Promossa da Priorità alla scuola
Continuano le proteste contro la didattica a distanza
Dall'11 al 13 dicembre il movimento Priorità alla scuola
è tornato in piazza in decine di città dal Nord al Sud del Paese per protestare contro la Didattica Digitale Integrata (DID) e per sollecitare la riapertura di tutti gli istituti scolastici, di ogni ordine e grado e il rientro a scuola con il 100% delle lezioni in presenza e in sicurezza.
Da Faenza a Perugia, da Torino a Napoli, Salerno, Mantova, Verona, Vicenza, Mestre, Padova, Treviso migliaia di studenti, genitori, insegnanti e personale Ata si sono dati appuntamento davanti alle scuole e nelle principali piazze cittadine inscenando presidi di protesta, assemblee pubbliche e lezioni all'aperto.
A Firenze centinaia di studenti, genitori e insegnanti hanno preso parte a un'assemblea pubblica organizzata dal movimento "Priorità alla Scuola" in piazza Ss Annunziata.
Al liceo Machiavelli-Capponi per il terzo venerdì consecutivo gli studenti hanno seguito le lezioni in presenza in piazza Frescobaldi antistante l'Istituto. “È tutto così frustrante — ha spiegato una delle insegnanti — il problema è che questa generazione sta pagando un prezzo altissimo”. Didattica in presenza anche davanti al liceo Gobetti Volta, Castelnuovo, Michelangiolo e Galileo.
“La nostra finalità — hanno spiegato i manifestanti — è quella di tornare in presenza il prima possibile perché la scuola non può pagare le inefficienze di altri settori. Poi è chiaro che la nostra protesta ha una valenza testimoniale, però serve per tenere alta la tensione, anzi sarebbe bene intensificarle in vista del 7 gennaio... Secondo noi la scuola doveva essere riaperta a dicembre, magari non al 100%, ma tra il 25 e il 50%. Inoltre manifestiamo anche il nostro scetticismo rispetto alla fantomatica scadenza del 7 gennaio, su cui non vediamo alcun impegno... L’altra preoccupazione è per il Recovery fund, nella parte per istruzione e ricerca dove non troviamo soddisfatte le nostre richieste”.
Gli studenti del collettivo Cosmos denunciano come “la didattica a distanza di per sé è un annullamento di tutto quello che può essere l’istruzione, il dibattito e il confronto tra studenti e professori viene annullato dai mezzi che utilizziamo. Tutto si riduce solo a inculcare nozioni. Inoltre non è umano stare minimo quattro ore davanti al computer. Infine purtroppo alcuni studenti non possono essere messi nelle condizioni di poter sostenere la DID”.
A Milano, in occasione del 51esimo anniversario, il Collettivo Studentesco e varie associazioni antifasciste il 12 dicembre hanno organizzato un'assemblea pubblica e una lezione di storia sulla strage di Stato fascista in Piazza Fontana. Lezioni “carbonare” contro la DID e in presenza si sono tenute anche davanti al Liceo Einstein e al parco di Trenno.
“Mentre gli adolescenti degli altri Paesi europei vanno normalmente a scuola – denunciano gli organizzatori della protesta nel documento di mobilitazione - quelli italiani continuano ad essere obbligati alla Didattica a Distanza. Situazione caotica in molte regioni: il Molise, regione 'gialla', chiude le scuole di ogni ordine e grado e i sindaci di molti Comuni decidono di tenere aperte almeno le scuole elementari; l’Abruzzo si autoproclama 'arancione' e così riporta le seconde e le terze medie in presenza, ma il Governo promette battaglia; il Piemonte 'arancione' mantiene chiuse le scuole secondarie di primo grado; il presidente della Regione Puglia si spinge a lasciare la libera scelta ai genitori per la frequentazione della scuola; la Campania sta per diventare zona gialla, ma sono aperte solo la scuola dell’infanzia e le prime due classi delle primarie, inoltre, in una sessantina di Comuni i sindaci hanno chiuso tutto; in Calabria il 16 dicembre si terrà l’udienza del Tar di Catanzaro in merito al decreto cautelare con cui lo stesso Tar aveva annullato l’ordinanza con cui il presidente (ad interim) della Regione eccedeva in zelo chiudendo tutte le scuole, ignorando che il Dpcm prevedeva le scuole aperte fino alla prima classe delle medie anche nelle zone rosse. Di fronte a questo quadro desolante, Priorità alla Scuola
prosegue la protesta a tutela del diritto allo studio e chiede il potenziamento dei trasporti pubblici in orario scolastico e dei servizi di medicina scolastica, inoltre auspica una veloce conclusione delle nomine dei docenti in modo tale che tutte le scuole possano restare aperte in continuità e in sicurezza”.
L'11 dicembre Priorità alla Scuola
ha partecipato anche al convegno nazionale di Formazione del CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica) organizzato dai Cobas Scuola e trasmesso in diretta Facebook.
16 dicembre 2020