Da Milano a Roma
Gli studenti non mollano la piazza e moltiplicano le occupazioni
“Basta con la DAD, vogliamo tornare in classe in presenza e in sicurezza”
Il 29 gennaio tutti in piazza al fianco dei lavoratori combattivi
Continua e sale di livello la lotta degli studenti medi contro la chiusura delle scuole e la didattica a distanza imposte a colpi di decreti legge, ordinanze ministeriali, regionali, comunali e prefettizie da parte del governo centrale, governatori, sindaci e prefetti.
La settimana si è aperta con la grande mobilitazione del 25 gennaio indetta dal movimento “Priorità alla scuola” e dall'esecutivo nazionale dei Cobas - Comitati di base della Scuola - che hanno organizzato manifestazioni, cortei e presidi di protesta davanti al ministero dell'Istruzione a Roma e all'ingresso degli uffici scolastici regionali, provinciali e delle prefetture di Bologna, Pisa, Trieste, Genova, Torino, Reggio Emilia, Firenze, Massa, La Spezia, Napoli, Salerno, Catania, Siracusa, Prato, Bari, Modena, Mantova, Ancona, Vicenza, Padova, Pescara, Cremona
e decine di altre città “per chiedere la riduzione del coefficiente del numero di alunni per classe: massimo 20 alunni e 15 in presenza di alunne/i con disabilità; l'immediata assunzione dei precari della scuola italiana; investimenti seri e veloci sull'edilizia scolastica; il rientro almeno al 50% nelle scuole superiori delle Regioni e del 100% negli altri ordini di scuola in Campania; il tracciamento capillare e diffuso all'interno delle scuole".
A Milano
sono ormai una dozzina gli istituti occupati dagli studenti con alla testa le ragazze e i ragazzi delle prime classi. Dopo il Manzoni, il Tito Livio, il Volta, lo Steiner, il Severi-Correnti e il liceo Vittorio Veneto, il 21 gennaio è stato occupato anche il liceo Einstein dove gli studenti in lotta hanno organizzato un'assemblea pubblica a cui hanno preso parte anche molti genitori, docenti e personale Ata per ribadire le ragioni della loro protesta.
Uniti nella lotta anche gli studenti, docenti e genitori del liceo scientifico statale Luigi Cremona dove le lezioni a distanza sono state sostituite da un dibattito sul ruolo della scuola pubblica.
Sempre a Milano nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 gennaio le studentesse e gli studenti medi, con alla testa i più giovani e le ragazze, organizzati dal "Comitato in difesa della scuola pubblica" hanno occupato l'ufficio scolastico regionale di via Polesine 13, al Corvetto.
Durante la protesta gli studenti hanno simbolicamente sbarrato con delle catene l'ingresso dell'edificio e hanno affisso alle vetrate dei cartelli con la scritta "chiuso per incompetenza".
In un comunicato diffuso sui social i manifestanti hanno fra l'altro denunciato che la protesta: "vuole essere un chiaro atto di attacco e denuncia a una classe politica divisa e senza prospettiva sociale. Saremo noi a occuparci della scuola. Restate a casa voi che molteplici volte vi siete dimostrati incapaci, lasciate spazio e possibilità di fare a persone il cui sguardo è volto verso il futuro. Il futuro di noi studenti. Vi chiudiamo fuori come voi avete chiuso fuori noi”.
Altre centinaia di studenti hanno manifestato sotto la sede della Regione, Palazzo Lombardia. Armati di striscioni, megafoni e cartelli gli studenti hanno dato vita anche a un'assemblea pubblica in cui hanno ribadito che “l'obiettivo principale è quello di tornare a scuola in presenza e in completa sicurezza” perché “La didattica a distanza non può essere un'alternativa alla scuola... chiediamo l'istituzione di presidi medici in ogni scuola, il potenziamento del trasporto pubblico, protocolli chiari e più personale scolastico”.
