Fedele a Engels, come a Marx, Lenin, Stalin e Mao, il PMLI, il ''nuovo Dante'' tratteggiato dallo stesso Engels, andrà fino in fondo per liquidare il capitalismo e realizzare il socialismo
di Giordano - Paola (Cosenza)
Esemplare, rosso e potente, come sempre del resto, il Documento dell'Ufficio politico del PMLI ''Teniamo alta la grande bandiera rossa di Engels'' pubblicato sul n. 39 de ''Il Bolscevico'' e sul sito del Partito in occasione del Bicentenario della nascita del grande Maestro del proletariato internazionale Friedrich Engels.
Il Documento, dopo una breve ma efficace sintesi della biografia di Engels e in particolare della sua quarantennale amicizia e vicinanza a Karl Marx e nella sua opera di difesa e sviluppo del marxismo dopo la morte dello stesso Marx, si sofferma sui principali, immensi e imprescindibili insegnamenti della vita e dell'opera di questo gigante della teoria e della pratica rivoluzionaria marxista-leninista, la cui conoscenza e assimilazione sono determinanti per trasformare la propria concezione del mondo in senso proletario nell'ambito della lotta contro il capitalismo e per il socialismo.
In effetti, come disse Lenin: “non si può comprendere il marxismo e non si può esporlo interamente senza tenere conto di tutte le opere di Engels
”.
Il Documento si sofferma innanzitutto sugli insegnamenti di Engels, inseparabili e legati a doppio filo (rosso) a quelli di Marx, a proposito della concezione proletaria del mondo e dell'importanza capitale che assumono nell'ambito della nascita e dello sviluppo del materialismo dialettico e del materialismo storico.
La concezione del mondo
Il materialismo dialettico è la base filosofica del marxismo, frutto di una geniale fusione tra il millenario filone filosofico del materialismo, conosciuto fin dai tempi di Democrito e poi di Epicuro, con la dialettica, in particolare hegeliana. Marx stesso si laureò nel 1841 a Jena proprio con una tesi sulla ''Differenza tra le filosofie della natura di Democrito e di Epicuro'' preferendo quest'ultimo (che definì ''il più grande illuminista greco'') per via del ''clinamen'', cioè della deviazione casuale degli atomi nel loro percorso rettilineo, assente nell'atomismo più antico, che per il giovane Marx consentiva di recuperare il libero arbitrio dell'uomo rispetto al rigido materialismo deterministico, pure colossale, di Democrito.
Marx ed Engels dopo la loro importante (e proficua per la loro formazione e per il marxismo in generale) esperienza nella sinistra hegeliana, ruppero decisamente e definitivamente con l'idealismo di Hegel, tuttavia riconoscendo il valore del ''nocciolo razionale'' del suo pensiero, una volta buttato a mare il guscio mistico nel quale era avvolto, trasformando la dialettica panlogista hegeliana in quella formidabile scienza che studia le contraddizioni nell'essenza stessa dei fenomeni naturali e dei rapporti sociali, lontana da ogni dogmatismo, capace di spiegare qualsiasi fenomeno poiché ha compreso il segreto dell'essere e della vita senza per questo fossilizzarsi in qualcosa di ''ideale'' cioè di estraneo alla vita e al divenire della natura. Si veda dello stesso Engels il capolavoro ''La Dialettica della natura''.
Con tanti saluti al ''filosofo'' liberale anticomunista Karl Popper che sentenziava la ''non scientificità'' del marxismo perché mancante del principio di ''falsificazione'', la qual cosa dimostra non solo che Popper non ha capito il marxismo (o forse faceva solo finta di non capirlo?) ma soprattutto non spiega come mai, perché da quando il marxismo è apparso sulla faccia della terra tutti i reazionari del mondo si siano coalizzati contro di lui in una guerra mortale.
