Combattiva manifestazione notturna a Firenze
I giovani e i giovanissimi in prima linea al grido di libertà, lavoro, scuola e sanità
Nardella alla Mussolini: "Diffido chiunque dal partecipare alla manifestazione". 4 arresti, 24 giovani denunciati
Redazione di Firenze
Oltre mille, forse duemila manifestanti si sono ritrovati la sera di venerdì 30 ottobre nel centro di Firenze per manifestare contro la dittatura antivirus di Conte sfidando Nardella che aveva preventivamente criminalizzato l'appuntamento e dichiarato “diffido chiunque dal partecipare alla manifestazione” e la polizia schierata in forze intorno a Piazza della Signoria, luogo dell'appuntamento indicato da un volantino circolato sui social.
Presenti tantissimi giovanissimi e giovani. Punti di riferimento spazi occupati e autogestiti come via del Leone e la Polveriera in Santa Apollonia, il complesso dell'Università che ospita la mensa del centro; da questi luoghi è partito l'appello a essere in piazza il 30 sera con queste parole: “Non lasciamo spazi a populismi e fascismi. Contro l'individualismo dilagante, per una comunità che lotta contro ogni tipo di sfruttamento. R/esistenze Firenze”.
I manifestanti si sono ritrovati in piazza Duomo dove sono risuonati gli slogan: "libertà", "lavoro" e "Firenze", "Non c'entra la politica, vogliamo lavorare", "Non siamo fascisti siamo alla fame", "Noi non siamo fascisti, siamo lavoratori" rispondono in coro a Nardella, e poi contro la polizia: “Buffoni", "Vergogna". E ancora "L'Italia è l'unico paese a chiudere senza risarcire". Sui cartelli: "Il governo chiude, il governo paga".
Riportiamo il racconto della manifestazione e le riflessioni riportate sulla pagina Facebook di Nonunadimeno Firenze: “Paura. Si leggeva questo nelle parole delle istituzioni di questi giorni… È stato anche (e forse soprattutto) la scelta di scommettere sulla criminalizzazione e la perimetrazione preventiva dell'evento con narrazioni preconfezionate fatte di fascisti, violenza e devastazioni. Scommessa persa. E questo è il primo, straordinario fatto. La gente in strada è scesa, e tanta. Sicuramente “troppa” per chi aveva scommesso in quel senso. L'impressione, al contrario, è che questa scommessa da molti sia stata vissuta come un sfida. Una sfida da accettare. Gira la voce che in tanti si stanno concentrando in piazza Duomo... Quando un… gruppo di fascisti si palesa con uno striscione tricolore viene gentilmente allontanato dalla piazza. A fare rumore è il ronzio dei capannelli, che altro non sono che i gruppi di amici che hanno scelto di scendere insieme in piazza.
Alla fine l'impasse
lo rompe un gruppo di ragazzi intorno ai sedici anni, dicendo l'unica cosa che la maggioranza di quella piazza avrebbe voluto dire: andiamo in Signoria. Loro fanno il primo passo e tutti li seguono. La maggioranza di loro sono figli di immigrati.
Duecento metri e partono i primi scontri su via Calzaioli, dove i reparti bloccano l'ingresso alla piazza. Il breve corteo, intanto, ha raccolto molti dei capannelli che continuavano a essere dispersi tra le varie strade che collegano Duomo e Signoria. Sono più di mille, forse duemila. Sono tanti, riconoscibili, i gruppi di ragazzi venuti aspettando questo momento, si vedono sbucare da tutte le vie. Quando parte la prima carica, la testa che si ricompone è una testa giovane e giovanissima con il marchio delle periferie e una forte presenza di accenti e colori della pelle delle seconde e prime generazioni di migranti… L'umanità della periferia che coglie l'occasione per farsi spazio nel centro dei ricchi, delle vetrine di lusso, dei ristoranti costosi, degli alberghi per gli stranieri con i soldi… Come se un istinto di rivolta si fosse attrezzato di alcuni saperi impianti nel dna sociale di questo proletariato metropolitano. Invece è la prima volta che Firenze fa i conti con le sue periferie sociali, con i suoi figli bastardi senza cittadinanza e i loro amici... Quello che accomuna tutti è una profonda sfiducia verso le istituzioni e un senso di estraneità verso di queste”.
Il pugno di ferro delle istituzioni, dopo le cariche, si concentra su 4 arrestati e 24 denunciati, di questi i più giovani hanno 17 anni, il più anziano ne ha 38 ma quasi tutti non superano i 21 anni.
I diciassettenni arrivano dalla Valdisieve e dal Mugello - due di loro frequentano il liceo, il terzo un istituto alberghiero - gli altri denunciati arrivano dalla periferia di Firenze, come Isolotto e Brozzi e anche da Coverciano, da diversi comuni dell’hinterland o da Prato. A tutti loro va la solidarietà dei marxisti-leninisti fiorentini.
4 novembre 2020