Contributi
Bilancio fallimentare della giunta del neopodestà di Napoli De Magistris

di Raffaele - Napoli
Siamo quasi alla scadenza del secondo mandato dell’amministrazione De Magistris a Napoli e nulla è stato fatto in quasi dieci anni per risolvere i molteplici problemi che attanagliano il martoriato popolo della nostra città; al contrario, sono peggiorate le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari, femminili e giovanili. Il megalomane Luigi De Magistris non ha preso nemmeno la decisione di dimettersi ma si è incollato alla sua poltrona privilegiata di Palazzo San Giacomo a dispetto dei suoi elettori (ai quali aveva promesso la fantomatica “rivoluzione arancione”) e di tutta la popolazione. L’attuale neopodestà non si distingue in nulla dagli altri politicanti borghesi che in campagna elettorale promettono “mari e monti” senza realizzare nulla. Ci troviamo di fronte una delle peggiori amministrazioni di questa città, peggiore di quella di Bassolino e della Iervolino.
Ecco in ordine prioritario i problemi rimasti irrisolti:
Lavoro. Le masse popolari, femminili e giovanili languiscono nella disoccupazione e sottoccupazione, nel precariato, nel lavoro nero, nella cosiddetta “arte di arrangiarsi”, nel casalingato, nel pauperismo, nella miseria e nella fame. Non è stato frenato il processo di deindustrializzazione e non è stato attuato un piano per il lavoro, lo sviluppo e l’industrializzazione ma è andato avanti il processo di terziarizzazione dell’economia cittadina, generando lavoro precario (part-time) e a tempo determinato, spesso con contratti di “tirocinio “e di apprendistato. Gli ispettori del lavoro sono quasi inesistenti su tutto il territorio, i datori di lavoro sfruttano i lavoratori e hanno la facoltà di fare il bello e il cattivo tempo nei loro confronti perché essi non hanno un regolare contratto di lavoro.
De Magistris, in complicità con il governatore regionale in camicia nera De Luca, non ha mosso un dito per richiedere l’indennizzo delle lavoratrici e dei lavoratori che avevano perso il lavoro a causa della pandemia, del lockdown e delle restrizioni imposte dal dittatore anti-virus Giuseppe Conte.
Sanità. In questi ultimi anni sono stati commessi dei veri e propri crimini contro il sacrosanto diritto alla salute delle masse popolari partenopee, crimini che sono diventati ancora più palesi con la seconda ondata di pandemia. Il neopodestà non ha mosso un dito perché venisse rinforzato il personale sanitario e garantito il diritto alla salute per la popolazione. E sì che occorrevano assunzioni di medici, paramedici, infermieri e impiegati generando lavoro a tempo indeterminato e sindacalmente tutelato. Con la scusa dell’apertura dell’“Ospedale del Mare” sono stati chiusi ospedali storici come il “San Gennaro”, gli “Incurabili” e l’“Ascalesi”, quest’ultimo riaperto successivamente come polo oncologico accorpato all’“Ospedale Pascale”. Sono stati ridotti drasticamente i Pronto Soccorso, facendo saturare quelli rimasti attivi come per esempio l’ospedale Cardarelli. Perché la vasta Area Ospedaliera del policlinico Federico II non può avere un centro di Pronto soccorso e una rete di poliambulatori specialistici per effettuare diagnosi e terapie per le quali non sono necessari i ricoveri?
Casa: La situazione abitativa è ulteriormente peggiorata, non è stato varato nessun piano per il diritto alla dimora. L’amministrazione comunale non ha emesso alcun bando in concorso per l’assegnazione degli alloggi. Il comune non ha requisito le case sfitte che potevano essere date in affitto a chi ne aveva bisogno. La mancanza di un piano per il diritto alla casa ha favorito la speculazione da parte dei proprietari immobiliari nelle aree popolari come Montesanto, Rione Sanità e borgo Sant’Antonio. Costoro in maniera reiterata hanno fiutato alloggi impropri, senza aria, senza luce naturale per di più edifici gravemente danneggiati con pericolo reale di crollo. Spesso i proprietari stipulano con gli affittuari dei contratti non registrati per “autoridursi” le tasse speculari sui fitti. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, come il neopodestà De Magistris.