Ciò che può dirsi realmente esistente è la materia, che costituisce l'essenza del mondo e di tutto quello che esiste, solo che essa non è mai un blocco unico, compatto e monolitico, poiché non esiste la materia senza il movimento e il movimento senza la materia, essa si autoarticola all'interno, senza mai rompere la sua unità intrinseca (altrimenti conterebbe qualcosa di non materiale) ma si sviluppa ''motu proprio'' negli enti particolari attraverso la contraddizione che genera il divenire, il quale dovunque e in ogni luogo segue queste tre leggi fondamentali: il passaggio della qualità in quantità e viceversa, la compenetrazione degli opposti, la negazione della negazione.
Il materialismo dialettico parte appunto dal presupposto che il mondo fuori di noi, ossia la materia, esiste da prima della nascita dell'uomo e del suo pensiero (come mirabilmente dimostrato dall'opera di Charles Darwin ai quali Marx ed Engels avrebbero voluto dedicare ''Il Capitale'') che in linea di principio esso è perfettamente conoscibile, anche se ancora non conosciuto del tutto e nega quindi l'esistenza di qualunque principio divino trascendente o immanente alla materia stessa e quindi di qualunque forma di dogmatismo o di ''verità rivelata'', come anche di ogni trascendentalismo di tipo kantiano che divide il mondo in ''fenomeno'' (ciò che l'uomo può conoscere) e ''noumeno' (la cosa in sé, la quale dati i supposti limiti intrinseci della conoscenza umana non si potrà mai conoscere) che ridimensionano, a torto, la capacità dell'uomo di conoscere e trasformare se stesso e il mondo.
Il materialismo storico è il frutto dell'applicazione della dialettica allo studio della vita sociale e della storia dell'umanità, il cui momento essenziale è il lavoro. Grazie a quello che si produce per soddisfare i bisogni, come lo si produce e come si scambia quello che si è prodotto, l'uomo appaga i suoi bisogni, alla base della vita vi è la produzione dei beni materiali volti a soddisfare i bisogni e la riproduzione della vita immediata stessa, ossia il proseguimento della specie.
Al contrario di quello che la metafisica ha sempre sostenuto non sono le idee a produrre il lavoro e la base materiale, ma è la base materiale che produce le idee e le varie sovrastrutture: ''il lavoro crea l'uomo''
come disse lo stesso Engels, quindi è l'essere sociale a fare la coscienza degli uomini e non il contrario.
Ora, dopo la dissoluzione delle prime comunità primitive senza classi, i modi di produzione schiavistico antico, feudale e poi capitalistico hanno scisso l'umanità in gruppi sociali antagonisti e inconciliabili, a un determinato stadio di sviluppo delle contraddizioni tra i rapporti di produzione e le forze produttive la lotta di classe porta al rovesciamento della classe dominante e alla nascita di un nuovo ordine sociale.
È stato così anche per la borghesia, la quale certamente ha svolto storicamente un ruolo ''sommamente rivoluzionario'' ma il conflitto tra il capitale e il lavoro determinato dal plusvalore, hanno già portato e porteranno anche in futuro, indipendentemente dalla volontà umana, alle rivoluzioni socialiste e all'abbattimento dell'ordine sociale esistente.
La contrapposizione tra la borghesia e il proletariato, che pure durerà ancora per molto tempo, incluso tutto il periodo storico del socialismo, nel quale esistono ancora le classi e la lotta di classe, è l'ultimo stadio storico dominato da gruppi sociali posti in contraddizione antagonistica tra loro, con l'affermazione del comunismo cesserà per sempre la divisione per classi della società e si passerà dal regno della necessità al regno della libertà.
Fino ad allora il proletariato e il suo Partito dovranno combattere senza sosta, sotto ogni profilo, la borghesia e la sua concezione del mondo, determinante da questo punto di vista lo studio della concezione proletaria del mondo e quindi dell'opera di Engels.
Lo Stato
Di enorme importanza anche l'elaborazione del concetto di Stato portato avanti con la lente del socialismo scientifico dai due grandi Maestri del proletariato internazionale, in questo ispirati nel loro lavoro dai grandiosi avvenimenti del 1848-49 e dalla Comune di Parigi del 1871, che li portarono a indagare a fondo anche la questione dello Stato.
