Poiché i governanti non hanno fatto nulla per il rischio idrogeologico, la devastazione ambientale, il consumo del territorio
Il Piemonte sott’acqua
Morti, feriti, dispersi, sfollati, comuni isolati. L'alluvione ha colpito anche Liguria, Lombardia, Valle d'Aosta e Emilia-Romagna
Risarcire gli alluvionati

 
L'ondata di maltempo che si è abbattuta sul Nord-Ovest, tra venerdì 2 e sabato 3 ottobre ha causato nel Cuneese, Biellese e Verbano, in Piemonte, nel ponente ligure e in Val d'Aosta danni disastrosi. Sette vittime e due dispersi il bilancio provvisorio. In Piemonte 108 comuni colpiti dall'alluvione. Il Po è salito di 6 metri in 24 ore. Tre ponti crollati: quello sul Sesia, tra Romagnano e Gattinara, gli altri due in Valtrebbia nel Piacentino e a Bagnasco, nel Cuneese, travolto dal Tanaro. Isolati e senza corrente molti comuni. Un morto in Valsesia e un disperso nel Cuneese, un morto in Valle d’Aosta, la Liguria, tra fiumi in piena e mareggiata sulla costa, conta 5 morti
Una devastazione annunciata visto che le piogge e le perturbazioni oramai da tempo non sono più eventi eccezionali e inaspettati ma il risultato dei cambiamenti climatici causati da cementificazione e deforestazione, inquinamento dell’ambiente, dei mari e dell’aria di cui le responsabilità vanno cercate nelle politiche capitaliste predatorie dei governi dei paesi più industrializzati. È chiaro che, come espressamente denunciato dalle popolazioni e dalle vittime delle alluvioni e delle frane, le responsabilità del governo centrale e degli enti locali sono evidenti: da una parte non hanno fatto nulla per il rischio idrogeologico, la devastazione ambientale, il consumo del territorio, anzi hanno tagliato i fondi destinati alla manutenzione e alla messa in sicurezza del territorio e dei fiumi, dall'altra hanno favorito la speculazione edilizia e la devastazione ambientale invece di proteggere l'ambiente e con esso anche le popolazioni residenti. Così a farne le spese, come sempre, sono le masse popolari che vedono il loro territorio, le loro case e le loro attività produttive colpite periodicamente e violentemente da frane e allagamenti.
Sono 108, i Comuni in Piemonte che hanno subito danni dall'alluvione dei giorni scorsi, comunica la Protezione civile della regione: Ceva, Nucetto, Bagnasco, Garessio, Ormea, Lisio, Limone Piemonte, Vernante Vercelli, Borgo Vercelli, Romagnano Sesia, Grignasco, Varallo Sesia, Rosazza, Campiglia Cervo e Piedicavallo e Vco, per nominarne alcuni, con lo stesso scenario: fiumi esondati, sfollati, frane, allagamenti e colate di fango ovunque per le strade. Domenica 4 oltre ottomila abitazioni erano ancora senza energia elettrica, soprattutto nel Vco e nel Vercellese. La stima complessiva dei danni potrebbe salire a 200-300 milioni di euro.
Ventiquattro ore di pioggia concentrata e intensissima con valori eccezionali ben oltre il record storico del 1958, rileva l'Arpa: 580 millimetri a Limone Piemonte in provincia di Cuneo e 630 a Sambughetto, in provincia di Verbania. A Limone in particolare è una catastrofe, abbiamo strade comunali interne che non esistono più”, dice il sindaco Massimo Riberi, divelti alcuni impianti sportivi. È l'immagine di una devastazione che in Piemonte ha riportato alla mente le alluvioni del 1994 e 2000.
In Valle d’Aosta è crollato il ponte sulla strada regionale a Gaby che ha isolato l'alta valle di Gressoney: su tutto il territorio si sono registrate esondazioni dei torrenti, colate detritiche, cadute massi e piante sulle strade regionali e comunali. Anche il vento ha provocato dei danni: ad Arnad, comune posto lungo la Dora Baltea, è morto un vigile del fuoco schiacciato da un albero.
In Lombardia frane e smottamenti sono stati segnalati nel Varesotto mentre in Valtellina sono stati evacuate alcune case. Numerosi sono i danni che si contano nelle campagne pavesi dove il fiume Sesia, al confine tra Lombardia e Piemonte, ha allagato le campagne tra Palestro e Langosco dove si coltiva principalmente riso. Un gruppo di 17 persone è rimasto isolato nella frazione Sant'Antonio di Corteno Golgi, nel Bresciano, dopo che il distacco di una frana con un fronte di circa 100 metri ha interrotto l'unica strada di collegamento.
“In questo inizio di autunno 2020 – sottolinea la Coldiretti – le tempeste sono praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ben 127 eventi estremi tra nubifragi, grandinate, vento forte, tornado, bombe d'acqua che hanno provocato frane ed esondazioni e provocato milioni di euro di danni alle campagne e nelle città”.
In Liguria ci sono stati picchi di precipitazione arrivati a sfiorare i 400 mm sull’imperiese. Una disastrosa alluvione ha colpito Ventimiglia causando l’esondazione del fiume Roia dove ha perso la vita un uomo. Una violentissima burrasca di scirocco ha investito tutta la Riviera, con raffiche oltre i 100 km/h causando gravi danni a diverse strutture litoranee. Qui si contano i 5 morti travolti dalla furia del mare e dalla forte pioggia. A Imperia tredici sono le persone evacuate e cinque i comuni isolati. Sono circa 20.000 le utenze elettriche fuori servizio
In Emilia Romagna e bassa Lombardia preoccupa il livello del Po salito di 6 metri in 24 ore: Arpa e Protezione civile hanno diramato per il 5 ottobre una nuova allerta arancione per rischio idrogeologico nella pianura e nella bassa collina delle province di Parma e Piacenza e per vento sull’Appennino emiliano. Particolare allerta per il passaggio della piena del Po nel Piacentino, mentre sono sotto pressione anche i laghi Maggiore e di Como
Per la popolazione delle regioni alluvionate, già fortemente in crisi per l'emergenza Covit, deve essere previsto il risarcimento immediato da parte del governo del dittatore antivirus Conte, altro che una formale e blanda “massima attenzione” e le solite promesse ripetute anche in questa circostanza.

7 ottobre 2020