Trasporti-viabilità. L’amministrazione ha aumentato il costo dei biglietti dei mezzi di trasporto che sovente sono colpiti da ritardi in tutta la rete anche di 30 minuti. Tutto questo genera grandi disagi e ingorghi stradali perché la popolazione è costretta a usare le proprie auto sfiduciata dalla poca affidabilità della “mobilità cittadina”. Purtroppo da tutto ciò consegue una grande produzione di smog altamente tossico nelle aree cruciali della nostra martirizzata città.
La realizzazione della metropolitana-linea 1 (detta anche metro Collinare) doveva servire a decongestionare il traffico e di conseguenza lo smog, cosa che nei fatti per il cattivo servizio offerto non è mai avvenuta. La stazione Duomo non è stata ancora aperta e non sono ancora arrivati i nuovi treni previsti a settembre. Le scale mobili non funzionano causando spesso disagi notevoli agli utenti. Con la scusa del Covid è stato messo fuori servizio il collegamento interno tra la stazione Museo della linea 1 e la stazione Cavour linea 2. Il collegamento interno tra la stazione Cumana-Circumflegrea e funicolare di Montesanto è stato soppresso. La stazione Viale Raffaello San Martino della funicolare di Montesanto non è stata più realizzata. Le corse delle metropolitane, delle funicolari e dei mezzi di superficie non hanno visto potenziamento del servizio neanche con l’emergenza pandemia, facendo viaggiare gli utenti come “sardine” contribuendo a far alzare la curva dei contagi. Tutto questo in barba alla tanto raccomandata distanza di sicurezza.
Rifiuti. La raccolta differenziata porta a porta non è stata realizzata. In alcune zone come Corso Umberto e al Vomero è stata realizzata una “pseudo raccolta” differenziata porta a porta che in realtà è una raccolta palazzo per palazzo, negozio per negozio. La raccolta per la frazione umida viene ritirata ogni giorno per quanto riguarda le attività commerciali, mentre per le abitazioni solo tre volte a settimana, l’indifferenziato due volte e la carta una sola volta a settimana. Nelle aree in cui non è stato realizzato questo sistema sono scomparsi persino i cassonetti marroni per l’umido. Le campane di contenimento della plastica, del metallo, del vetro e carta sono spesso stracolme per cui si è costretti a mettere i rifiuti sul manto stradale.
Manutenzione stradale. Le strade di Napoli sono tutte rotte, rattoppate e piene di buche, costituendo un vero pericolo specie per chi viaggia su mezzi a due ruote.
Manutenzione dell’illuminazione . L’amministrazione De Magistris ha molto trascurato la manutenzione dei lampioni che spesso non funzionano illuminando scarsamente le aree più anguste e periferiche della nostra città.
Manutenzione aree verdi e giardini pubblici. In questi anni la manutenzione e la potatura degli alberi è stata molto trascurata, di conseguenza la caduta di alcuni arbusti ha causato gravi danni agli abitanti, in più occasioni anche la morte.
In ultima analisi Napoli sta cadendo a pezzi, come evidenziato anche dal problema dei cornicioni pericolanti che hanno causato vari morti. La colpa di tutte queste tragedie grava principalmente su De Magistris e sulla sua giunta. Quest'amministrazione dev'essere attaccata fino all’ultimo giorno del suo mandato. I fatti hanno la testa dura e sono stati proprio i fatti a mettere in evidenza il fallimento dell’amministrazione del rivoluzionario arancione De Magistris.
Napoli risolverà definitivamente tutti i suoi problemi quando sarà governata dal popolo e tutto questo sarà possibile solo con l’avvento del socialismo. I fautori del socialismo dovrebbero prendere in seria considerazione la proposta del PMLI di organizzare in ogni quartiere i Comitati Popolari e le Assemblee Popolari fondati sulla democrazia diretta. Con la lotta extra-istituzionale e anti-istituzionale si possono strappare opere e misure che vadano a vantaggio della popolazione, delle lavoratrici e dei lavoratori, rivendicando il controllo popolare dei servizi sanitari e sociali e un’autentica autogestione da parte delle masse dei centri sociali ricreativi e sportivi con carattere pubblico.

10 febbraio 2021