La dura vita del bracciante agricolo
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Putignano del PMLI
Uno dei lavori che dovremmo comprendere e denunciare è quello del bracciante agricolo che molto spesso viene sfruttato con lavoro in nero e un salario basso.
Il nostro compito è stare vicini ai braccianti agricoli, fargli avere i loro diritti e prepararli alla lotta contro il padrone e il caporale. Non dobbiamo essere come i falsi “comunisti” che parlano a favore dei lavoratori ma poi ridono e scherzano con i padroni, o come lo Stato che fa leggi solo a favore del padrone e dimenticandosi di chi lavora.
Noi militiamo in un grande Partito possiamo far conoscere la verità e la strada giusta ai lavoratori e alle masse popolari, cosa i nostri Maestri hanno insegnato per essere protagonisti dell'emancipazione, per far loro prendere coscienza che solo con la lotta per il socialismo si potrà mettere fine allo sfruttamento e dar vita ad una nuova società.
Il bracciante agricolo ogni giorno si alza molto presto per spostarsi di paese in paese, anche centinaia di chilometri, per lavorare nelle campagne con il rischio di colpi di sonno, poi inizia il lavoro a raccogliere verdura o ortaggi per sei ore e oltre senza pausa, senza poter staccare le mani, senza poter parlare con nessuno. Deve solo lavorare. Nel lavoro di raccolta sono fortemente impegnate le donne mentre gli uomini spostano le casse piene o fanno altri lavori pesanti. Ma entrambi vengono trattati male dal caporale che ti urla e minaccia. E come se non bastasse, spesso si è costretti a respirare i veleni, come pesticidi, diserbanti e altro che arrivano da altri appezzamenti, con gravi danni alla salute. Così la sera si torna a casa stanchissimi, malpagati e pure avvelenati.
7 ottobre 2020