Sentenza della Corte Costituzionale
Incostituzionale il divieto di iscrizione all'anagrafe dei richiedenti asilo
Cancellata una delle norme volute da Salvini
La Corte costituzionale interviene ancora sui famigerati e fascistissimi "decreti sicurezza" e boccia parte dei provvedimenti voluti da Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno nel primo governo Conte.
Nel 2019 la Corte aveva bocciato i super poteri dati ai prefetti, previsti nel secondo decreto sicurezza; oggetto della sentenza del 9 luglio scorso è invece il divieto per i richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe comunale previsto dal primo decreto sicurezza del 2018, divieto ritenuto incostituzionale.
La Corte ha accolto in parte il ricorso contro il decreto presentato dai Tribunali di Milano, Ancona e Salerno che ritenevano illegittimo il decreto in base agli articoli 77, 3 e 2 della costituzione, in quanto mancante dei requisiti di necessità e urgenza, necessari per la decretazione d'urgenza e discriminatorio nei confronti dei migranti, violando la pari dignità ed uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e ledendo i diritti inviolabili dell'uomo.
La Corte ha respinto il ricorso in riferimento all'art 77 (e 2?) della Costituzione, ma lo ha accolto per violazione dell'art 3 che prevede l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge "senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali", ritenendo il divieto di iscrizione all'anagrafe illegittimo perché crea una "irragionevole disparità di trattamento" nell'impedire ai richiedenti asilo la possibilità di accedere a servizi quali la patente di guida, dichiarazione di inizio attività e l'Isee.
Per la Corte "È irragionevole la norma che preclude l'iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo", che viene bocciata "sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l'accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti", fanno sapere in una nota dall'ufficio stampa della Consulta.
Sputa ovviamente veleno l'aspirante duce Salvini in seguito alla sentenza:"Anche sui decreti sicurezza qualche giudice, come accade troppo spesso, decide di fare politica sostituendosi al parlamento", mentre ha dell'incredibile la "soddisfazione" espressa dalla maggioranza e in particolare dal M5S, primo perché non ci risulta che la nuova compagine governativa abbia cambiato registro neanche sulla questione dei migranti e della sicurezza rispetto al governo precedente, tutt'altro, ma soprattutto perché va ricordato che il M5s era parte integrante della maggioranza che fino a meno di un anno fa ha sostenuto il governo nero, fascista e razzista Salvini-Di Maio, condividendone tutte le scelte e quindi anche i famigerati decreti in questione.
Eppure sulla vicenda il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia del M5S ha commentato: "Il tempo è galantuomo".. "Nelle riunioni dell’allora maggioranza avevamo detto più volte alla Lega che l’abolizione della norma sull’iscrizione anagrafica sarebbe stata incostituzionale. Sordi e ottusi, sono andati avanti con minacce e ricatti, scambiando le leggi per spot, la sentenza della corte è un duro colpo per quel modo di fare politica. La Consulta oggi ribadisce il principio di uguaglianza, sancito dalla costituzione, che quella norma ha chiaramente violato". La faccia di bronzo dei pentastellati è pari solo al loro vomitevole trasformismo, persino Emma Bonino e Riccardo Magi, membri di +Europa, dalle file della maggioranza li attaccano dicendosi "sorpresi" dal M5S e da "coloro che votarono la conversione di quel decreto e che non lo hanno ancora modificato neppure dopo il cambio di esecutivo".
Inquietante il silenzio del dittatore Conte sulla vicenda (finora), ma del resto spesso il silenzio vale più di mille parole.
L'esultanza del Pd sulla sentenza poi è chiaramente strumentale, va ricordato infatti che con i suoi governi (specie grazie alla nefasta opera dell'ex ministro dell'Interno Minniti) e con l'attuale ha sempre portato avanti una politica discriminatoria nei confronti dei migranti.
Non è credibile quindi la ministra dell'interno Lamorgese, succeduta a Salvini, la quale, subito dopo la sentenza ha promesso :"Arriveranno in tempi brevi modifiche che potrebbero andare oltre i rilievi del presidente Mattarella e riguardare i sistemi di accoglienza e la protezione umanitaria".
Non è possibile farsi soverchie illusioni circa sostanziali "modifiche" su aspetti qualificanti della politica governativa del dittatore antivirus Conte al servizio del regime capitalista e neofascista, il quale va buttato giù, da sinistra e dalla piazza, prima che faccia ulteriori danni al nostro popolo e ai migranti. I decreti Salvini devono essere cancellati.
Nel quadro della lotta contro il governo e contro i fascisti e i razzisti vecchi e nuovi occorre lottare perché ai migranti vengano riconosciuti libero accesso e pari diritti, garantendo loro, come a tutti i senza lavoro, inclusi colf e badanti, il reddito di emergenza di 1.200 euro per tutta la durata della pandemia.
9 dicembre 2020