Roma
Corruzione e conflitti di interesse nel corpo dei vigili urbani. Si dimette il comandante
La sindaca Raggi sapeva delle vicende raccontate da Report
L’inchiesta della trasmissione Report
dal titolo “Potere capitale
“, andata in onda su Rai 3 il 23 novembre scorso, ha messo in luce numerosi episodi di illegalità di cui sono stati protagonisti i vigili urbani di Roma, con episodi di corruzione e di conflitto di interessi documentati da testimonianze e intercettazioni inedite, comprese quelle di commercianti vittime di concussione e di cittadini minacciati di morte solo per aver segnalato troppe irregolarità, ed emerge persino che alcuni vigili hanno un atteggiamento più che benevolo nei confronti delle attività commerciali gestite dalla criminalità organizzata romana.
A nulla sono servite, a quanto pare, le indagini partite proprio dieci anni fa che portarono all’arresto nel 2014 del comandante generale del corpo di polizia locale di Roma, Angelo Giuliani, perché l'inchiesta di Report
ha ricostruito proprio i legami tra l’allora comandante Giuliani e l’attuale comandante generale Stefano Napoli che, nominato alla guida del Corpo il 30 giugno scorso dall'attuale sindaca Virginia Raggi, è stato costretto a dimettersi una settimana dopo la messa in onda del servizio televisivo.
Stefano Napoli - storico comandante del I Gruppo, quello che controlla il centro storico - era stato nominato comandante dei vigili urbani lo scorso luglio, una nomina nel segno della continuità con quella di Angelo Giuliani, il controverso ex comandante finito sotto processo per corruzione e prosciolto nel 2019 per intervenuta prescrizione del reato, successivamente riabilitato al punto da ottenere il comando del Gruppo Eur. Nell'inchiesta di Report
vengono riportate alcune intercettazioni inedite che ricostruiscono il rapporto tra Giuliani e Napoli, dialoghi nei quali l'allora comandante Giuliani chiedeva a Napoli, allora dirigente del corpo, di accelerare le pratiche che interessano numerosi politici e imprenditori, tra cui anche il politico Marco Marsilio, allora deputato e oggi presidente della Regione Abruzzo, che nel 2011 sollecitava una relazione dell'ufficio tecnico in merito a un intervento effettuato dai vigili in un edificio in ristrutturazione in via del Vantaggio, a Roma, una conversazione che dimostra chiaramente l'intreccio di favori della municipale.
Altro tema approfondito da Report
è quello del potere di controllo dei set cinematografici allestiti nei luoghi pubblici di Roma, la cui autorizzazione è concessa dal dipartimento attività culturali, ma il cui controllo è nelle mani dei vigili, e qui i giornalisti della trasmissione hanno scoperto un palese conflitto di interessi. Infatti una delle maggiori società di gestione della logistica è la Ro.Ma. Mediaservice, azienda controllata da due fratelli, Roberto e Adriano De Sclavis, figli di Mario De Sclavis, dirigente della polizia locale, oggi alla guida del V Gruppo Prenestino. Dalle visure camerali dell'azienda la trasmissione ha scoperto che la Ro.Ma Mediaservice risulta fondata nel 2005 proprio da Mario De Sclavis insieme al figlio Roberto, mentre nel 2008 lo stesso comandante ha venduto la sua quota al secondo figlio Adriano. Da documenti interni al Campidoglio risulta che De Sclavis ha più volte firmato determinazioni dirigenziali che regolamentano le attività delle società concorrenti di quella dei suoi figli.
Altro episodio scandaloso preso in esame dalla trasmissione è quello dell'atteggiamento dei vigili per ciò che riguarda i controlli effettuati su locali del centro storico di Roma sequestrati alle mafie. Intervistato, il magistrato Guglielmo Muntoni del Tribunale di Roma, ha dichiarato: “Quello che ci ha colpito è che quando abbiamo sequestrato noi i ristoranti, dal giorno dopo c'erano controlli metodici e insistenti da parte degli agenti di polizia locale con interventi pesanti per rimuovere tutti i tavoli che non erano regolari“, per cui i ristoranti, i bar e gli esercizi pubblici mentre sono gestiti dalla criminalità non rispettano le regole ma non ricevono controlli, mentre quando i locali vengono sequestrati dallo Stato, gli agenti rendono la vita impossibile ai gestori nominati dal tribunale.
Questi episodi che riguardano il corpo alle dirette dipendenze del Comune di Roma, peraltro, erano ben noti all'attuale sindaca Raggi, e da ciò discende una sua precisa responsabilità politica verso i cittadini romani: nella sua polemica lettera di dimissioni l'ex comandante Stefano Napoli, infatti, afferma chiaramente che “l'amministrazione capitolina conosceva nel dettaglio, per esserne stata protagonista diretta ovvero per esserne stata messa a parte dai propri dipendenti
“ ciò che è venuto alla luce con la trasmissione Report
.
Si conferma con ciò la continuità tra la la giunta M5S Raggi e le precedenti della destra e della sinistra borghese: mentre le periferie urbane sono condannate all'emarginazione e alla crescente disoccupazione, dilagano il malaffare e la corruzione che di Roma hanno fatto Mafia Capitale.
9 dicembre 2020