Per avere un corretto orientamento dì classe e per smascherare e battere Il revisionismo e Il femminismo
Bisogna studiare la concezione marxista dell'emancipazione della donna
di Monica Martenghi
Questo importante articolo della compagna Monica Martenghi, Responsabile della Commissione donne del CC del PMLI, è stato pubblicato la prima volta senza firma sul n. 14 del 1985 de “Il Bolscevico”.
Il 15 dicembre '84 il compagno Giovanni Scuderi ha lanciato un importante appello a tutto il Partito, rilanciato poi nella 6ª Sessione plenaria del 2° CC, per intensificare lo studio, poiché studiare è un dovere marxista-leninista indispensabile se vogliamo trasformare noi stessi e Il mondo.
Dobbiamo studiare perché la lotta ideologica è alla base di tutto, dei grandi come dei piccoli problemi, dei problemi strategici come di quelli rivendicativi. Per condurre bene avanti una lotta, anche solo rivendicativa, dobbiamo conoscere bene la linea del Partito, le posizioni degli avversari, la situazione Politica in cui operiamo, le opinioni delle masse, che cosa ha detto il marxismo-leninismo-pensiero di Mao al riguardo.
Il lavoro ideologico deve essere sempre curato, ma è tanto più importante oggi che il PCI, nel quadro della sua socialdemocratizzazione, sta portando avanti, Insieme con il PSI e DP, una vasta opera di decomunistizzazione e deideologizzazione dei suoi militanti, del suo elettorato e delle masse, abbandonando e sconvolgendo ogni riferimento e terminologia di classe.
In questo grande impegno ideologico, che dobbiamo sostenere, rivestono particolare importanza i temi dell'emancipazione della donna, i problemi legati alla concezione della famiglia, al ruolo della donna.
È questo uno dei campi dove l'ideologia borghese è più forte, grazie anche alle millenarie mistificazioni seminate dalla Chiesa cattolica.
Dalle nostre conoscenze e dalla nostra capacità di far valere il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito sulla borghesia e il revisionismo dipendono in notevole misura il grado di partecipazione delle donne alla lotta di classe, la loro crescita sociale e politica e militanza nel PMLI, il successo della loro lotta per i diritti specifici, la conquista dell'emancipazione e del socialismo.
Il Partito attualmente pone all'ordine del giorno lo studio della problematica connessa all'emancipazione della donna.
Per facilitare e indirizzare questo studio già in occasione dell'8 Marzo abbiamo pubblicato la bibliografia degli articoli e documenti del Partito apparsi su “Il Bolscevico”. Ora pubblichiamo la bibliografia dei testi marxisti-leninisti giacché sono questi, oltreché il nostro Organo di stampa e le pubblicazioni del Partito, le fonti del nostro studio.
Dobbiamo conoscere cosa hanno detto i grandi Maestri del proletariato internazionale sull'emancipazione della donna, perché le loro opere sono una fonte inesauribile di insegnamenti. È basandosi sulla loro elaborazione teorica che il Partito, applicandola alla situazione del nostro Paese, ha potuto sviluppare la sua linea politica, anche per quanto riguarda l'emancipazione della donna in Italia.
Le opere dei Maestri sono le fonti cui attingere quotidianamente e direttamente: in quanto ai commenti e mistificazioni degli altri partiti o di certe "teoriche" femministe prendiamoli in considerazione dopo, per confutarli e smascherarli alla luce del marxismo-leninismo-pensiero di Mao del quale dobbiamo saper dimostrare la scientificità e superiorità.
Quant'è avvenuto a Firenze e in altre città italiane in occasione delle manifestazioni dell'8 Marzo ci ha mostrato con chiarezza l'esistenza all'interno del movimento delle donne di due linee contrapposte. Una sostenuta dal PCI, dalle femministe, dai gruppi trotzkisti e pacifisti che vede nella società "maschilista" e non capitalista, la causa dell'oppressione femminile: ogni singola donna dovrebbe esaurirsi in una lotta ideologica e culturale nell'ambito della propria famiglia e dei rapporti personali. Si tratterebbe della cosiddetta "liberazione", da costoro contrapposta alla teoria marxista dell'emancipazione giacché la ritengono superata a seguito del riconoscimento formale di certi diritti. Le donne dovrebbero lottare più per affermare la propria "diversità" che per l'occupazione femminile e la parità donna-uomo in tutti i campi. Una "diversità" che, sarebbe di natura biologica e non storicamente determinata a causa della proprietà privata dei mezzi di produzione, dell'emarginazione della donna dalla vita sociale e produttiva e dal suo ruolo essenziale materno.
