Nei comuni di Borgo San Lorenzo e Vicchio del Mugello (Firenze)
L' astensionismo rimane primo “partito” alle elezioni regionali
Il No “tiene botta” al referendum costituzionale
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Vicchio del Mugello del PMLI
Facciamo un bilancio dei risultati del referendum costituzionale e delle elezioni regionali che si sono tenuti il 20 e 21 settembre anche nei comuni mugellani di Borgo San Lorenzo e Vicchio del Mugello.
Il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari è passato ma non ha avuto quel plebiscito che ci si poteva aspettare visto l'ampissimo schieramento di forze che lo sostenevano. Come abbiamo potuto verificare nella nostra propaganda marxista-leninista per sostenere le ragioni del NO, è stata strumentalizzata dai sostenitori del Sì la sacrosanta collera delle masse popolari per le continue ruberie dei politicanti borghesi, e questo referendum è stato visto dalla popolazione come un'occasione per fargliele pagare, non vedendo che il taglio dei parlamentari è in realtà un taglio bello e buono della democrazia borghese.
Il No comunque tiene bene botta e ottiene percentuali importanti, che sfiorano il 35% dei votanti a Borgo San Lorenzo e Vicchio, dato superiore di oltre 4 punti percentuale di quello nazionale e di un punto a quello regionale toscano.
La partecipazione al voto è stata del 68,47% a Borgo e del 64,12% a Vicchio. Se la confrontiamo con quella alle regionali, tenute nel medesimo giorno, vediamo che è superiore di 4 punti a Borgo S. Lorenzo e di 1,3% a Vicchio. Questo significa che una quota di elettori ha votato solo al referendum e si è astenuta alle regionali.
L'astensionismo, inteso nelle sue tre variabili, diserzione, annullamento della scheda e voto bianco, alle elezioni regionali nei comuni di Borgo San Lorenzo e Vicchio del Mugello (Firenze) rappresenta rispettivamente il 36,5% e il 37,9%, arretrando di circa il 15%. Una tendenza inversa invece la si riscontra rispetto alle politiche del 2018, dove gli astensionisti aumentano del 12,7% e 13% e rispetto alle europee del 2019 (+5,9% e +5,6%).
Certo su questi dati ha pesato anche la paura “della spallata della destra” che ha richiamato al voto un certo numero di astensionisti. Da registrare anche come segnale di sfiducia verso i partiti parlamentari l'aumento di oltre tre volte degli elettori che hanno scelto di votare solo per il candidato presidente.
L'astensionismo resta comunque primo “partito” confermando quindi quella che ormai da diversi anni è una tendenza consolidata, nonostante la battuta di arresto avuta alle politiche del 2018 quando il M5S richiamò alle urne una parte dell'elettorato sfiduciato con mirabolanti promesse di cambiamento.
E, dalle stelle alle stalle, il grande sconfitto è senza dubbio il M5S che con la sua candidata Irene Galletti, raccoglie 538 voti a Borgo e 460 a Vicchio, rispetto alle regionali 2015 perde per strada circa un elettore su 3. Tutto diventa una vera e propria disfatta se tali dati si raffrontano alle politiche 2018 dove i pentastellati furono votati nei due paesi da 2.315 e 1.195 elettori divenendo il terzo partito dietro ad astensionismo e PD. Insomma, l'elettorato gli ha presentato il conto delle illusioni di cambiamento che avevano sparso a piene mani negli anni passati e che si sono sciolte come neve al sole una volta andati al potere centrale, prima col governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio e ora a sostegno del dittatore antivirus Conte. Un risultato in linea con il dato toscano malgrado in Mugello i pentastellati si agitino contro le giunte comunali e regionali di “centro-sinistra” per la questione eolico partecipando attivamente al movimento contro l'impianto Villore-Corella nei comuni di Vicchio e Dicomano.
