In piazza le operaie e gli operai. Riuscito sciopero di 8 ore
Lo stabilimento Whirlpool di Napoli non deve chiudere
Nazionalizzare l'azienda
Redazione di Napoli
È prevista per sabato 31 ottobre una manifestazione probabilmente regionale in sostegno dello storico stabilimento della Whirlpool di Napoli per protestare contro la multinazionale che ha annunciato proprio in quella giornata la definitiva chiusura dell’impianto di via Argine. In 420 rischiano il licenziamento.
Ormai è muro contro muro come dimostra anche il comunicato di sabato 24 ottobre della Fiom Campania: “Ecco allora che cominciano a venire a galla i veri motivi della chiusura che si possono riassumere in una sola parola: profitto. Il massimo profitto. Chiudere Napoli per far contenti gli azionisti visti i problemi forse avuti in qualche altro sito estero. Chiudere Napoli per dimostrare chi comanda. Chiudere e sacrificare Napoli per mostrarsi generosi verso gli azionisti”.
Dura la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno scioperato per 8 ore il 22 ottobre e partecipato al presidio organizzato dai sindacati il giorno successivo, che avvertono anche il premier Conte: “è l'ultima occasione che il governo italiano ha per mantenere le promesse fatte in questi diciotto mesi ai lavoratori di Whirlpool, rinnovate da ultimo durante la campagna elettorale”.
In realtà, l'accordo che Whirlpool sta violando è stato siglato a novembre 2018 non solo con il sindacato, ma anche col governo Conte 1. Fiom, Fim e Uilm hanno sottolineato che "sono in corso scioperi in tutte le fabbriche italiane", una mobilitazione che è proseguita anche sabato 24 con lo sciopero degli straordinari. "La vertenza proseguirà - si conclude la nota - finché tutti i lavoratori non riceveranno la giusta tutela e riprenderanno a lavorare". Perché oltre ai 420 lavoratori prossimi al licenziamento vi sono quelli anche dell’indotto a rischiare le conseguenze della dismissione della fabbrica napoletana, con conseguenze disastrose sull’industria e il lavoro a Napoli e provincia.
Ridicole le motivazioni della multinazionale americana che ha asserito che il prodotto fabbricato a Napoli non funziona, lo stabilimento non rispetta gli “standard lavorativi”, ossia le logiche di profitto dei pescecani a capo dell’azienda. “Non si può consentire a una multinazionale di dire bugie davanti alle massime istituzioni dello Stato”, ha commentato la Segretaria nazionale della Fiom Cgil Barbara Tibaldi: “Whirlpool viene e piange miseria, e ci dice che Napoli va chiusa perché il prodotto non funziona. In verità in questo trimestre ha guadagnato come mai fatto prima, ha guadagnato più del 2019. E non è vero che il prodotto fabbricato a Napoli è in perdita, infatti andranno a farlo altrove, non andrà perduto”. Per Tibaldi si tratta di una chiara mancanza di rispetto che “viene percepita in tutta Italia, infatti tutti gli stabilimenti sono in sciopero. Non ci si fida di chi non usa la verità e la realtà per giustificare le proprie azioni. Non riusciamo a capire il motivo per cui vogliono chiudere Napoli, e finché non sappiamo noi non ci fermiamo”.
28 ottobre 2020