Scuderi: Occupiamoci delle condizioni dei giovani educhiamo i giovani alla lotta di classe per il socialismo
(Conclusioni alla 6a Sessione plenaria del 3° CC del PMLI pubblicate sul n. 47 24 dicembre 1992)
Care compagne e cari compagni,
eccoci alla fine di questa importante e tanto attesa Sessione dedicata ai giovani. Mi sembra che abbiamo fatto un buon lavoro. Abbiamo vissuto insieme e costruito collettivamente due intense e proficue giornate che ricorderemo a lungo.
I compagni di base invitati hanno fatto magnificamente la loro parte. A nome vostro, membri del CC del PMLI, e mio personale rivolgo ad essi un profondo ringraziamento per il loro importante apporto di idee e di esperienze e per i loro propositi di migliorare il lavoro giovanile.
Ritornando alle vostre sedi, care compagne e cari compagni, ricordatevi che l'Ufficio politico e il Comitato centrale sono sempre a vostra completa disposizione per tutte le vostre necessità politiche e organizzative e che il vostro generoso e encomiabile lavoro costituisce per noi dirigenti del Partito una fonte perenne di ispirazione e di insegnamenti.
A nome del CC salutate affettuosamente i compagni e le compagne delle vostre istanze a cui dovete trasmettere nel più breve tempo possibile la linea scaturita da questa Sessione.
Considerando il lavoro prodotto, a cominciare dal Rapporto del compagno Simone Malesci presentato a nome dell'UP, e gli impegni assunti in proposito possiamo ben dire che questa Sessione costituisce una pietra miliare del nostro lavoro giovanile.
Ora abbiamo le idee più chiare circa la condizione giovanile, la fase in cui si trova il movimento studentesco e giovanile, la nostra linea giovanile e il nostro relativo lavoro giovanile.
Abbiamo sistematizzato, aggiornato e sviluppato la linea giovanile in base alla nuova situazione giovanile e politica.
Le relazioni delle istanze inferiori hanno dato un grosso contributo per avere un quadro più completo e dettagliato della drammatica condizione giovanile che esiste nel nostro Paese al Sud come al Centro e al Nord, sia pure con le diverse e specifiche situazioni. Il metodo dell'inchiesta diretta ai giovani, adottato da più istanze, si è dimostrato molto utile per conoscere dalla viva voce dei giovani quali sono i loro problemi e i loro orientamenti politici. Questo metodo andrebbe generalizzato e adottato da tutto il Partito.
Gli interventi - specie quelli delle compagne, dei compagni operai e giovani - hanno rafforzato l'analisi del Rapporto e messo a fuoco punti particolari degni della massima considerazione. Essi hanno messo in luce che sulla linea giovanile esiste una completa unità di vedute in tutto il Partito, una comune volontà politica a far bene il lavoro giovanile, un unico grande amore verso la nostra gioventù.
Fermo restando lo sviluppo del lavoro sindacale in riferimento ai giovani operai, lavoratori e disoccupati, e a parte i casi particolari, noi non dobbiamo spostarci nemmeno di un millimetro dal lavoro sul e nel mondo studentesco. Perché lì si concentrano le masse giovanili e da lì passa la lotta tra proletariato e borghesia per l'egemonia dei giovani.
Occupiamoci delle condizioni dei giovani, educhiamo i giovani alla lotta di classe per il socialismo. Così potremmo sintetizzare l'essenza del nostro lavoro giovanile.
Occuparsi dei giovani vuol dire occuparci dei nostri figli e dei nostri nipoti; vuol dire occuparci dell'avvenire del Partito, del proletariato e della causa del socialismo; vuol dire riarmare in senso rivoluzionario sul piano ideologico e politico i giovani strappandoli all'influenza, allo sfruttamento e all'oppressione della classe dominante borghese in camicia nera; vuol dire fornire alla gioventù di sinistra l'orientamento, la direzione e gli strumenti capaci di battere i loro coetanei di destra e di unire a sé il centro della gioventù.
Occuparsi dei giovani vuol dire anche aver premura dei loro problemi concreti e immediati riguardo l'istruzione, il lavoro, la ricreazione, lo sport, i rapporti sociali e di coppia e di ogni altra cosa abbiano necessità.
Mentre la borghesia e i suoi servi educano i giovani all'interclassismo e alla collaborazione tra le classi sociali, attraverso il parlamentarismo, il partecipazionismo, la "solidarietà", il "volontariato", la "concertazione", la "codeterminazione", la "cogestione", noi dobbiamo educare i giovani alla lotta di classe per il socialismo. Non è vero che il nemico non c'è più. Non è scomparso con la "caduta delle ideologie" e del "muro di Berlino". I nemici ci sono sempre, e sono l'imperialismo e il neocolonialismo su scala internazionale e la classe dominante borghese in camicia nera su scala nazionale. Sul piano economico è il capitalismo, sul piano politico è il governo Amato, sul piano istituzionale il regime neofascista, sul piano sociale la borghesia monopolistica.
