Durante un presidio dei sindacati non confederali davanti all’Unione Industriali
Ancora cariche delle “forze dell’ordine” contro lavoratori, precari e disoccupati a Napoli
Partecipazione attiva del PMLI che diffonde il comunicato di solidarietà coi rivoltosi della notte precedente. Ferito un manifestante
Nel quartiere Vomero 3mila in piazza chiedono le dimissioni di De Luca e Conte
Redazione di Napoli
Sabato 24 ottobre alle 16, a poche ore dalla conclusione dell’assedio dei 20mila manifestanti alla sede regionale campana, dinanzi a Palazzo Partanna, sede dell’Unione Industriali della Campania nei pressi di piazza dei Martiri, si sono trovati insieme lavoratrici e lavoratori, disoccupati, studenti e precari organizzati per la formazione di un “fronte unico anticapitalista”.
L’iniziativa è nata da un'assemblea di delegati di settori del mondo del lavoro, in particolarmente del mondo del sindacalismo non confederale con un programma il cui fulcro - più volte ripreso dagli interventi in piazza -, riguarda il prelievo forzoso di 400 miliardi di euro (il 10% dal 10% più ricco) dalle tasche dei più ricchi da utilizzare per lavoro, sanità, trasporti, istruzione e sostegno al reddito delle classi popolari colpite dalle politiche della Ue e di Confindustria.
In piazza erano presenti anche i lavoratori dello spettacolo, della manutenzione stradale, i portuali e i cassaintegrati Fiat. Non mancava la presenza della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli, i compagni con le spille del PMLI e dei Maestri hanno diffuso centinaia di volantini che riproducevano il comunicato stampa dei marxisti-leninisti napoletani in appoggio al corteo della sera prima.
Il presidio è stato caratterizzato dall'iniziativa di pitturare la facciata del palazzo parzialmente coperta di vernice rossa per ricordare i morti sul lavoro che ogni giorno vengono sacrificati in nome del profitto. Ad un certo punto del pomeriggio di lotta, il presidio voleva trasformarsi in corteo verso la prefettura e la sede della Regione, cosa che non è stata gradita dalle “forze dell’ordine” del ministro dell’Interno Lamorgese che hanno impedito ai manifestanti di muoversi e aggredendo deliberatamente un manifestante con una manganellata all’altezza della schiena, preludio di una carica a freddo che ha disperso i partecipanti verso le vicine via Poerio e piazza Vittoria. Molti dei manifestanti hanno gridato “vergogna!”, criticando la posizione in assetto antisommossa, con manganelli e scudi in evidenza, delle “forze dell’ordine”.
I marxisti-leninisti partenopei hanno espresso il giorno dopo con un comunicato stampa la solidarietà militante ai manifestanti e al lavoratore ferito, rivolgendogli auguri di pronta guarigione.
Nella serata di domenica 25 ottobre, verso le 21, nel quartiere Vomero, in centinaia hanno manifestato per via Scarlatti e via Luca Giordano contro il governatore De Luca e contro Conte, fino all’una del mattino. Il livello degli slogan è stato molto più netto: il corteo (circa 3mila partecipanti) si apriva con un grosso ed eloquente striscione, “Tutele sociali per tutti”, con in prima fila i giovani, cui seguivano i piccoli imprenditori e le imprese familiari napoletane, cui si aggiungevano lavoratori e lavoratrici del commercio che hanno svolto una particolare e significativa presenza. Durante il corteo, che ha attraversato le vie centrali del quartiere collinare, manifestanti hanno chiesto le dimissioni tanto del governatore De Luca che del premier Conte, spingendo i partecipanti verso piazza Medaglie d’Oro e piazza Annunziata.
Il corteo si è poi concluso nei pressi di piazza Annunziata dopo un lungo presidio nella vicina piazza S. Leonardo. Si è infine optato per aderire ai prossimi eventi dinanzi alla sede regionale campana.
28 ottobre 2020