Il 23 gennaio l'onda lunga delle occupazioni è arrivata anche a Roma
dove è stato occupato il liceo classico e linguistico Kant in piazza Zambeccari a Torpignattara decisa al termine di un’intensa settimana di mobilitazione in tutta la città contro la didattica a distanza, le politiche governative, le ordinanze del prefetto Piantedosi, dell’ufficio scolastico e della regione che hanno stabilito un “piano di rientro” al 50% in presenza, con doppi turni e lezioni al sabato molto penalizzanti per gli studenti.
Durante l'occupazione la polizia è intervenuta con la forza nel tentativo di porre fine alla protesta. “un ragazzo si è avvicinato al cancello principale della scuola per chiuderlo con una catena – hanno denunciato gli studenti - e gli agenti hanno bloccato il cancello con un piede spintonando il giovane tentando di sottrargli la catena. È seguita una colluttazione”.
Intanto tutto il movimento degli studenti romani con lo slogan “In Dad senza mezzi a scuola senza sicurezza in piazza a riprenderci il futuro” ha deciso di aderire allo sciopero generale indetto dall'Assemblea dei lavoratori combattivi, Slai Cobas e Si Cobas e scenderà in piazza al fianco dei lavoratori il 29 gennaio.
Nella Capitale la mobilitazione è capillare da settimane e coinvolge decine di scuole con migliaia di docenti, studenti e genitori che hanno sottoscritto appelli e mozioni pubbliche per un rientro in sicurezza a scuola.
“Ci opponiamo a un rientro insicuro e propagandistico a scuola – sostengono gli studenti che occupano il liceo Kant – Siamo consapevoli dei problemi strutturali della didattica a distanza e chiediamo il rientro in sicurezza. Questo vuole dire trasporti, aumento del personale, degli spazi e una sanità pubblica diffusa ed efficiente a partire dalla scuola. Sia chiaro: noi occupiamo per il diritto allo studio e vogliamo fare lezione... A scuola sì, ma non così”.
In particolare gli studenti denunciano la “propaganda del governo” sulle riaperture e il caos provocato dal conflitto con le regioni.
Questo caos politico e giuridico, denunciano gli studenti, sta frantumando il diritto all’istruzione, istituisce nei fatti l’autonomia differenziata tra le regioni e spinge i Tar a decidere sulle riaperture al posto del governo.
Basti pensare al presidente piddino Michele Emiliano che con l'ordinanza numero 1 del 2021 ha istituito una sorta di “Didattica a richiesta”, la “Dar” che affida alle famiglie, e non alle autorità regionali o al governo, la responsabilità di mandare i figli a scuola oppure lasciarli in Dad.
Al liceo Gullace a Cinecittà è stata approvata una mozione pubblica e “uno sciopero bianco durante le ore curriculari su come e perché la scuola è stata riformata da più di vent’anni e i suoi fondi tagliati. Ci stiamo attivando affinché aderiscano alla nostra iniziativa anche altri licei romani” per chiedere “il ripensamento radicale della scuola, investimenti straordinari e potenziamento degli organici a partire dalla stabilizzazione dei precari”.
Studenti e insegnanti “appoggiati al 100%” dai genitori sono in sciopero anche al liceo Teresa Gullace, alla Don Bosco e all’Aristofane di Montesacro. Mentre gli studenti gli studenti del Visconti si sono riuniti in protesta sotto le finenstre del Campidoglio per denunciare l’inefficienza del trasporto pubblico e le politiche relative alla scuola degli ultimi 30 anni. “La nostra protesta non può essere contro il ritorno in presenza (una boccata d’aria nella psicosi della Dad), non può essere contro la gestione (impeccabile) del rientro da parte del nostro istituto, ma contro il Ministero dei Trasporti, contro le bugie della regione Lazio e del suo presidente Nicola Zingaretti, contro la malagestione dei mezzi pubblici della sindaca Virginia Raggi”.
