Riaprire le scuole in presenza e in sicurezza
Dilaga la protesta degli studenti, insegnanti e genitori
No alla didattica a distanza. Occupato il liceo Manzoni a Milano
Azzolina deve dimettersi
Riesplode in tutta Italia la protesta degli studenti, insegnanti, genitori e personale Ata contro il governo e la ministra Azzolina che anche gennaio, come era già successo a settembre, non sono stati in grado di tenere fede alla promessa di porre fine alla didattica a distanza, classista, dannosa e discriminatoria, e riaprire finalmente le scuole in presenza e in sicurezza.
Da Milano a Napoli, da Roma a Firenze, da Bologna a Faenza, Salerno e in decine di altre città e piccoli centri, dal 7 all'11 gennaio migliaia di studenti medi e universitari con alla testa le ragazze e il coinvolgimento anche dei giovanissimi del primo ciclo di istruzione, sono scesi in piazza per ribadire il no alla didattica a distanza, rivendicare l'immediata riapertura di tutte le scuole di ogni ordine e grado in presenza e in sicurezza e per chiedere le dimissioni della ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina. Con coraggio e determinazione gli studenti del liceo Manzoni di Milano, armati di tende, zaini e sacchi a pelo, hanno occupato martedì 12 la loro scuola denunciando: "Come studenti e studentesse – come si legge in un post del Collettivo Manzoni - è ormai da fin troppo tempo che veniamo trascurati/e, poichè in Italia la scuola non è assolutamente al primo posto tra le priorità. Chiediamo protocolli univoci e chiari che propongano soluzioni reali per migliorare la situazione in cui ci ritroviamo da quasi un anno. Non ci fermeremo finché la scuola non sarà resa un posto migliore e finché non verrà riaperta in sicurezza. Voi ce le togliete, noi ce le riprendiamo: il Manzoni c'è".
A Milano
centinaia di studenti, insegnanti e genitori organizzati dalla “Piattaforma Dad” e dai collettivi studenteschi hanno dato vita a una combattiva manifestazione davanti alla sede milanese del Miur presso il provveditorato agli studi bloccando simbolicamente gli accessi con il nastro che si usa per i lavori in corso e chiedendo le dimissioni della ministra Azzolina. Per tutta la durata della protesta gli studenti hanno esposto un grande striscione con l'acronimo DAD trasformato nella scritta “Dannazione Azzolina Dimettiti” e tanti altri cartelli con su scritto “Il Miur nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti”.
“Ci troviamo oggi a bloccare i cancelli del Miur a Milano - hanno spiegato gli organizzatori - per continuare una lotta, per il rispetto del futuro delle nuove generazioni, in cui sono gli student* a giocare il ruolo più importante. Siamo convinti che il governo e, in particolare il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, sia inadeguato e incapace di risolvere i problemi dell’Istruzione italiana, portandoci a considerare che Dad possa essere solo l’acronimo di Dannazione Azzolina Dimettiti... È il momento di andarvenema sapendo bene qual è l’atteggiamento di tutta la classe politica verso gli student*, abbiamo deciso di prendere noi l’iniziativa, saremo noi a cacciarvi”.
Mentre in Piazza Affari davanti alla sede della Borsa Italiana, altre centinaia di manifestanti hanno aderito all'appello di “Priorità alla scuola” e hanno preso parte al presidio di protesta denunciando con slogan, cartelli e striscioni che: “Se non funziona la scuola non funziona la società”, “Basta con la Dad”, “Ridateci il diritto allo studio”.
“Sapevamo che molti genitori lavorano di mattina e che studenti e docenti sono in Dad – hanno commentato gli organizzatori - ma sono venuti in tantissimi, anche dei collettivi studenteschi e alcuni ragazzi e insegnanti hanno fatto la Dad dalla piazza”.
La scelta di piazza Affari, luogo simbolo del capitalismo italiano, non è casuale, hanno sottolineato gli organizzatori: “volevamo sottolineare che chi paga la crisi culturale è sempre chi paga la crisi economica: studenti, bambini, precari come sono molti insegnanti, e donne, il cui lavoro di cura non viene retribuito”.
A Firenze
la protesta si è svolta davanti al liceo classico Galileo, accanto ai palazzi della Regione, e ha coinvolto i ragazzi di quasi tutti gli altri istituti fiorentini che sono scesi in piazza “armati” di striscioni, megafono e il computer sulle ginocchia per ribadire che "La Dad non è scuola, la scuola è a scuola" e ribadire che: "Non ce la facciamo più. Ci sentiamo presi in giro e il nostro diritto allo studio continua a essere violato. Vogliamo rientrare in classe, in sicurezza, ma in classe".
Iniziative analoghe si sono svolte anche in altri comuni toscani fra cui Prato
(flash mob e conferenza stampa con studenti e docenti davanti al Liceo Scientifico Copernico, in Viale Borgo Valsugana) Pisa
(lezioni in Dad alle Logge, piazza del Comune e conferenza stampa davanti alla Prefettura in piazza Mazzini) Pontedera
(lezioni in DAD nel cortile del Liceo Scientifico XXV Aprile in via Milano) Massa Carrara
(lezione in presenza davanti a Liceo Marconi a Carrara e Istituto Alberghiero a Massa).
