Usa e Israele ritenuti i responsabili
Assassinato uno scienziato nucleare iraniano
Il governo iraniano prima di dare una “risposta devastante ai responsabili e agli assassini” aspetta di conoscere la posizione di Biden
L'ambasciatore iraniano a Roma chiede al governo italiano di “condannare Israele”
Il 2020 si è aperto con l’assassinio da parte degli Stati Uniti del generale iraniano Qassem Suleimani colpito da un drone il 3 gennaio all'aeroporto di Baghdad su ordine di Trump e si sta per concludere con un altro atto di terrorismo internazionale, l'assassinio ad Absard, a nord-est della capitale Teheran, il 27 novembre dello scienziato iraniano Mohsen Fakhrizadeh, Responsabile della difesa nucleare, chimica e biologica della Repubblica Islamica dell'Iran.
Il 30 novembre, a soli quattro giorni dall'uccisione dello scienziato Fakhrizadeh, secondo fonti di stampa irachene anche il generale Moslem Shahedan, un comandante dei Guardiani della Rivoluzione, sarebbe stato assassinato con un drone sionista a Qaim, presso il confine fra Siria e Iraq. La notizia era però smentita categoricamente il 5 dicembre da un portavoce dei Pasdaran che la definiva una falsa notizia diffusa per oscurare l'atto terroristico compiuto dal Mossad.
Lo scienziato iraniano era stato indicato due anni fa come un bersaglio dei servizi segreti dal premier sionista Benjamin Netanyahu e già una serie di indicazioni portano a ritenere Israele e gli Usa come responsabili di un nuovo efferato crimine che viola il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, l'ultimo assassinio di una lunga lista di scienziati iraniani caduti sotto i colpi di omicidi mirati dei sionisti, nell'applicazione di una politica di omicidi di Stato prima applicata contro capi della resistenza palestinese nel silenzio complice dei paesi imperialisti. Tra l'altro l’assassinio è avvenuto a tre giorni di distanza dall'incontro, negato dalle parti ma riportato da diverse fonti di stampa internazionale, del 24 novenbre a Neom, in Arabia Saudita, tra l’erede al trono saudita Mohammad Bin Salman, il premier sionista Netanyahu, accompagnato dal capo del Mossad, Yossi Cohen, e il segretario di Stato americano Mike Pompeo. Un incontro interpretato come il via libera della uscente amministrazione Trump all'alleato sionista per un nuovo pesante colpo all'Iran e per provocare una reazione di Teheran che arroventasse i rapporti nella regione e seppellisse definitivamente l'accordo sul nucleare iraniano che il nuovo presidente Biden sembra voglia rispolverare. L'Arabia Saudita si è tenuta fuori dal negoziato e dalla firma dell'accordo di normalizzazione delle relazioni tra Israele e le monarchie sunnite, la "pace di Abramo", ma se non ha calcato le scene del teatrino diplomatico allestito da Trump non resta certo alla finestra a guardare e resta partner essenziale dell'asse imperialista Tel Aviv-Riad contro la rivale regionale Iran.
Il presidente Hassan Rouhani, assicurava che la risposta iraniana arriverà “al momento opportuno e in modo appropriato”. Il governo di Teheran dichiarava che prima di dare una “risposta devastante ai responsabili e agli assassini” aspettava di conoscere la posizione di Biden. Il ministro degli Esteri Zarif chiedeva intanto alla comunità internazionale, e soprattutto all’Unione Europea, di condannare ufficialmente questo atto di terrorismo di stato.
Una richiesta diretta al governo italiano affinché esprimesse "una viva condanna" era ribadita dall'ambasciata iraniana a Roma col comunicato del 30 novembre dove la rappresentanza diplomatica ricordava che la Repubblica Islamica "si riserva il diritto di rispondere a questo crimine" e denunciava che "era già stato previsto che elementi dell'amministrazione Trump insieme al regime sionista e alcuni paesi arabi della Regione avrebbero cercato di distruggere l'atmosfera di dialogo" e la disponibilità della repubblica islamica a negoziare il ritorno degli Stati Uniti nel Jcpoa, l'accordo sul nucleare del 2015, previa la revoca delle sanzioni degli utlimi tre anni decise da Trump.
L'1 dicembre rispondeva la Ue con l'Alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza Josep Borrell che si limitava a definire quello dello scienziato iraniano "un assassinio, un crimine". Da parte dell'Italia si registra al momento la sola vergognosa dichiarazione del 30 novembre di fonti della Farnesina che esprimeva la "forte preoccupazione dell'Italia per il recente attentato di Absard, in Iran, dove è stato ucciso lo scienziato Mohsen Fakhrizadeh" e si auspicava che "si eviti ogni gesto destabilizzante nella regione e ogni ulteriore atto di escalation". Nessuna condanna nei confronti degli amici sionisti di Tel Aviv e anzi il monito rivolto all'Iran di non reagire e subire passivamente l'ennesima aggressione.
9 dicembre 2020