Per turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture
Indagati quattro uomini vicini al governatore campano De Luca
Si tratta di Verdoliva, Cascone, Santaniello e Cuccurullo
Già agli inizi dello scorso mese di luglio la Procura della Repubblica di Napoli aveva ricevuto circostanziate notizie di reato relative alla realizzazione, fortemente voluta dal governatore campano Vincenzo De Luca del PD, dei reparti ospedalieri prefabbricati, destinati a fronteggiare l'emergenza coronavirus e contenenti anche posti di terapia intensiva, da costruire a Napoli, Salerno e Caserta nei pressi rispettivamente dell'Ospedale del Mare, dell'Ospedale Ruggi d'Aragona e dell'Ospedale Sant'Anna.
La costruzione di tali strutture sanitarie era diventata, a partire dall'inizio dell'emergenza sanitaria, un vero e proprio cavallo di battaglia politico per la giunta retta da De Luca, che aveva deliberato il 17 marzo la gara d'appalto con la procedura di somma urgenza, tanto che due giorni più tardi, il 19 marzo, la centrale per gli acquisti della Regione Campania aggiudicava la realizzazione delle tre opere alla società padovana Manufactoring engineering & development srl, la quale avrebbe dovuto completare le opere in 18 giorni per una spesa complessiva di oltre 15 milioni di euro.
Nonostante la propaganda di De Luca, però, notevoli criticità sono da subito venute fuori per ciò che riguarda, soprattutto, le strutture di Caserta e di Salerno. Per ciò che riguarda Caserta, la Regione Campania ha proceduto a una requisizione per pubblica utilità del terreno privato dove ora sorge il prefabbricato destinato a diventare struttura sanitaria, che peraltro non è mai stata aperta al pubblico nonostante sia stata finita, con la conseguenza che tale terreno dovrà essere riconsegnato al proprietario tra 4 anni e privo delle opere costruite. Per ciò che riguarda Salerno, la situazione è ancora più grave, perché l'opera, a distanza di quasi sei mesi da quando è stata bandita, non è mai stata conclusa, e nel frattempo tra la Regione Campania e l'azienda appaltatrice si è anche aperta una lite giudiziaria.
Tutti questi sprechi e questi ritardi, oltre ad alimentare una polemica politica nella quale il capobastone del PD campano si è attirato le più aspre critiche, hanno indotto anche la magistratura a vederci chiaro: infatti la Procura della Repubblica di Napoli ha aperto già a luglio un fascicolo di indagine, iscrivendo nel registro degli indagati per i reati di turbativa d'asta e frode in pubbliche forniture quattro fedelissimi di De Luca, ovvero Ciro Verdoliva, manager dell'Asl Napoli 1, Luca Cascone, consigliere regionale PD, Roberta Santaniello, componente dell'Unità di crisi regionale e del gabinetto della giunta per la Protezione Civile, e Corrado Cuccurullo, presidente della Soresa, la centrale di acquisti della Regione Campania.
Il 3 agosto nei confronti di Verdoliva, Cascone e Santaniello la procura ha fatto eseguire perquisizioni e sequestri di computer, tablet e cellulari, mentre nei confronti di Cuccurullo è stato disposto solo il sequestro del computer dell'ufficio.
Nel decreto di perquisizione e sequestro i magistrati di Napoli ipotizzano a carico dei quattro indagati i reati di concorso in turbativa d'asta e di frode in pubbliche forniture in relazione alle tre strutture di Napoli, Salerno e Caserta, ma si legge che l'indagine è relativa anche “alle altre gare indette nel periodo dell'emergenza
“, e a tal proposito emerge il ruolo del consigliere regionale del PD Cascone, che durante la fase più acuta dell'emergenza sanitaria, come le indagini hanno dimostrato, mise in contatto la centrale acquisti campana con possibili fornitori di mascherine, ventilatori polmonari e altro materiale ritenuto utile ad affrontare l'epidemia, pur non avendo mai ricoperto alcun ruolo all'interno dell'unità di crisi.
9 settembre 2020