L'apparato statale non è affatto un'entità ''calata dall'alto'', prodotta dallo ''spirito'', finita per volontà divina nella storia, è anch'esso un prodotto della base materiale della società umana e in particolare della divisione per classi, esso è in ultima analisi uno strumento nelle mani delle classi dominanti che serve a garantirne il dominio economico, politico, militare, istituzionale e culturale dentro e fuori dei suoi confini.
Questo ha portato i due Maestri a illustrare al proletariato che da un lato lo Stato non è sempre esistito, ma nasce in seno all'antagonismo di classe, dall'altro che esso è necessario al proletariato come strumento per realizzare la sua dittatura e portare all'estinzione delle classi stesse, quando avrà esaurito la sua funzione e non avrà più ragione di esistere. Fino ad allora, ci hanno indicato Marx ed Engels, per il proletariato è indispensabile lottare per distruggere (e non certo per riformare) lo Stato borghese e costruire sulle sue ceneri la sovrastruttura statale al servizio del proletariato.
È una lezione di fondamentale importanza da tenere sempre a mente e che pone il marxismo su posizioni inconciliabili con quelle di qualsiasi tipo di riformismo, il quale in ultima analisi presuppone uno Stato al di sopra delle classi, che non è mai esistito né mai esisterà, come anche dell'anarchismo che pretende il passaggio dal capitalismo al comunismo senza passare dalla dittatura del proletariato, cosa palesemente impossibile.
La violenza rivoluzionaria
Alla questione dello Stato è strettamente collegata quella della violenza rivoluzionaria, che per il marxismo e per Engels è indispensabile per distruggere l'ordine sociale esistente ed è una conseguenza dell'inconciliabilità degli interessi tra le classi e dunque un prodotto della base materiale della società e non un fatto ''ideale''.
In ultima analisi la violenza rivoluzionaria serve al proletariato come mezzo per distruggere il vecchio mondo, il vecchio modo di produzione, arrivare all'estinzione delle classi stesse, nel comunismo, quando sarà possibile per l'umanità intera sbarazzarsi per sempre della violenza politica, la quale non avrà più ragione di esistere, come del resto lo stato stesso.
Il mezzo imprescindibile della violenza rivoluzionaria è sempre presente nell'opera teorico-pratica di Engels, con buona pace di chi, ancora vivente il grande Maestro, cercava di deformare il marxismo e spingerlo sul terreno del riformismo e del pacifismo imbelle e reazionario.
Il PMLI fa sua la concezione marxista-leninista della giusta violenza rivoluzionaria delle masse, come indicato nel V capitolo del suo Programma generale, considera controrivoluzionaria e controproducente la violenza di piccolo gruppo staccata dalle masse e dalle loro lotte, da sempre strumento della reazione, del trotzkismo e del ribellismo piccolo-borghese, anarchico e avventurista.
La famiglia
Anche la famiglia, considerata ''sacra'' da tutti i reazionari del mondo viene riconsiderata dai cofondatori del socialismo scientifico per quello che essa è realmente: un prodotto storico che di ''naturale'' non ha un bel nulla.
Engels in particolare nel suo capolavoro ''L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato'' si sofferma in un'analisi minuziosa dei vari tipi di famiglia nati dalla divisione per classi della società, mostrando come quella monogamica fondata sul matrimonio, considerata ''eterna'', sia nata in realtà anch'essa come riflesso di ciò che si produce, come lo si fa e come lo si scambia e nell'epoca del capitalismo e rappresenta la cellula fondamentale della società capitalista, quasi una piccola azienda vera e propria, nella quale la donna è sottomessa alla schiavitù maritale e domestica, svolgendo quindi anche il ruolo di ammortizzatore sociale a costo zero per gli Stati borghesi incapaci di garantire la piena e sana occupazione e in generale l'appagamento dei bisogni materiali e intellettuali della masse.
