Sicilia
L'Anpi chiede le dimissioni di Musumeci
Il governatore regionale è accusato di aver scritto un'agiografia del gerarca mussoliniano Anfuso

 
L'attuale presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è da sempre un fascista mai pentito, infatti militò nell'MSI fino al 1995 prima di aderire in quell'anno ad Alleanza Nazionale fino al 2005 e di fare gradualmente carriera politica fino alle elezioni del 2017 che lo portarono a dirigere l'attuale giunta di “centro-destra” che governa la Sicilia.
Nel 1986, quando ancora militava nel Movimento Sociale Italiano, Musumeci scrisse e pubblicò un testo di 158 pagine edito dalla storica associazione culturale nonché casa editrice dell'estrema destra catanese CE.S.PO.S. dal titolo apologetico L'ambasciatore Anfuso: “Duce, con voi fino alla morte”, nel quale da una parte Musumeci riporta una frase che il gerarca fascista Filippo Anfuso rivolse a Mussolini, dall'altra vuole fare chiaramente intendere la personale adesione di fedeltà nostalgica di Musumeci stesso a Mussolini e al fascismo, e indicare la fedeltà di Anfuso come un esempio da seguire.
Musumeci ha poi pubblicato, con la stessa casa editrice, nel 2005 un testo dedicato a Gaetano La Terza (1912-1973), militante fascista catanese durante il ventennio nonchè fervente repubblichino e in seguito storico consigliere dell'MSI al Comune di Catania e all'Assemblea Regionale Siciliana, e nel 2015 - alla vigilia delle elezioni che lo avrebbero portato alla presidenza regionale - una storia dell'MSI in Sicilia, a dimostrazione del fatto che egli è sempre stato ed è tuttora un fascista.
Già nel 2003 l'Anpi di Catania aveva chiesto, per il libro su Anfuso, le dimissioni di Musumeci dalla carica di coordinatore siciliano di Alleanza Nazionale.
Recentemente poi Musumeci ha completamente ignorato la vicenda che riguarda il suo assessore ai Beni Culturali, il leghista Alberto Samonà, quando si è scoperto che egli aveva scritto una ventina di anni fa un opuscolo inneggiante alle SS tedesche: Musumeci non ha mai preso posizione sulla vicenda che ha riguardato il suo assessore e si è trincerato dietro ad un silenzio nel quale in molti, tra i quali l'Anpi, hanno letto un chiaro assenso.
Si comprende quindi la posizione ufficiale dell'Anpi che chiede le immediate dimissioni di Musumeci dalla carica di presidente della Regione Siciliana: “ci chiediamo come si possa essere nostalgici del fascismo, avversari della democrazia, nemici della Costituzione e nello stesso tempo rappresentare le istituzioni della nostra Repubblica” , aggiungendo, a proposito dell'apologia di Anfuso, che si tratta di “un'agiografia di una triste figura del regime fascista, Filippo Anfuso, probabile responsabile dell'uccisione dei fratelli Carlo e Nello Rosselli in Francia” .
Filippo Anfuso (1901-1963), fascista della prima ora, fu un diplomatico e come tale ebbe incarichi in varie capitali europee e a Pechino prima di partire come volontario nel 1936 nelle file fasciste nella guerra di Spagna, dove garantì il sostegno del regime fascista italiano a Francisco Franco. Ecco perché fu condannato a morte in contumacia il 12 marzo 1945 dall'Alta Corte di Giustizia di Roma per collaborazionismo con i nazisti e per gravi crimini fascisti, tanto da indurlo a scappare prima in Francia e poi in Spagna, da dove rientrò in Italia solo nel 1950 dopo l'amnistia.
A tale proposito la storica Anna Foa scrive:“Nel 2003 quando Nello Musumeci era solo il coordinatore regionale di Alleanza Nazionale, l’ANPI di Catania ne aveva già chiesto le dimissioni per lo stesso motivo, in un comunicato molto dettagliato in cui ripercorreva la storia di Filippo Anfuso negli anni dell’occupazione nazista ”. “C’è un altro punto - continua la Foa - che più che Anfuso direttamente riguarda il suo biografo Musumeci. Sembra che nel 1986 il suo libro sia stato largamente usato a sostegno della tesi dell’innocenza dei fascisti di Salò nella caccia agli ebrei dopo l’armistizio del 1943. Oggi che la storiografia ha fatto a pezzi queste posizioni, dimostrando il ruolo primario di Salò nella deportazione degli ebrei italiani, che l’autore di simili apologie sia un rappresentante della nostra Repubblica è un’onta per tutti ”.
 

23 settembre 2020