Appendino condannata per falso ideologico
La sindaca di Torino si sospende dal M5S ma resta in carica
Deve dimettersi
Lo scorso 21 settembre Chiara Appendino, sindaca di Torino del M5S, è stata condannata in primo grado dal tribunale di Torino a sei mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per il reato di falso ideologico in atto pubblico a conclusione del cosiddetto “processo Ream”.
Al termine dello stesso procedimento sono stati condannati anche Sergio Rolando, assessore al Bilancio del comune di Torino, al quale il tribunale ha inflitto sei mesi, e Paolo Giordana, ex capo di gabinetto, condannato a otto mesi, in entrambi i casi per lo stesso reato dell'Appendino.
Il tribunale ha accertato che la sindaca, con la fondamentale collaborazione di Rolando e Giordana, aveva deliberatamente omesso di inserire, all'interno del bilancio del comune di Torino del 2017, la caparra, dal valore di 5 milioni di euro, versata nel 2012 da Ream SGR spa, società che si era proposta di riqualificare l’ex area Westinghouse, che si trova alla periferia del capoluogo piemontese, per costruirvi un centro congressi, un progetto che però nel 2013 fu affidato dallo stesso comune al gruppo Esselunga.
Chiara Appendino divenne sindaca del comune di Torino nel giugno del 2016, ed è ovviamente estranea ai fatti avvenuti anni prima del suo insediamento, ma ha la responsabilità di avere omesso di restituire alla società Ream i 5 milioni di caparra, e ciò sarebbe dovuto avvenire entro la fine del 2016, ma non lo fece, né segnalò l'importo non restituito (che rimaneva nel patrimonio del comune) nel bilancio del 2017, ed è per questa condotta menzognera che è stata condannata. Né ha attenuato le responsabilità dell'Appendino il fatto che nel 2018 il comune avrebbe poi restituito i 5 milioni a Ream, perché il reato di falso in atto pubblico era stato già irrimediabilmente commesso.
La sindaca Appendino, se non altro in ottemperanza a quanto stabilito dal codice etico del M5S che prevede le dimissioni di chi ricopre cariche pubbliche anche per condanne in primo grado, avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaca di Torino, ma non lo ha fatto, limitandosi furbescamente ad autosospendersi dal M5S, così da non essere più sottoposta al codice etico del movimento.
Questo maldestro giochetto dell'autosospensione dal movimento che l'ha portata a governare Torino, ovviamente, non può assolutamente soddisfare né i suoi elettori né l'intera popolazione torinese: l'Appendino si è resa responsabile di un reato di carattere menzognero perpetrato in atti ufficiali, un reato gravissimo per un amministratore pubblico, e per questo l'esponente del M5S non può aggirare l'ostacolo delle dimissioni con l'autosospensione, ma deve immediatamente dimettersi dalla carica di sindaca.
14 ottobre 2020