Nei giorni scorsi, manifestazioni, lezioni all'aperto, dibattiti, assemblee, conferenze e sit-in si sono tenute in oltre cento scuole romane, davanti al ministero dell'Istruzione e al Colosseo.
Dalla Garbatella a Montesacro, da Monteverde a Piazza del Vicolo della Moretta, a Villa Borghese e in molti altri Istituti e piazze della Capitale, studenti, docenti e genitori hanno proclamato lo sciopero dalla didattica a distanza. "Vogliamo tornare a scuola ma vogliamo farlo in sicurezza", hanno ribadito i manifestanti.
I rappresentanti d'istituto di 40 scuole “studenti degli istituti indipendenti” dal Dante Alighieri al Margherita di Savoia al Galileo Galilei l'Amaldi, il de Sanctis hanno dato vita sotto le finestre del ministero dell'Istruzione in viale Trastevere a un combattivo presidio per ribadire che "Senza sicurezza la scuola si spezza"; "A scuola sì, ma non così".
La protesta si è poi conclusa con una assemblea pubblica in Piazza Del Popolo dove gli “studenti indipendenti” hanno fra l'altro denunciato "La strumentalizzazione della nostra manifestazione da parte dall'estrema destra".
Il mancato potenziamento del trasporto pubblico locale con elevatissimo rischio di contagio a Roma rappresenta una situazione insostenibile contro cui ha puntato il dito anche il direttore sanitario dell'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani, Francesco Vaia. "Sono stanco della criminalizzazione dei ragazzi – aveva dichiarato Vaia in un'intervista rilasciata a la Repubblica – È giusto ripetere di fare attenzione, ma è più giusto lavorare perché sui mezzi pubblici frequentati dai ragazzi non ci sia la calca. È questione di coerenza. D'altra parte abbiamo visto che laddove ci sono stati casi di positività tra i ragazzi, questo è avvenuto soprattutto tra gli studenti delle superiori che per andare a scuola prendono i mezzi pubblici".
Il 22 gennaio a Padova
è stato occupato l'ufficio scolastico provinciale per la seconda volta in pochi giorni.
A Vicenza
, il “Coordinamento studentesco Altovicentino” ha chiamato alla mobilitazione centinaia di studenti, professori e genitori e diffuso un comunicato in cui fra l'altro si chiede un servizio di trasporto pubblico più efficiente, sorveglianza sanitaria all’interno delle scuole, riduzione del numero di studenti per classe, più spazi e più docenti.
A Treviso
i ragazzi hanno occupato l’ex Provveditorato, che è vuoto, per denunciare l’esistenza di tanti spazi inutilizzati che potrebbero garantire maggiore distanziamento.
A Firenze
il 25 gennaio si è svolto un presidio con oltre una quarantina di persone si è svolto davanti all’Ufficio Scolastico Regionale, in via Mannelli 113r. La richiesta comune per tutte le iniziative è chiedere un adeguato finanziamento della scuola pubblica tramite il Recovery Fund, “affinché gli slogan sulla Next Generation non siano solo retorica politica”.
Il 21 gennaio sono scesi in piazza per dire che la didattica a distanza non funziona anche gli studenti di Monza
e provincia. La manifestazione, che inizialmente doveva svolgersi in piazza Trento e Trieste, si è tenuta sotto i portici dell’Arengario.
Il giorno seguente al grido di “Vogliamo la scuola, ma la vogliamo sicura!” anche gli studenti dell’Omnicomprensivo di Vimercate ha attuato lo sciopero della Dad per protestare contro contro all’inefficienza dei mezzi di trasporto.
Il 22 gennaio sono scesi in sciopero anche le studentesse e gli studenti di tutta la città e la provincia di Salerno
con una protesta che si è articolata in due fasi: tutti gli studenti delle scuole aderenti in sciopero della dad, mentre i rappresentanti di ogni scuola si sono riuniti in presidio nella piazza antistante la Provincia di Salerno dove è stato presentato il documento con le rivendicazioni.
27 gennaio 2021