A Isernia, contro lo smantellamento dell'ospedale “Veneziale”
Riuscita manifestazione di piazza in difesa della sanità pubblica molisana
Il Coordinamento delle sinistre di opposizione smaschera il doppiogiochismo delle forze parlamentari borghesi; denunciate le criminali responsabilità del governatore Toma e della sua cricca di “centro-destra”
Duello tra Colagiovanni (PMLI) e la deputata Testamento (M5s)
Dal corrispondente dell'Organizzazione di Campobasso del PMLI
Splendida giornata di protesta popolare nel pomeriggio di venerdì 30 ottobre ad Isernia. Nella piazza antistante la stazione, si sono radunati circa 150 manifestanti per protestare contro lo smantellamento del “Veneziale”, l’ospedale di riferimento per l’intera provincia. Più in generale si è trattato di uno dei tanti appuntamenti che l’“Aggregazione di liberi cittadini in lotta a sostegno della sanità pubblica” sta mettendo in campo per mobilitare le masse popolari sul tema e a cui, come Coordinamento delle sinistre di opposizione (cui l'Organizzazione locale del PMLI aderisce convintamente), stiamo dando il nostro contributo di classe.
Diversi gli interventi di abitanti e sindacalisti per evidenziare gli innumerevoli problemi ben noti alla popolazione: deficit sanitario fuori controllo, tasse locali alle stelle, dismissioni nel settore pubblico, ecc.
All’appuntamento hanno partecipato per la prima volta anche esponenti del PD e dei pentastellati, in quanto l’appello lanciato dai promotori della manifestazione era aperto a tutte le forze politiche. Assenti gli esponenti del “centro-destra”: d’altronde, cosa avrebbero potuto dire dopo i disastri che stanno combinando come governanti regionali?
Si è dunque presentata un’ottima occasione per il PMLI, il cui esponente ha parlato a nome del Coordinamento, per smascherare le velleità e le contraddizioni delle forze parlamentari borghesi! L'intervento del compagno Giovanni Colagiovanni, l’ultimo in scaletta, ha fatto seguito a quegli degli esponenti M5S Vittorio Nola, portavoce regionale del movimento, e Rosa Alba Testamento, eletta alla Camera. Sconcertanti le parole dei pentastellati; dinanzi ai problemi che stanno affliggendo il Molise e l’intera Italia, i due oratori se ne sono usciti con: “vedremo di far qualcosa”, “cercheremo di portare i riflettori nazionali sulla situazione molisana”, “organizzeremo una commissione d’inchiesta” e altre frasi di circostanza.
L’aspetto più bello, tuttavia, è stato l’ottimo assist ricevuto dalla giovane parlamentare Testamento che ha chiuso il suo intervento con il solito luogo comune: “La situazione è delicata, remiamo tutti nella stessa direzione”. Musica per le orecchie di un marxista-leninista! Avendo preso la parola proprio dopo di lei, non potevamo non esordire con: “Ma di cosa sta parlando, ma quale remare tutti assieme, mica stiamo sulla stessa barca! Mai come in questo momento è palese che in Italia vi sono due barche, quella del proletariato e quella della borghesia che hanno obiettivi ben diversi”. Si è così rilanciato l’ottimo Editoriale del nostro compagno Segretario generale Giovanni Scuderi, ennesima conferma che le direttive e gli articoli de “Il Bolscevico” vanno studiati e interiorizzati impeccabilmente.
Colagiovanni ha proseguito con steccate in serie: “Il movimento dei movimenti ancora deve pensare a cosa fare, tanto a livello nazionale che regionale? Tutti i soldi piovuti dall’Europa che fine faranno? Dov’è un piano straordinario per rimettere in piedi l’intero SSN distrutto da anni e anni di tagli e 'ristrutturazioni'?”. Queste alcune delle domande poste agli esponenti del M5S e a cui si son ben guardati dal controbattere assumendo un atteggiamento da snob ed elitario, sicuramente notato dai presenti (per la verità, il portavoce regionale ha provato, il giorno dopo, a replicare sui social alle accuse mosse anche via web dal Coordinamento: poca cosa anche lì, tuttavia).
Successivamente il nostro intervento ha messo nel mirino il governatore Toma e i suoi lacchè: “perché non hanno provveduto in questi mesi a rafforzare le strutture sanitarie di base, perché non hanno predisposto un centro Covid a parte, unico caso in Italia, perché han permesso a strutture private mobili di andare avanti per giorni a fare tamponi e test dietro profumati pagamenti sfruttando le paure delle persone? Uno schifo senza precedenti nella storia regionale”. La chiusura è stata consequenziale: “In questi decenni - ha detto il nostro compagno - abbiamo visto partiti e coalizioni di tutti i colori da FI al PDS, dal PRC all’UDC dai Verdi ai M5S. Che differenze abbiamo notato? Nessuna diremmo. Cosa hanno avuto in comune? La distruzione del pubblico per favorire il privato. Questa è l’essenza del capitalismo. Pertanto, come comunisti, vi invitiamo a proseguire le mobilitazioni, a continuare a protestare e a venire con noi, gli unici che hanno a cuore il socialismo e un’Italia solidale”. Incoraggiante l’applauso finale.
Dopo la fine si sono fermate a discutere con la nostra delegazione due donne. Si sono professate comuniste ma, come altre volte ci è già capitato di constatare, hanno affermato: “bello vedere che ci sono ancora giovani impegnati e combattenti, io però non me la sento, il comunismo lo porto nel cuore ma dopo la morte di Berlinguer è finito tutto”. Insomma, la longa manus del revisionismo è sempre lì a mettere i bastoni fra le ruote con il suo ideale di “comunismo romantico, guevarista, di passione durevole” che, stringi stringi, porta al disfattismo e alla metafisica. Ci attende un duro lavoro, continuiamo a seminare, presto o tardi i frutti dovranno pur maturare!
4 novembre 2020