Bologna
La Yoox impone alle operaie turni insopportabili

“Con le facchine in lotta! Con la scusa del Covid, Yoox nei suoi appalti toglie diritti e massimizza profitti. Noi rispondiamo con lo sciopero”. Con questa parola d'ordine il Si Cobas ha proclamato lo stato di agitazione per tutti i dipendenti di Lis Group, la cooperativa che ha in appalto la logistica nel magazzino di Bologna del colosso della moda on line . Al centro della vertenza i turni di lavoro modificati, a sentire l'azienda, per far fronte all’emergenza sanitaria. Il commercio elettronico, al tempo del Covid-19 è in espansione e i profitti raddoppiano, ma Yoox-Net a porter, nei suoi appalti vuole massimizzare l’efficienza produttiva.
Quella di appaltare è una pratica molto diffusa nel settore della logistica dove in pratica le multinazionali affittano grandi magazzini di distribuzione (detti hub ) alla gestione di cooperative reali o spurie (cioè che usano questa formula solo in modo strumentale). Il risultato però non cambia: in entrambi i casi c'è un fortissimo sfruttamento della manodopera, caratterizzata dall’alta presenza di lavoratori immigrati, la cui debolezza contrattuale e sociale li spinge più di altri verso questi settori di lavoro povero, per l’ovvia necessità di avere un contratto che è condizione indispensabile ai fini della legittimità del soggiorno in Italia.
Sono già alcuni anni che le lavoratrici, organizzate da questo sindacato, sono mobilitate contro la Yoox per ottenere migliori condizioni di lavoro. L'azienda aveva promesso di assumerle direttamente nel proprio magazzino, ma molte facchine sono rimaste con le cooperative in appalto. Prima alla Mr. Jobs, e dopo le indagini che ne hanno accertate le molteplici irregolarità, alla Lis Group. Nella precedente gestione le operaie venivano anche molestate perché i padroni delle cooperative si sentivano in diritto di farlo su quelle donne che consideravano loro sottomesse. Non è un caso che lo sciopero sia stato indetto il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La nuova cooperativa, con la scusa di osservare i requisiti di distanziamento, ha modificato gli orari e il turno di lavoro in orario centrale è stato diviso in due, al mattino e alla sera, in un arco temporale che va dalle 5:30 alle 22, con solo due pause di 15 minuti in 8 ore dove la lavoratrice è di fatto “costretta a scegliere - fa osservare Si Cobas - se mangiare un pasto velocissimo, andare in bagno o riposarsi brevemente” e ciò in un contesto lavorativo “caratterizzato da ritmi produttivi sempre più alti”.
Che il Covid sia solo un pretesto per imporre turni massacranti risulta evidente dal fatto che Yoox ha fatto sapere che “cessato il momento transitorio solo in poche potranno riprendere i propri turni centrali”. E anche sui permessi di lavoro c’è stata una stretta, dove alle lavoratrici si chiede di fornire spiegazioni personali, in modo da giudicarne le ragioni e poter procedere a chi concedere un diritto e a chi no. Ma le lavoratrici, in larga parte immigrate, sono ora in grossa difficoltà con la famiglia, tra scuole chiuse, i figli da gestire e mariti in cassa integrazione.
Per il Coordinamento migranti Bologna, che sostiene le lavoratrici, “si tratta di un ricatto e di una violenza a cui non intendiamo cedere”. Il Si Cobas ha chiesto una diversa organizzazione delle pause, l’erogazione di buoni pasto, il diritto all’utilizzo delle ore di permesso accumulate senza che vi sia una preventiva disamina o giudizio sulle motivazioni di tali richieste da parte dell’azienda. Il sindacato chiede anche l’aumento del monte ore per le lavoratrici part-time , la revisione degli inquadramenti e il pagamento degli arretrati non saldati da Mr.Job, sulla quale pesa una procedura di fallimento.


9 dicembre 2020