Crolla l'Arco borbonico, vanificando le richieste di restauro alla giunta De Magistris
Pioggia e vento di tre giorni mettono in ginocchio Napoli
Redazione di Napoli
Un lungomare completamente inagibile, coperto da una marea d’acqua che danneggiava tutti i ristoranti e le trattorie storiche napoletane, già da tempo in rotta con la giunta antipopolare De Magistris che poco o nulla ha fatto per rilanciare l’economia nei tempi di Covid-19. Ora il maltempo, con tre giorni di pioggia e vento e una violenta mareggiata, calava il carico da 11 mettendo in ginocchio la bellissima via Caracciolo. Calcolati danni per milioni di euro.
A sconfortare non poco le masse popolari si aggiungeva il crollo dell’Arco borbonico, già in perenne pericolo, da anni in attesa di un non più procrastinabile restauro, punto di riferimento per i turisti ma anche per le coppie napoletane che si fermano a vedere il mare che cinge la città. L’ultima mareggiata del 28 dicembre ha fatto crollare definitivamente il già fragile antico Arco in pietra, ultima testimonianza del vecchio porticciolo borbonico ritratto in tanti dipinti della Scuola partenopea.
Il celebre manufatto, ribattezzato dai napoletani ‘o chiavicone
, rappresentante un arco di via Partenope, risale al '700, e nacque come approdo per i pescatori del vicino borgo di Santa Lucia. In seguito, nel corso dell’800, fu trasformato in terminale dello scarico fognario (da qui il soprannome popolare di chiavicone).
Centinaia i messaggi sui social network contro De Magistris e gli arancioni al governo della città, uno dei quali parafrasava la fallimentare attività amministrativa della giunta con il crollo dell’Arco borbonico. Una sintesi che in realtà ha coinvolto tutta la città: dall’allagamento della zona di via Chiaia e del Lungomare, fino alla sistematica cadute di alberi uno dei quali feriva un giovane di 28 anni. In tutta Napoli vi sono stati interventi importanti dei vigili del fuoco ad evitare situazioni peggiori.
6 gennaio 2021