Si avvicinano le elezioni
Il PD calabrese respinge l'ipotesi di candidatura di De Magistris a governatore della regione
Redazione di Napoli
L’annuncio della possibile candidatura di Luigi De Magistris a governatore della Calabria con un'improvvisa quanto inaspettata sponda da parte del M5S ha fatto esplodere lo scontro tra gli arancioni e il PD di Zingaretti. I piddini non vogliono appoggiare la candidatura dell’attuale neopodestà di Napoli e nel giro di una settimana oltre a incassare l’opposizione del PD calabrese, riuscivano a convincere anche il gruppo parlamentare di LeU.
In particolare la federazione calabrese PD esprimeva un giudizio durissimo sulla possibilità che De Magistris possa rappresentare la “sinistra” borghese alle prossime regionali: Mario Galea (già presidente della federazione PD di Crotone), Ernesto Palma (dirigente provinciale della federazione PD di Catanzaro) e i consiglieri comunali PD di Monterosso, Montalto Uffugo e Cardeto, Massimiliano La Serra, Rocco Raimondo e Saverio Russo scrivevano a Zingaretti: “Circola voce in Calabria che uno dei candidati alla Presidenza della regione potrebbe essere Luigi de Magistris, l’attuale sindaco di Napoli. Vogliamo dirti con sincerità che, chiunque sia il suo sponsor - anche se alcuni di noi, che conoscono il personaggio, pensano che lo sponsor potrebbe essere lui stesso - noi non potremmo accettare questa vera e propria offesa alla libertà e all’autonomia dei calabresi. La riduzione definitiva di questo nostro difficile territorio ad una colonia d’oltremare”.
Gli scriventi criticano le decisioni di De Magistris di isolare Bersani e il suo gruppo dalla giunta arancione napoletana, non senza punte di ironia: “Anche se la memoria non è più presente come elemento distintivo della condotta delle forze politiche, ricordiamo l’atteggiamento di scherno riservato all’epoca della sua prima elezione al comune di Napoli - nella mitica stagione della bandana - nei confronti del segretario del PD del tempo, Pierluigi Bersani, tenuto irrisoriamente fuori dall’esecutivo. Condotta che durò dieci anni”.
De Magistris ignora queste polemiche e si scatena tramite la stampa e le tv del regime neofascista circa la sua candidatura a governatore della Calabria: “Dopo Napoli la Calabria è la mia seconda terra. Se si vuole mettere in atto un passaggio rivoluzionario, questo merita la massima e attenzione e, per quanto mi riguarda, per quello che posso fare darò sicuramente il mio contributo da uomo di giustizia”. Ed esalta come al solito il bilancio “positivo” dell’attività politica svolta come neopodestà della città partenopea: “A Napoli quando decisi di candidarmi non ci credeva nessuno e invece prima della pandemia, siamo riusciti a far diventare Napoli la città con la maggiore crescita culturale, senza soldi, con un debito enorme, senza governi amici, regionali e nazionali”. L’ex magistrato si autoincensa per la crescita culturale quale punta massima del suo impegno politico in città, tralasciando opportunisticamente quanto poco o niente abbia fatto sul fronte del lavoro, del risanamento delle periferie urbane, della riqualificazione dei quartieri popolari soprattutto quelli del centro di Napoli, dell’ambiente e della raccolta differenziata, ma anche dei trasporti e della sanità pubblici, questi ultimi in concorso di responsabilità con il governatore in camicia nera De Luca.
13 gennaio 2021