Questo nemico non scomparirà mai se il proletariato non lo farà a polpette e non instaurerà una ferrea dittatura proletaria.
Mentre la borghesia educa i giovani a usare metodi di lotta indolori, pacifisti, individualisti e fuorvianti quali lo sciopero della fame, le lenzuola bianche, le catene umane, le fiaccolate e le marce silenziose tipiche delle processioni religiose, noi dobbiamo educare i giovani all'uso dei metodi di lotta tradizionali del proletariato quali gli scioperi, la lotta di piazza, le occupazioni di fabbriche, scuole, università e di edifici pubblici, i blocchi stradali, ferroviari, di aeroporti e porti navali, i picchettaggi.
La bandiera del proletariato, e quindi dei giovani di sinistra, non può essere quella bianca ma quella rossa, non quella della solidarietà interclassista ma quella della lotta di classe. Nelle scuole, nelle Università, nei quartieri popolari, nelle fabbriche deve tornare a sventolare la bandiera rossa con la falce e martello, la bandiera della lotta di classe e dell'emancipazione del proletariato.
È un lavoro enorme e di lungo periodo quello che ci sta di fronte per educare i giovani alla lotta di classe per il socialismo. Un lavoro che richiede grande dedizione, grande perseveranza, grandi capacità politiche ed educative e soprattutto un grande impegno a trasformare se stessi, elevando la propria coscienza politica e approfondendo la conoscenza della linea giovanile del Partito, mentre si cerca di trasformare la concezione del mondo dei giovani e il loro atteggiamento verso questa società. Come la classe operaia ha bisogno di trasformare se stessa mentre trasforma la società, così noi abbiamo bisogno di trasformare noi stessi mentre educhiamo i giovani alla lotta di classe per il socialismo. Mao ha rilevato che "Nella lotta di classe e nella lotta contro la natura, la classe operaia trasforma la società intera e allo stesso tempo trasforma se stessa. Lavorando, la classe operaia deve continuamente imparare, ed eliminare progressivamente i propri difetti; la classe operaia deve incessantemente progredire. Prendiamo noi che siamo qui presenti, ad esempio: molti di noi ogni anno fanno qualche progresso, cioè ogni anno si trasformano. Un tempo io avevo una quantità di idee non marxiste e solo in seguito ho assimilato il marxismo. Ho studiato un po' di marxismo sui libri iniziando così a trasformare la mia ideologia, ma la trasformazione si è realizzata soprattutto nel corso di una lotta di classe prolungata. E io devo continuare a studiare se voglio ancora progredire, altrimenti tornerei indietro"
. (Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo, 27 febbraio 1957, Opere scelte, vol. 5, Ed. Einaudi, p. 559)
In questa Sessione abbiamo preso definitivamente atto che l'egemonia sui giovani è passata dal proletariato alla borghesia per colpa dei traditori revisionisti e neorevisionisti. Non è stato certo una cosa piacevole e confortante, ma se non si è consapevoli di ciò, se non se ne ha coscienza, se non si adottano urgenti ed efficaci misure per rovesciare la situazione non riusciremo mai a riconquistare tale essenziale egemonia.
I flussi e riflussi della storia sono normali, e quel tanto di tragico che hanno per noi può essere trasformato in una cosa positiva e in forza, purché si impari la lezione e ci si adoperi perché il riflusso sia il più breve e il meno dannoso possibile. Il proletariato internazionale ha collezionato una serie ininterrotta di vittorie una dietro l'altra dai tempi di Marx ed Engels e finché è stato vivo Mao. Ora è costretto a subire cocenti sconfitte, ma non può non tornare a vincere perché esiste sempre e non sono state e non possono essere risolte le contraddizioni con la classe nemica, la borghesia.
Non si vince sempre e non si perde sempre. Il bilancio va fatto alla fine della guerra che è in corso tra il proletariato e la borghesia fin dall'avvento del capitalismo e della dittatura borghese.
L'attuale infelice fase riformista del movimento studentesco e giovanile non durerà in eterno e molto a lungo. Il Documento che verrà approvato dalla Sessione costituisce un potente raggio di sole capace di squarciare le fitte nebbie riformistiche che avvolgono i nostri giovani. E se noi sapremo gestirlo e applicarlo con intelligenza nella pratica, potremo arrivare gradualmente a fare piena luce nella nostra gioventù, cominciando dai giovar.i più combattivi e avanzati, e a riunire su un piano di classe anticapitalista e rivoluzionario la gioventù di sinistra.
Tutto il Partito è impegnato in questa grande e storica operazione di rilancio rivoluzionario della nostra gioventù, anche se in primo luogo facciamo affidamento sui nostri valorosi giovani militanti e sulle cellule giovanili, come la "Vesuvio Rosso" di Napoli che rappresenta attualmente il faro rosso del PMLI al Sud.
Fare uscire i giovani dal pantano del riformismo, del pacifismo, del parlamentarismo non sarà cosa facile, ma nemmeno impossibile. Ci aiuterà suo malgrado il capitalismo e il suo governo che renderanno sempre più dura, difficile e insopportabile la vita dei giovani.