Tali forze in base alla loro visione sessista ripropongono anche tesi e pratiche superate come il "separatismo" femminile nei cortei e nelle manifestazioni.
L'altra linea contrapposta a questa è quella proletaria rivoluzionaria, da sempre sostenuta dagli autentici marxisti-leninisti e dal proletariato e che ora è difesa e portata avanti solo dal nostro Partito, poiché il PCI ormai l'ha ripudiata nella forma oltreché nella sostanza. Con il 15° e il 16° Congresso e successivamente con la VII Conferenza delle donne comuniste, la direzione del PCI ha concluso il processo di revisione del marxismo sull'emancipazione della donna, avviato da Gramsci e Togliatti, ed ha abbracciato e fatto proprio in pieno il femminismo. Tanto che tale partito è divenuto il principale sostenitore della "liberazione" e della "diversità".
Questo perché ovviamente il femminismo piccolo borghese, in base alla sua concezione sessista e interclassista, ben si sposa con la collaborazione tra le classi e con l'integrazione delle masse femminili, operaie e lavoratrici, all'interno delle istituzioni borghesi di cui è fautore il PCI.
Si tratta di andare controcorrente. È chiaro quindi che la battaglia che noi marxisti-leninisti e in primo luogo le compagne siamo chiamati a condurre su questo fronte non è delle più facili e richiede una adeguata preparazione e capacità di dialettica e di argomentazione.
Ecco perché è importante studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao sull'emancipazione della donna.
Se non siamo preparati ideologicamente, se non si studia il marxismo-leninismo e la linea del Partito, si diventa incapaci di ispirare e guidare il movimento delle donne verso la conquista dei propri diritti e dell'emancipazione e facilmente cadiamo in braccio al revisionismo e al femminismo.
Non bisogna studiare solo per noi stessi, ma soprattutto per avere più chiara la situazione che fronteggiamo e sapere agire di conseguenza. Dobbiamo conoscere a menadito la concezione marxista dell'emancipazione della donna per avere un corretto orientamento di classe e per smascherare e battere il revisionismo e il femminismo.
Dobbiamo propagandare fra le masse la concezione marxista-leninista dell'emancipazione della donna e la linea del Partito, per contrastare il processo di decomunistizzazione e deideologizzazione che il vertice revisionista pilota anche in questo settore e per rafforzare la lotta fra le due linee all'interno del movimento delle donne, con il sostegno crescente delle masse.
Storicamente è il marxismo, con Marx ed Engels, ad avere per primo individuato, analizzato e posto all'ordine del giorno il problema della oppressione della donna, e non il femminismo che, apparso in seguito, ha creato confusione e divisione all'interno del movimento operaio e femminile.
Storicamente è stato il marxismo, con la I Internazionale, con la Rivoluzione d'Ottobre, con la II e la III Internazionale, a dare impulso e sviluppo ai movimenti delle donne nei vari Paesi, quantunque questi siano stati poi egemonizzati da forze socialdemocratiche che hanno prestato il fianco al femminismo.
Storicamente è il marxismo, e più precisamente il pensiero di Mao, la Grande rivoluzione culturale proletaria, le conquiste realizzate dalle donne in Cina durante il socialismo che hanno dato un impulso alle lotte delle donne degli anni '70, anche se queste erano fortemente influenzate dal femminismo.
II marxismo-leninismo-pensiero di Mao è quindi l'arma capace di rilanciare il movimento delle donne, di dargli orientamento, chiarezza di obiettivi e successivamente inserirlo nel fronte più ampio di lotta a Craxi e il Palazzo, per il socialismo.
Alziamo dunque con coraggio questa bandiera, studiamo con impegno i testi marxisti consigliati dalla Commissione per il lavoro femminile del Comitato centrale e certamente sapremo tenere testa e sbaragliare la borghesia, il revisionismo, l'idealismo femminista e conquistare, insieme con le masse femminili, i loro diritti, la loro emancipazione e il socialismo.
23 dicembre 2020