenuto! Buffone!”, eppoi striscioni e cartelli che riportavano la scritta “Salerno non si lega”. Fin dalla mattina si vedeva un clima teso con le “forze dell’ordine” che provocatoriamente chiedevano senza alcun motivo di identificare i manifestanti che prontamente rifiutavano.
Migliaia di manifestanti si sono dati appuntamento a Cava dei Tirreni, nel primo pomeriggio, per “accogliere” il leader della Lega nella centrale piazza Duomo. Una grande prova di forza antifascista da parte delle masse cavesi che sbarravano la strada al comizio di Salvini, subissato di fischi e dagli slogan che lo invitavano a lasciare immediatamente la città e gli impedivano di prendere il microfono in mano. Come si poteva scorgere dalle dirette su Facebook, la rabbia dei manifestanti montava dopo qualche risposta provocatoria del capo dei fascisti, razzisti e xenofobi in camicia verde, al punto che dovevano intervenire le “forze dell’ordine” in assetto antisommossa del ministro Lamorgese che reprimevano a manganellate “di alleggerimento” i presenti per poi successivamente identificarli.
Saltato anche il comizio di Cava dei Tirreni, Salvini voleva almeno centrare quelli di Sapri e Agropoli ma anche in queste due città, i manifestanti, soprattutto giovani, lasciavano volentieri il mare per dedicarsi alla cacciata del leader della Lega. Già all’arenile di Agropoli non erano mancate le contestazioni a Salvini che poi velocemente si recava a Sapri per un comizio serale che si concludeva per lui con un'altra amarezza: l’ennesima contestazione da parte della gioventù saprese che dopo aver ribadito “Sapri non si lega”, contestava nuovamente Salvini che a stento riusciva a chiudere il “dibattito”, nuovamente travolto da fischi e proteste.
2 settembre 2020