Completata la manovra elettorale del neopodestà di Napoli
De Magistris ufficializza la candidatura a presidente della regione Calabria
Dal corrispondente dell’Organizzazione della provincia di Reggio Calabria del PMLI
Non gli è bastata la fallimentare gestione amministrativa come sindaco di Napoli. Tra i numerosi disastri compiuti da Luigi De Magistris alla guida della città partenopea possiamo certamente annoverare un disavanzo di due miliardi e settecento milioni di euro, il crollo della raccolta differenziata ferma al 31% (a dispetto della promessa di portarla oltre il 70%), l’aumento della disoccupazione, i pesanti tagli ai trasporti, le periferie lasciate in totale stato di abbandono e in mano alla camorra.
Così, invece di dimettersi e lasciare per sempre la politica, l’ex magistrato ormai a fine mandato e in cerca di una nuova poltrona, il 20 gennaio scorso ha ufficializzato la sua candidatura alla presidenza della regione Calabria spiegandone i motivi con una lunga lettera aperta intrisa di illusioni e inganni.
“Mi candido per amore della Calabria - ha scritto De Magistris - il popolo è la forza di quella rivoluzione che deve coniugare rottura del sistema e capacità di governo”. E ancora: “Posso essere strumento per un processo di liberazione dal basso per dare voce ai tanti calabresi che non si piegano e lottano per i valori costituzionali”.
Parole che sembrano quasi rievocare la cosiddetta “rivoluzione arancione” che avrebbe voluto realizzare nella sua città, senza riuscirci.
La corsa verso la Cittadella è ancora tutta in salita e irta di difficoltà. Le elezioni regionali, salvo ulteriori rinvii causati dall’emergenza Covid, si svolgeranno il prossimo 11 aprile.
Dopo aver incassato i no del PD, di LeU e della maggioranza del M5S, il neopodestà di Napoli è sceso in Calabria per cercare nuovi alleati. A Cosenza ha incontrato l’ex capo della protezione civile regionale Carlo Tansi che forte del 7% ottenuto all’ultima tornata elettorale, non intende di certo rinunciare alla sua candidatura lasciando campo libero, e chiede di fare chiarezza su liste e candidati; mentre a Riace si è assicurato l’appoggio dell’ex sindaco Mimmo Lucano finito ingiustamente sotto processo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Anche lo scrittore Pino Aprile, leader del movimento 24 agosto, complice una personale avversione nei confronti del “civico” Tansi, ha deciso di sostenere la candidatura di De Magistris considerandolo addirittura “l’unica speranza per la regione più devastata d’Italia”.
Per quanto riguarda il programma politico sul fronte sanitario, una volta eletto l’ex magistrato vorrebbe porre fine al commissariamento della Calabria e “valorizzare la sanità pubblica” per “fermare l’emigrazione sanitaria che non fa altro che rimpinguare i bilanci delle regioni del nord”. Bella faccia tosta rilasciare una dichiarazione del genere, proprio lui, che insieme all’altro boss della “sinistra” borghese, il governatore PD della Campania, Vincenzo De Luca, sono responsabili dello sfascio della sanità pubblica in quella regione.
Insomma, pur ponendosi come “alternativa a quel ceto di destra e di sinistra che ha depredato la Calabria”, finora non si può certo dire che la candidatura del vomerese alla guida della Regione abbia suscitato grandi condivisioni e adesioni tra le varie forze politiche calabresi. Ecco perché allo stato attuale l’ipotesi di un successo sembra improbabile considerando che le agguerritissime coalizioni di “centro-destra” e “centro-sinistra” non hanno ancora sciolto le riserve sui loro candidati presidenti. Per questo motivo De Magistris potrebbe finire eletto solo come consigliere regionale e non governatore.
Vedremo cosa accadrà ma una cosa è certa: noi marxisti-leninisti alle elezioni regionali dell’11 aprile continueremo a invitare le masse lavoratrici e popolari a non votare i vecchi imbroglioni della politica borghese al servizio del capitalismo - di cui De Magistris è rappresentante - e a disertare le urne dando il loro voto astensionista al PMLI e al socialismo affinché la Calabria sia governata dal popolo e al servizio del popolo
3 febbraio 2021