A Bologna
, davanti a una decina di istituti, il comitato “Priorità alla scuola” ha organizzato diversi presidi per chiedere «risposte chiare” non solo al governo ma anche al governatore piddino Stefano Bonaccini il quale “ci aveva detto che sarebbe stato tutto pronto per gennaio e che era stato messo a punto anche il piano per il trasporto scolastico, invece le famiglie non sanno ancora niente”.
Al presidio davanti al Liceo scientifico Righi hanno partecipato anche circa 500 genitori che hanno bloccato il traffico. Mentre al Fermi ha aderito alla protesta anche il dirigente scolastico.
A Roma
la protesta è inziata fin dalle prime ore del mattino con un presidio di studenti, genitori e insegnanti davanti al ministero dell’Istruzione in Viale Trastevere ed è proseguita con un sit-in a Piazza Montecitorio, indetto dal coordinamento dei presidenti dei consigli di istituto del Lazio con i sindacati Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda.
A Napoli
l'epicentro della protesta è stato l’istituto Casanova in piazza Cavour dove gli studenti, insegnati e genitori in lotta hanno esposto diversi striscioni contro il governo, la ministra Azzolina e il governatore De Luca, con con su scritto “Se la scuola non apre semaforo rosso per tutti” e “ridateci la scuola”. Un’altra manifestazione è stata organizzata invece fuori palazzo Santa Lucia, sede della giunta regionale.
“Da marzo 2020 a oggi i bambini e i ragazzi della Campania – hanno spiegato gli attivisti dei comitati organizzatori, “Priorità alla scuola”, la rete “Scuola Saperi e Cura”, “Osservatorio sulla scuola Napoli”, “Scuole aperte”e “Usciamo dagli schermi” - hanno frequentato la scuola in presenza solo 15 giorni. Non è stato così nelle altre regioni d’Italia, che da settembre hanno garantito la presenza in classe per tutte le scuole, eccetto le superiori”.
In Veneto
, circa 900 genitori hanno inviato una lettera al governatore Luca Zaia: “I ragazzi delle scuole superiori – si legge – hanno interrotto il loro percorso nelle aule a febbraio 2020 e non hanno ancora potuto seriamente riprenderlo. Dopo un’estate sostanzialmente ‘normale’ che ha visto aperte anche le discoteche, dopo un periodo natalizio in cui si sono legittimamente privilegiate le attività commerciali, ci chiediamo se l’aumento dei contagi possa ancora essere fatto ricadere sulle scuole superiori, precludendo a tutti (didattica in presenza 0%) l’accesso alla scuola e al normale insegnamento, sul presupposto che si teme l’assembramento al di fuori degli istituti scolastici”.
A Salerno
, presidio davanti alla scuola materna ed elementare M. Mari, piazza Trucillo; lezione in piazza con docenti e alunni davanti al Liceo Tasso, piazza S. Francesco; presidio presso l’Istituto Comprensivo Levi Montalcini, via Picenza, plesso Mercatello.
A Faenza
, lezioni Dad in presenza al Liceo Torricelli-Ballardini, in via Santa Maria dell’Angelo, dove una docente di filosofia ha anche occupato simbolicamente la sua scuola. “Così forse capiscono meglio il bisogno che abbiamo di tornare a scuola e restarci in sicurezza- ha spiegato in un video – Questo significa garantire a tutti uno screening capillare periodico con test rapidi e inserire il personale nella fascia uno della somministrazione del vaccino”.
Altre manifestazioni, presidi e iniziative di protesta si sono svolte a Torino
in piazza Castello; ad Ancona
davanti a Palazzo Raffaello, sede della Regione Marche; Modena
assemblea pubblica in piazza Grande; Cremona
manifestazione in piazza del Comune; Brescia
manifestazione in piazza del Duomo; Treviso
assemblea pubblica davanti al liceo Canova; Padova
presidio davanti alla stazione ferroviaria e Parma presidio studenti davanti al Liceo Toschi.
Nel documento con cui “Priorità alla scuola” ha rilanciato la mobilitazione dopo la pausa di fine anno tra l'altro si ribadisce che: “A fronte dell'ennesima sottovalutazione dell'impatto psicofisico che la chiusura delle scuole produce su bambini e ragazzi e della protervia con cui di nuovo si ricorre alla più facile delle soluzioni, ossia la chiusura degli istituti scolastici... la scuola non è un luogo prioritario di contagio... I danni cognitivi, psico-fisici e socio-economici provocati dal protrarsi della didattica a distanza sono gravi e ormai rischiano di essere irreparabili”.
Perciò: “La nostra battaglia continua: per aprire la scuola, per tenerla aperta e per migliorarla, sapendo che finché resterà chiusa e in DAD non sarà messo alcun freno alla deriva, non ci sarà nessun miglioramento, non sarà investito un euro”.
Chiediamo inoltre: “ uno screening completo della comunità scolastica (docenti, ATA, studenti) affinché la scuola possa riaprire in sicurezza; che il personale scolastico ad alto rischio sia considerato prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale; che le scuole riaperte non diventino un 'verifichicio', sprecando il tempo in presenza solo a uso di compiti e valutazioni; il tempo in presenza sia il tempo di ricostruire i rapporti; che vengano annullate le prove INVALSI di quest’anno”.
13 gennaio 2021