Intervenendo a una riunione della Commissione centrale militare
Discorso guerrafondaio del nuovo imperatore della Cina Xi: “Preparatevi per vincere le guerre”

 
Alla riunione del 26 novembre della Commissione militare centrale da lui guidata, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito la necessità di attuare la "strategia militare per la nuova era", il massiccio programma di riarmo confermato un mese prima dal 5° Plenum del XIX Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese revisionista, e ha ordinato alle forze armate di rafforzare l'addestramento in condizioni di combattimento reali, di "aumentare la capacità di vincere le guerre".
Non è certamente il primo discorso guerrafondaio del nuovo imperatore della Cina Xi; lo scorso 13 ottobre, in un giro di ispezione nella base militare navale della città meridionale di Chaozhou, aveva ordinato ai soldati di "mantenere un alto stato di prontezza" e alla Marina di mettere "tutta l’attenzione e le energie nei preparativi di guerra". D'altra parte il Plenum di ottobre ha ribadito che la Cina punta a costruire una Forza Armata moderna entro il 2027 e ad avere entro il 2049 un esercito “di prim’ordine” che possa dominare la regione dell’Asia e del Pacifico, nonché combattere e vincere “guerre globali”.
La maggior parte degli interventi di Xi sono farciti di dichiarazioni demagogiche su la Cina che "non cercherà mai egemonia o espansionismo: siamo fermamente contro l'egemonia e la politica di potenza" ma il reale spirito bellicista emerge quando parla di "accelerare la realizzazione della Difesa nazionale e la modernizzazione militare, con forze armate di livello mondiale" necessarie per la difesa dei "nostri interessi di sicurezza e sviluppo". Un discorso che fa il pari con quelli pronunciati a Washington o in sede Nato che sono lo specchio dello scontro tra l'imperialismo americano e il socialimperialismo cinese per il dominio del mondo, un scontro finora economico e finanziario che con l'amministrazione Trump aveva imboccato anche la via di un sempre più pericoloso scontro militare.
Un pericolo che non è detto scompaia col nuovo presidente Biden che anzi non si è distinto dal bellicista predecessore sulla politica di riarmo dell'imperialismo americano per mantenere il primato militare degli Usa nel mondo. E arrestare quel processo di sorpasso in vari settori della concorrente imperialista cinese; nelle nuove frontiere dell'attività nel cyberspazio, un settore in mano agli Usa dagli albori di internet, come segnalato l'1 dicembre dalla società Usa Trimble dai cui dati risulta che Beidou, il nuovo sistema satellitare militare reso operativo da Pechino anche per scopi commerciali lo scorso giugno, ha già sorpassato per traffico di dati in 165 capitali su 195 il sistema GPS americano. Ma anche nelle "vecchie" attività commerciali, come comunicato dall'istituto di statistiche europee Eurostat dai cui dati del 3 dicembre emerge che la Cina ha superato gli Stati Uniti come principale partner commerciale dell’Ue negli scambi dei primi nove mesi del 2020: nel periodo considerato, il commercio tra Usa e Ue è sceso da 461 miliardi di euro del 2019 a 412,5 miliardi, quello con la Cina è cresciuto da 413,5 miliardi del 2019 a 425,5 miliardi. Un esempio eloquente di chi scende, l'imperialismo americano, e chi sale, il socialimperialismo cinese, verso un primato che Xi è disposto a strappare e difendere con le armi.


9 dicembre 2020