Lo certifica l'INAIL
Nella seconda ondata più morti e contagi sul lavoro
I dati diffusi dall’Inail, nel bollettino sui dati di denunce di contagio e di morti sul lavoro dei mesi di ottobre e novembre 2020, attestano che la seconda ondata del coronavirus, scatenatasi sull'Italia a partire da settembre e tuttora in corso, ha fatto più danni rispetto alla prima ondata.
Tra ottobre e novembre, attesta l'istituto, ci sono state 49.000 denunce di infortunio rispetto alle circa 46.500 registrate nel bimestre tra marzo e aprile, mentre le infezioni da Covid-19 di origine professionale denunciate all’Inail alla data del 30 novembre sono state 104.328, pari al 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dall’inizio dell’anno e al 13% dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) alla stessa data.
Rispetto alle 66.781 denunce rilevate a fine ottobre i casi in più sono stati 37.547, di cui 27.788 riferiti al mese di novembre e 9.399 al mese di ottobre.
I morti sul lavoro nel bimestre preso in considerazione sono stati 366, pari a circa un terzo del totale dei decessi denunciati all’Inail dall’inizio dell’anno, con un’incidenza dello 0,7% sul totale dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’Istituto superiore di sanità alla stessa data.
Il 69,4% dei contagiati sui luoghi di lavoro sono donne mentre l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi. Il rapporto tra uomini e donne si capovolge se si vanno a guardare i casi mortali. Sulle 366 denunce di contagio che ha portato alla morte dei lavoratori l’84,2% riguarda gli uomini e solo il 15,8% le donne, con l’età media dei deceduti di 59 anni (57 per le donne e 59 per gli uomini). I dati dell'Inail peraltro non danno conto di tutti i morti, in quanto vi sono esclusi lavoratori che non sono assicurati all'Inail ma hanno assicurazioni private, come i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e i farmacisti.
Le denunce di contagio tra ottobre e novembre hanno riguardato soprattutto il nord del paese con il 71,3%: il 50,3% delle denunce arriva dal nordovest (il 30,5% dalla Lombardia), il 21% dal nordest, il 13,7% dal centro, l’11,1% dal sud e il 3,9% dalle isole, mentre i due terzi dei morti sul lavoro sono stati al nord (il 39,3% in Lombardia).
I settori economici che, nel bimestre preso in considerazione, hanno lamentato il maggior numero di contagi sono stati quelli della sanità e assistenza sociale – ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – con il 68,7% delle denunce e il 23,7% dei casi mortali. La pubblica amministrazione ha avuto, nello stesso periodo, il 9,2% delle infezioni denunciate e il 10,3% dei decessi.
Anche da questi dati risulta che i lavoratori non sono stati adeguatamente tutelati dal contagio del Covid e hanno finito per essere sacrificati per primi dal governo Conte e dal padronato sull'altare del raggiungimento del massimo profitto capitalistico.
6 gennaio 2021