Prodotto storico, come lo Stato e la proprietà privata dei mezzi della produzione sociale, essa rappresenta il culmine dell'antagonismo fra i sessi prodotto dal lavoro e non certo la fine di questo antagonismo che sarà possibile solo nel socialismo prima e nel comunismo poi: “la vera uguaglianza tra uomo e donna potrà diventare una realtà, ne sono convinto, solo quando lo sfruttamento di entrambi da parte del capitale sarà abolito e il lavoro privato in casa sarà trasformato in un’attività pubblica
”, dice il grande Maestro del proletariato internazionale in una lettera del 1885.
L'analisi marxista-leninista della famiglia e del doppio sfruttamento della donna, maritale e salariale, nella società capitalistica rendono possibile comprendere davvero le ragioni materiali di fondo che determinano la condizione femminile e nel contempo indicano la strada dell'emancipazione delle donne legandola indissolubilmente alla lotta per il socialismo, su posizioni strategicamente opposte a quelle del femminismo borghese ammantato di idealismo, il quale non solo non spiega il ruolo della donna nella società capitalistica, ma soprattutto non ponendo la questione del socialismo non potrà mai aiutare davvero le donne a conquistare l'effettiva emancipazione (naturalmente è opportuno fare fronte unito, ma è un altro discorso).
La situazione in Italia
Importante l'opera di Engels anche in riferimento al nostro Paese, da lui più volte visitato e del quale studiò approfonditamente la storia, diventando il faro per gli autentici comunisti contro l'opportunismo in seno al movimento operaio, al Partito Operaio italiano che contribuì a fondare e poi al PSI, già attraversato allora da insanabili contraddizioni e tendenze borghesi che porteranno il suo ceto dirigente al tradimento del proletariato e della rivoluzione socialista. In effetti Engels dovette confrontarsi con opportunisti di destra e di ''sinistra'' di ogni risma e colore, dai mazziniani agli anarchici, da Turati a Labriola e così via. Engels esortò sempre il proletariato italiano ad andare fino in fondo verso la conquista del potere politico per via rivoluzionaria, che poi è la madre di tutte le questioni.
Obiettivo che venne appunto tradito dai socialisti, come dal PCI revisionista successivamente. Sarà soltanto la nascita del PMLI nell'aprile del 1977 a dare al proletariato italiano il suo vero Partito marxista-leninista, la cui costituzione è dunque indispensabile affinché anche il proletariato italiano possa marciare verso il socialismo, come detto chiaramente dallo stesso Engels: “Il proletariato non può conquistare il potere politico, l’unica porta per entrare nella nuova società, senza una rivoluzione violenta. Perché il giorno decisivo il proletariato sia abbastanza forte per vincere è necessario - e questo Marx ed io l’abbiamo sostenuto fin dal 1847 - che si formi un partito specifico, separato da tutti gli altri ed a loro contrapposto, un partito di classe, cosciente di sé
”.
Il socialismo
Enorme il contributo di Engels nell'elaborazione con Marx del socialismo non inteso come un ideale astratto nato nella testa di qualche ''mente geniale'' ma come conseguenza della contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione e il conflitto tra il capitale e il lavoro determinato dal plusvalore nella società capitalista, che portarono i due Maestri alla rottura definitiva con ogni forma di socialismo utopistico pre-marxista, che esprimeva solo il bisogno dell'emancipazione del proletariato senza comprendere però appieno l'antagonismo tra quest'ultimo e la borghesia e senza riuscire a indicare alla classe operaia la via effettiva della sua emancipazione.
Le differenze tra il socialismo utopistico (pure benemerito, insieme alla filosofia classica tedesca e all'economia politica inglese fu una delle ''tre fonti del marxismo'' come disse Lenin) e quello scientifico sono essenzialmente tre:
Primo: la base teorica del socialismo scientifico è costituita dal metodo dialettico, dalla concezione materialistica della storia e dalla teoria del plusvalore;
Secondo: il socialismo scientifico è l'espressione teorica del movimento proletario, cioè esso esprime gli interessi del moderno proletariato industriale. È dunque legato saldamente alla base materiale e non esprime solo un'astratta critica al modo di produzione capitalistico, ma lo analizza minuziosamente dotando così la classe operaia delle necessarie armi per distruggerlo;
Terzo: il socialismo scientifico è il prodotto specifico dell'epoca della grande industria, fuori da questo contesto storico ed economico non avrebbe mai potuto vedere la luce, senza le opportune premesse materiali la trasformazione in senso socialista della società non sarebbe mai stata possibile.
