Proteste contro il viaggio propagandistico di Conte a Taranto
Dal corrispondente di Taranto
Il 12 ottobre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accompagnato da ben 5 ministri, Lorenzo Guerini (Difesa), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico), Paola De Micheli (Infrastrutture e dei Trasporti), Gaetano Manfredi (Università e ricerca) e Giuseppe Provenzano (Sud e Coesione territoriale), si è recato a Taranto, per tagliare una serie di “nastri” e fare propaganda al suo governo.
Anzitutto la posa della prima pietra del nuovo ospedale San Cataldo, dichiarando di volerlo fare “come il ponte di Genova”. Successivamente è intervenuto alla cerimonia di inaugurazione del Corso di laurea in medicina e chirurgia della sede tarantina dell’Università di Bari, che da molti viene giudicata il primo passo per l'autonomia da quella del capoluogo di regione.
Si aspettava un'accoglienza calorosa, magari la folla a festeggiare il suo arrivo sventolando le bandiere del tricolore italico fascista, ma la realtà è stata ben diversa. Lavoratori e studenti hanno manifestato contro il premier Conte, che instaurando una dittatura antivirus ha provocato enormi danni economici, con licenziamenti, casse integrazione, negozi e piccole attività chiuse.
Un giornalista tarantino, Luigi Abbate, ha sfidato il capo del governo, chiedendogli appunto perché tra le “tante promesse” (nemmeno una mantenuta) non ci fosse la più importante e sentita dal popolo tarantino, ossia perché il governo non vuole cacciare Arcelor Mittal, che da quando amministra l'ex Ilva ha solo peggiorato le cose. Non che con la famiglia Riva fosse meglio, anzi, l'industria è sempre passata da un privato all'altro, e la borghesia come sempre ha pensato solo al proprio profitto trascurando e attaccando invece lavoratrici, lavoratori e popolazione.
Comunque, dinanzi a quelle parole, Conte all'inizio non ha risposto, probabilmente cercando una scusa, poi ha totalmente sviato il discorso, insistendo per più minuti col pretesto che il giornalista lo stesse “accusando”. Dopodiché se n'è andato, giudicando l'interlocutore poco obbiettivo. La mancanza di una risposta effettiva lascia intravedere la vera natura di chi ora guida il governo M5S-PD Conte 2, faccia della stessa medaglia della destra reazionaria e fascista.
Dopo di che Conte ha partecipato all’incontro per la sottoscrizione di alcuni accordi nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo, alla presenza dei vari ministri e delle autorità locali. Tra questi c'è quello per la riqualificazione dell’ex banchina Torpediniere presente nel Mar Piccolo, che dopo quattordici anni dalla sua dismissione, poi affidata all'Autorità portuale di Taranto, sarà trasformata in un approdo per maxi yacht. Sempre nell’area in questione sorgerà l’Acquario green
da realizzare entro il 2026 per l’avvio dei Giochi del Mediterraneo. L'accordo di cessione della ex Stazione Torpediniere all’Autorità portuale ha però un risvolto non di poco conto per la Marina Militare, che in cambio otterrà alcune aree per ampliare e ammodernare la base navale presente nel mar Grande e finanziamenti pubblici pari a 200 milioni di euro, per poter ospitare le navi di nuova generazione (italiane e non) tra cui la nuova ammiraglia Trieste. Un ampliamento che indubbiamente va incontro alle esigenze della Nato e degli Usa e degli interessi imperialisti italiani nel Mediterraneo anche in funzione anticinese, proprio quando la Cina con la via della Seta, sta cercando di allargare i suoi interessi proprio sull'area di Taranto e del suo porto commerciale.
21 ottobre 2020