Su iniziativa di Fridays for future
Le studentesse e gli studenti in piazza per il clima
Le ragazze in prima linea
A Roma Extinction Rebellion presidia l'Eni
Il 9 ottobre migliaia di studenti con alla testa le ragazze sono scesi in piazza in tutta Italia nell'ambito del sesto sciopero mondiale per il clima indetto Fridays for future, il Movimento globale per la giustizia climatica e ambientale fondato da Greta Thunberg.
In Piazza Del Popolo a Roma centinaia di manifestanti hanno preso parte al climate strike per denunciare pubblicamente l'immobilismo del governo italiano chiedendo provvedimenti urgenti contro la crisi climatica che sta devastando l'ecosistema e la destinazione dei soldi del Recovery Fund per la riqualificazione della scuola e la conversione ecologica.
All'Eur le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion a partire dall'8 ottobre si sono incatenati per oltre 24 ore ai cancelli del palazzo Eni per “denunciare – scrivono in un comunicato - la finta narrazione di greenwashing della multinazionale e dichiarare l’urgenza di agire per contrastare il collasso climatico ed ecologico".
Nonostante il carattere pacifico e non violento del presidio, alcuni attivisti sono stati fermati e denunciati dalle “forze dell'ordine”.
"Vogliamo che i soldi del Recovery Fund siano usati per un piano trentennale di riconversione ecologica", spiegano gli attivisti di Fridays For Future. "Questi soldi devono essere investiti nel costruire una scuola diversa e un diverso tipo di produzione più sostenibile. È necessario un investimento importante nell'edilizia scolastica, così che la scuola possa diventare un luogo sicuro e sostenibile, di aggregazione e cultura. Una scuola che prepari una società di persone umanamente differenti, libere e socialmente uguali". Un'altra delle istanze portate avanti dagli attivisti dello sciopero per il clima, è quello della mobilità sostenibile. "Bisogna creare città dove al centro ci siano i cittadini, non le auto. Serve investire sulle energie rinnovabili e disincentivare l'uso dei combustibili fossili per creare un futuro più verde".
Al termine delle manifestazioni gli attivisti di Fridays For Future hanno denunciato che, nonostante gli inviti: "Nessun rappresentante del governo si è presentato al presidio... chiediamo perciò un confronto al ministero dell’Economia e delle Finanze e a Cassa Depositi e Prestiti, in quando emanazioni del governo che hanno una quota di partecipazione complessiva del 30,33% in ENI, una delle aziende che più alimenta il precipizio climatico che stiamo vivendo”.
Perciò chiediamo al governo di “sciogliere dalle catene i cittadini che per mandato deve proteggere e deve farlo dicendo la verità e con azioni concrete che rompano il Business as Usual delle grandi aziende inquinanti che alimentano l’ecocidio, e non continuando a finanziarle anche tramite fondi europei".
Nonostante la vergognosa opera di crumiraggio svolta dalla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina la quale, in una nota inviata a tutte le scuole, ha “invitato” gli studenti a non scioperare e i docenti a dedicare un'ora di lezione ai temi ambientali e climatici, altre manifestazioni e presidi molto partecipati si sono svolti in decine di altre città dal Nord al Sud della Penisola per chiedere di porre fine agli incentivi che lo Stato concede a tutte le aziende che traggono profitto dalle attività estrattive. Per dire no a qualsiasi tipo di finanziamento a Eni fino a che non invertirà completamente la propria politica energetica rinunciando definitivamente a tutti i combustibili fossili, compreso il “gas naturale” e fino a quando non smetterà di sfruttare selvaggiamente le risorse delle popolazioni più povere del mondo e distruggere gli ecosistemi. Per chiedere al governo di portare le emissioni di gas climalteranti allo zero netto entro il 2025.
A Milano
un corteo è partito da Largo Cairoli ed ha raggiunto Piazza Duomo perché, hanno spiegato gli organizzatori “è necessario far sentire la voce degli attivisti in un momento fondamentale in cui i governi stanno decidendo come spendere gli enormi fondi del Recovery Fund e le compagnie fossili stanno facendo di tutto per continuare col loro modello di business". .
A Lucca
un presidio di protesta si è svolto in Piazza Napoleone a cui hanno preso parte decine di studenti di Viareggio
e degli istituti limitrofi. Nonostante le restrizioni imposte dall'emergenza sanitaria, gli organizzatori della manifestazione si sono detti “soddisfatti del numero di partecipanti. Era chiaro che fosse impossibile raggiungere numeri pre-covid, ma la risposta c’è stata ed era importante far sentire la nostra presenza”.
A Lecce
circa 400 studenti degli istituti superiori e universitari hanno manifestato a suon di slogan, striscioni e cartelli in Piazza Sant’Oronzo.
A Bergamo
circa 300 manifestanti si sono dati appuntamento in piazzale Alpini per chiedere che “le misure per la ripartenza post covid siano in linea con gli Accordi di Parigi e con la necessità di far fronte alla crisi climatica”.
Tantissimi gli studenti degli istituti superiori che hanno manifestato in Piazza Mancini a Cosenza
.
Ad Ancona e Macerata
lo sciopero mondiale ha riunito in piazza Ugo Bassi, nel capoluogo dorico, moltissimi giovani provenienti anche dal sud delle Marche. Presenti anche associazioni e movimenti politici per ribadire che: “Siamo nel centro dell’amministrazione regionale per fare pressione e quindi per cambiare le cose riguardo investimenti e progetti energetici. Vogliamo una radicale transizione ecologica”.
A Bologna
i manifestanti hanno inscenato un provocatorio flash mob con decine di studenti “morti” in piazza. “Se ci siamo dovuti mobilitare in mezzo a una fottuta pandemia globale – ha detto uno dei manifestanti – immaginate come ci sentiamo. E’ arrivato il momento di svegliarsi”.
A Jesi
la giornata di sciopero è stata organizzata dal Collettivo Corto Circuito del centro sociale Tnt con la partecipazione di centinaia di ragazzi provenienti da tutti gli istituti superiori della città al concentramento in Piazza Pergolesi. Il corteo poi si è diretto, passando per Corso Matteotti, verso i giardini pubblici dove i manifestanti hanno esposto cartelli e striscioni con slogan contro lo sfruttamento sistema capitalista e il sistema scolastico italiano.
14 ottobre 2020