Il '93, è già stato preannunciato dagli stessi governanti, sarà un anno nero. E gli anni successivi non saranno migliori. Questo comporterà un maggior sfruttamento nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro, più disoccupazione specialmente femminile e giovanile, più miseria, più emarginazione del Mezzogiorno, più selettività scolastica. Non potranno non scoppiare delle rivolte anche giovanili che noi dovremo essere capaci di guidare e indirizzare contro il sistema capitalistico.
Il "nuovo modello di difesa", che vedrà sempre più spesso le Forze armate italiane proiettate al di fuori dei confini nazionali, susciterà sicuramente nuove contraddizioni tra i giovani che non vogliono essere carne da cannone per le mire espansionistiche dell'imperialismo italiano.
In ogni caso noi non ci stiamo. Siamo contro il "nuovo modello di difesa" e la controriforma della leva, contro la donna soldato mercenaria, contro le cosiddette "missioni umanitarie" come quelle in Somalia e in Bosnia. Dietro queste operazioni prese in nome di un presunto "diritto di ingerenza umanitaria" si nascondono vergognosi accordi interimperialisti per la spartizione del mondo e per il saccheggio delle risorse e delle ricchezze nazionali dei paesi più deboli e più poveri.
Il nostro amato Paese va alla deriva sui piani economico, sociale e politico e morale, solo il socialismo può salvarlo. Il governo proposto da Amato cosiddetto "centrosinistra adatto ai tempi" o un "governo di svolta e di alternativa" avanzato da Occhetto non farebbero che aggiungere disgrazia a disgrazia, sfacelo a sfacelo. Nemmeno la sedicente "opposizione per l'alternativa" predicata dai neorevisionisti potrebbe risolvere la questione, servirebbe solo a illudere il proletariato, le masse popolari e le nuove generazioni che per questa via è possibile risolvere i propri problemi.
L'umanità non è ancora riuscita a trovare una formula diversa dal socialismo capace di sradicare l'ingiustizia sociale, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, il dominio di una minoranza di sfruttatori e oppressori sulla maggioranza degli sfruttati e oppressi. Ovviamente quando si parla di socialismo ci riferiamo al modello universale fornitoci da Lenin e Stalin e Mao. Ogni altro socialismo, realizzato in altri paesi quand'erano loro viventi, come abbiamo visto nei fatti era infatti inquinato in partenza o è stato inquinato strada facendo dal revisionismo di destra e in certi casi di "sinistra". Comunque il socialismo non è certo quello dell'imbroglione trotzkista con la barba e dei suoi leccapiedi Cossutta e Garavini.
Le idee di giustizia sociale sono antiche, millenarie, sono nate nel momento stesso in cui sono sorte le classi e la società divisa in classi. Un'idea che non morirà mai. Nessuno prima di Marx ed Engels era riuscito ad elaborare una teoria, una linea politica e un'organizzazione di partito capace di realizzare quell'idea. E si doveva arrivare a Lenin e Stalin e alla Grande rivoluzione socialista d'Ottobre per consentire ai moderni schiavi, la classe operaia, di conquistare il potere politico. A Mao, il grande merito di aver trovato il mezzo, la Grande Rivoluzione culturale proletaria, che consente al proletariato di evitare la restaurazione del capitalismo e di mantenere il potere politico.
Queste grandi scoperte ed esperienze storiche per causa del tradimento degli imbroglioni revisionisti, hanno subito in questi ultimi anni dei grossi rovesci, ma non per questo la tensione e la lotta per la giustizia sociale è cessata.
Nostro compito fondamentale è trasmettere questa entusiasmante e mobilitante memoria storica alle nuove generazioni. Non solo. Noi dobbiamo invitare le ragazze e i ragazzi a essere gli alfieri della lotta di classe per il socialismo.
La proposta del socialismo è una proposta forte, vincente, nonostante che l'attrazione storica del socialismo sui giovani si sia oggi alquanto indebolita. Se sapremo ben operare riusciremo senz'altro a galvanizzare di nuovo la gioventù di sinistra, cominciando dai giovani più sensibili alla giustizia sociale e alle idee progressiste e rivoluzionarie.
Grazie, care compagne e cari compagni, per le idee, le energie, il tempo che avete donato al Partito, al proletariato, ai giovani e alla causa del socialismo anche in questa straordinaria ed entusiasmante occasione.
Fra pochi giorni finirà l'anno. Buon anno nuovo allora, a voi, a tutto il Partito, ai simpatizzanti, agli amici del Partito e ai vostri familiari, soprattutto ai vostri figli più piccoli che, magari senza esserne consapevoli, fanno tanti sacrifici per il Partito.
Buon lavoro e buona salute!
Teniamo alta la bandiera della linea giovanile del Partito e applichiamo nella pratica gli insegnamenti, i metodi di lavoro e lo spirito della Sesta Sessione!
Viva, viva, viva il PMLI e il suo lavoro giovanile! Viva, viva, viva il socialismo!
Viva, viva, viva Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao!
28 gennaio 2021