Il PD perde rispettivamente l'1,2% e il 2,9% sul corpo elettorale a Borgo San Lorenzo e a Vicchio rispetto alle precedenti regionali. Ben più marcate le percentuali perse rispetto alle politiche 2018, (-4,9% e -6,5%) e sulle europee del 2019 (-5,4% e -7,5%). La perdita più pesante a Vicchio si deve probabilmente alla scelta della giunta comunale a trazione PD col sindaco Carlà, di fatto favorevole al citato impianto eolico sul giogo Villore-Corella. Certo in buona parte i voti persi dal PD sul 2015 sono stati intercettati e recuperati in qualche modo nelle cinque liste che insieme al PD sostenevano il governatore eletto Giani, ma fatto sta che il Mugello non ha proprio più niente a livello elettorale della vecchia roccaforte di questa forza politica fin dai tempi del vecchio PCI, mentre rimane il ben oliato negli anni apparato burocratico-amministrativo.
Tra le liste a sostegno di Giani vi è anche Italia Viva di Renzi che in Mugello è restata al palo ottenendo rispettivamente il 3,9% (Borgo) e il 2,4% (Vicchio). Pochi voti in più rispetto a quelli presi nel 2018 e 2019 da +Europa con cui si presentava insieme a queste regionali. Neanche nella sua culla, per di più alle porte di casa del suo leader Matteo Renzi, Italia Viva decolla malgrado la pomposa spavalderia con cui canta vittoria il mancato duce di Rignano che sembra un gallo sempre più spennacchiato.
Le forze a sinistra del PD hanno raccolto percentuali basse; premettiamo che in questa area rispetto alle politiche 2018 mancano diverse centinaia di voti considerando i voti presi allora da Liberi e uguali, comunque vi è una flessione rispetto a tutte le tornate elettorali. Probabilmente forte è stata tra questo elettorato la paura “della spallata della destra”. “Toscana a sinistra” col candidato governatore Tommaso Fattori, sostenuta da PRC e Potere al popolo ha ottenuto il 3% a Vicchio e il 2,7% a Borgo. Mentre il PCI ha raccolto percentuali appena superiori all'1% in ambedue i comuni, il PC di Rizzo ha preso appena mezzo punto percentuale.
Noi marxisti-leninisti non ci stancheremo mai di stigmatizzare e criticare le illusioni elettorali, parlamentari e costituzionali spante da queste forze che finiscono in definitiva per sostenere e accreditare queste istituzioni del regime neofascista imperante, andando a depotenziare così la fascia elettorale, insieme a quella degli astensionisti, di sinistra più progressista e avanzata. Comunque sia queste forze, e i loro elettori sono per noi dei preziosi interlocutori con cui lavorare per lotte comuni e con una parte delle quali anche a livello nazionale stiamo portando avanti la petizione in difesa della sanità pubblica.
La Lega, che candidava a governatore la pupilla di Salvini Susanna Ceccardi, anche in Mugello non ha sfondato e ha perso un terzo dell'elettorato che aveva avuto nelle europee 2019, malgrado il forte incremento rispetto alle precedenti regionali spartendosi col partito della Meloni parte del “tesoretto” elettorale dei fascisti di Casapound mentre registra un lieve incremento sulle politiche 2018 in controtendenza rispetto al dato regionale. La Lega in zona si è data molto da fare nel martellare la popolazione con la sua propaganda fascista e razzista, dal comizio di Salvini a Borgo San Lorenzo, che ha ricevuto delle contestazioni da parte delle Sardine, ai propri banchini nelle piazze. Per esempio quando abbiamo fatto i nostri banchini come PMLI, dove riportavamo la nostra linea per il NO al referendum costituzionale e la nostra linea astensionista abbiamo avuto sempre nei paraggi un banchino leghista.
Un avanzamento, anche se non irresistibile, lo ha avuto Fratelli d'Italia della ducetta Meloni approfittando anche della perdita di Forza Italia ormai ridotta al fondo del barile.
Come marxisti-leninisti mugellani abbiamo lavorato con la nostra propaganda per sostenere e qualificare in senso rivoluzionario tra la popolazione sia le ragioni del No al referendum che l'astensionismo alle regionali. Siamo soddisfatti tutto sommato del risultati raggiunti da queste componenti, che sono un'ottima base da tener di conto per la nostra attività in futuro.
14 ottobre 2020