Dunque il socialismo scientifico è il frutto delle contraddizioni della società capitalista, non costituisce affatto un ideale astratto da realizzare, lo stesso Maestro ci illumina chiaramente in questo senso affermando: "In noi non c'è alcuno scopo finale. Noi siamo sostenitori di uno sviluppo continuo e ininterrotto, e non ci siamo mai proposti di dettare all'umanità una qualsivoglia legge definitiva. Idee già pronte riguardo ai dettagli dell'organizzazione della futura società? In noi non ne troverete traccia. Noi saremo già soddisfatti quando ci riuscirà di trasferire i mezzi di produzione nelle mani dell'intera società
" e "Formulare in poche parole l'idea della futura nuova era senza cadere nell'utopismo e in una vuota fraseologia è compito quasi irrealizzabile... Io non ho trovato niente di più adatto che la seguente frase del 'Manifesto comunista'...: 'Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e contrapposizioni di classe si avrà una associazione in cui il libero sviluppo di ognuno sarà condizione del libero sviluppo di tutti
'".
Il Documento dell'UP del PMLI si conclude esortando militanti e simpatizzanti del Partito a studiare, assimilare e applicare nella lotta di classe gli insegnamenti di Engels, tanto sul piano ideologico, quanto politico ed economico, tenendo presente che la trasformazione della propria concezione del mondo è una questione decisiva per il trionfo del socialismo e non va mai data per scontata, anche perché marxisti-leninisti non si nasce ma si diventa e c'è sempre il rischio di essere influenzati dalla borghesia e cadere quindi nella concezione borghese del mondo.
Da questo punto di vista, come da sempre sostenuto dal PMLI e dai suoi massimi dirigenti, con alla testa il cofondatore e Segretario generale del Partito, compagno Giovanni Scuderi, lo studio per trasformare il mondo e se stessi è assolutamente indispensabile e imprescindibile, senza esso è impossibile fare bene la lotta di classe e riportare delle vittorie per il proletariato, il Partito e il socialismo.
Occorre quindi studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea generale e la linea di massa del PMLI, potente arma di combattimento del XXI secolo e la realtà sociale nella quale si opera, se si vuole davvero lottare per la causa del trionfo del socialismo in Italia, realizzare l'obiettivo strategico a medio-termine sul quale è concentrato tutto il Partito, quello dell'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte), condizione indispensabile perché il PMLI possa svolgere fino in fondo il suo ruolo di avanguardia e fare acquisire alla classe operaia coscienza di essere una classe per sé (e non solo in sé) e proseguire nella Lunga Marcia politica e organizzativa verso il socialismo, tenendo a mente la sempre attuale parola d'ordine del Partito: ''Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi'', puntando nell'immediato più sulla qualità che sulla quantità, con l'obiettivo di realizzare un giorno più qualità e più quantità, sviluppando il lavoro politico nella propria realtà sociale, nel fronte unito, specie nell'ambito inedito e proficuo delle sinistre di opposizione, bombardando il governo del dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista neofascista e della Ue imperialista, che va buttato giù da sinistra e dalla piazza prima che possa fare ulteriori danni al nostro martoriato popolo.
Fedele a Engels, come a Marx, Lenin, Stalin e Mao, il PMLI, il ''nuovo Dante'' tratteggiato dallo stesso Engels, andrà fino in fondo per liquidare il capitalismo in Italia e realizzare il socialismo.
Gloria eterna a Engels i cui insegnamenti vivono nel PMLI!
Spazziamo via il governo del dittatore antivirus Conte!
Avanti con forza e fiducia sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
25 novembre 2020