Corrispondenza operaia
Lavoratrici e lavoratori Chi-ma bocciano l'ipotesi di Contratto nazionale delle Lavanderie Industriali
Il 14 gennaio si è svolta l'Assemblea dei lavoratori della Lavanderia Industriale Chi-Ma di Scarperia e San Piero (Firenze) con all'ordine del giorno la presentazione dell'ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL). All'Assemblea, organizzata in presenza e su tre turni nel rispetto delle vigenti normative anti-Covid, sono stati presenti in totale 65 lavoratrici e lavoratori e i funzionari di CGIL e CISL.
L'illustrazione dell'ipotesi di accordo è stata svolta a turno dai due funzionari sindacali. Nel corso dei loro interventi, hanno sostenuto e difeso la politica concertativa e co-gestionaria (anche nell'ottica dell'aumento della produttività) che ormai da tempo è propria dei sindacati confederali. Infatti, con il rafforzamento e l'inserimento del Testo Unico sulla Rappresentanza sindacale e del Patto per la fabbrica, si andrà sempre di più verso una pratica sindacale gestita dalle gerarchie sindacali e padronali, piuttosto che dai diretti interessati ossia le lavoratrici e i lavoratori, andando così a depotenziare ulteriormente sindacati e lavoratori che non accettano accordi a perdere.
Dopo la parola è passata ai lavoratori. Vi sono stati alcuni interventi significativi del disagio e della distanza fra operai e sindacati confederali che si evidenzia ormai sempre più netta. Un lavoratore, annunciando il suo voto di astensione, ha dichiarato che nell'ipotesi di accordo ci sono più elementi negativi che positivi; una lavoratrice ha detto che è ora che il sindacato cambi marcia perché ormai da troppo tempo esso tira l'acqua più al mulino dei padroni piuttosto che a quello degli operai; un altro lavoratore si è così sinteticamente espresso: "I sindacati possono e devono fare di più!"; un'altra lavoratrice, nel dichiararsi contraria all'ipotesi di accordo, ha chiesto al sindacato di far sentire più forte la propria presenza.
Come facente parte della delegazione trattante di parte sindacale a livello nazionale sono intervenuto anch'io, ripetendo l'intervento in tutti e tre i turni di Assemblea, ed entrando nello specifico dei punti illustrati.
Ho dichiarato fin da subito che, a fronte di alcuni elementi positivi quali la possibilità di accedere due volte invece di una al Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato in azienda e all'aumento delle ore di permesso (oltre a quelle già previste dalla legge) per le vittime di violenze di genere, nell'ipotesi di accordo riscontravo importanti elementi negativi. Questi ultimi riconducibili all'inserimento e al rafforzamento del Testo Unico sulla Rappresentanza sindacale e al Patto per la fabbrica che appunto rafforzano le gerarchie sindacali e le associazioni padronali e depotenziano chi non accetta accordi a perdere.
Oltre a ciò, ho continuato, vi sono punti importanti che sono stati rimandati alla prossima contrattazione nazionale quali: 1) l'applicazione piena e definitiva del sistema di inquadramento (ex-livelli), 2) la regolamentazione dell'orario di lavoro e i relativi modelli organizzativi, 3) la regolamentazione della richiesta di reperibilità. Temi, questi, che sono stati oggetto di un ampio dibattito durante le riunioni della delegazione trattante nelle quali più di un delegato lavoratore aveva richiesto che fossero risolti in modo definitivo: così non è stato.
Ho concluso l'intervento parlando dell'aumento economico proposto: "I 63 euro lordi a regime sono una misura che non può soddisfare le aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, soprattutto quando si deve far quadrare il bilancio familiare. Inoltre nei 63 euro lordi, oltre all'adeguamento legato all'inflazione, sono comprese quote per la previdenza complementare e l'assistenza sanitaria integrativa: si continua così a privilegiare quest'ultime anziché come sindacato fare una battaglia per la difesa di pensioni e sanità pubbliche. È per questo che, sommato a quanto già detto, il mio voto sull'ipotesi di accordo sarà contrario".
Conclusi gli interventi si è passati alla votazione dell'ipotesi di accordo, eseguita alla fine di ogni turno di assemblea in forma palese, e il risultato totale è stato il seguente: Favorevoli 21, Contrari 25, Astenuti 19.
Un risultato che, oltre a bocciare l'ipotesi di accordo, tendenzialmente ribadisce l'insoddisfazione delle lavoratrici e dei lavoratori Chi-Ma nei confronti del rinnovo contrattuale proposto da sindacati confederali e Assosistema-Confindustria.
W la classe operaia!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Andrea, operaio del Mugello (Firenze)
20 gennaio 2021