Con i discorsi di Mattarella, Casellati e Fico
Bugie e calunnie dei vertici del regime capitalista e neofascista sulle foibe
Cancellare l'infame, fascista e anticomunista “Il giorno del ricordo”
Anche quest'anno il 10 di febbraio i vertici del regime neofascista hanno celebrato "il giorno del ricordo", ricorrenza istituita con la legge del 30 marzo 2004 n 92, per commemorare i sedicenti "martiri delle foibe" e le "vittime dell'esodo giuliano-dalmata e istriano", tentando di accreditare e contrabbandare da allora come convincimento generale a livello di massa che le foibe siano l'espressione diretta della ferocia antiitaliana e che gli "infoibati" siano stati "martiri" di un preordinato sterminio etnico, perpetrato dalla Resistenza, dai partigiani e dai comunisti jugoslavi, ribaltando di sana pianta la verità storica dei fatti e oltraggiando la gloriosa Resistenza e il socialismo, mettendo così sullo stesso piano vittime e carnefici, partigiani e nazifascisti, l'imperialismo dell'allora asse Roma-Berlino-Tokyo e i popoli in lotta per la sua distruzione, riabilitando così di fatto gli stessi fascisti, la loro politica di sterminio e i loro incancellabili crimini contro l'umanità.
L'anticomunismo di Mattarella
"L’orrore delle foibe colpisce le nostre coscienze. Il dolore, che provocò e accompagnò l’esodo delle comunità italiane giuliano-dalmate e istriane, tardò ad essere fatto proprio dalla coscienza della Repubblica. I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto, non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo, ma proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista. Tanto sangue innocente bagnò quelle terre” ha dichiarato vergognosamente il capo dello stato Sergio Mattarella che ha aggiunto:“Il passato non si cancella, la ferma determinazione di Slovenia Croazia e Italia di realizzare una collaborazione sempre più intensa nelle zone di confine costituisce un esempio di come la consapevolezza della ricchezza della diversità delle nostre culture e identità sia determinante per superare per sempre le pagine più tragiche del passato e aprire la strada a un futuro condiviso”.
Alla presenza dello stesso Mattarella nella sala dei gruppi parlamentari alla Camera dopo la proiezione di un filmato di propaganda "Le perle del ricordo" (in perfetto stile Istituto Luce) hanno rincarato la dose i presidenti di camera e senato Roberto Fico, del M5S e la berlusconiana Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Al suo fianco i presidenti di Camera e Senato Casellati e Fico
Fico ha dichiarato: "questa giornata deve ricordarci che la pace, la convivenza tra i popoli, il rispetto dei diritti umani non sono acquisiti per sempre. Ma richiedono un impegno quotidiano affinché i conflitti, gli estremismi ideologici e nazionalistici, i totalitarismi, l’odio etnico e di classe (!) non portino nuovamente ad atrocità, persecuzioni e crimini contro l’umanità" equiparando in tutto e per tutto il nazifascismo al comunismo, il razzismo e lo sterminio dei popoli alla lotta di classe e all'antifascismo.
La sodale del delinquente di Arcore (di cui il mondo ricorda fra l'altro la protesta in piazza di fronte al Tribunale di Milano per difendere il suo padrone, l'11 marzo 2013, a proposito della vergognosa vicenda "Ruby", la giovane prostituta marocchina, allora minorenne, fatta passare da Berlusconi e dal parlamento nero per "nipote di Mubarak", vicenda per la quale Berlusconi è ancora sotto processo) rincara la dose: “La storia non è un racconto di parte: è testimonianza di ciò che è stato. E come tale va ricostruita, documentata, studiata e tramandata: specie quando ci riguarda direttamente come italiani. Perché italiani erano i giuliani, gli istriani e i dalmati fatti cadere uno ad uno, legati insieme con il fil di ferro e lasciati morire nelle gole del Carso”.
Scatenati il fascioleghista governatore friulano Fedriga e il sindaco di Trieste Dipiazza
Hanno dato manforte alle tre massime cariche dello stato il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, in visita alla cosiddetta “foiba di Basovizza": “ogni pietra ha un lamento
“, perché “per mano dei comunisti titini, con la connivenza dei comunisti italiani, sulle nostre terre si è consumato l’olocausto delle foibe” e “la tragedia dell’esodo”. Dipiazza, spalleggiato dal fascioleghista Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ha ricordato che, “a guerra finita”, si è scatenata “una furia cieca nei confronti di indifesi, inermi, vinti, di coloro che rappresentavano un ostacolo alla ideologia comunista”. Poi, dal 30 marzo 2004, quando “il Parlamento italiano, con legge proposta dall’on. Roberto Menia, ha istituito il Giorno del Ricordo”, la verità “ha iniziato a squarciare il muro di un silenzio complice di stati, governi, politici”. “Sarà impossibile avere una memoria condivisa” (e ci mancherebbe!) ma “vale comunque continuare questo percorso di amore avviato”.(come no?).
Questi gerarchi del regime neofascista imperante proseguono nell'inaccettabile riscrittura della storia in chiave antiresistenziale e anticomunista, per cancellare la verità storica e inculcare nelle giovani generazioni l'infame equiparazione tra le vittime e i carnefici, cosa funzionale alla politica interna ed estera dei governi del regime, continuando sulla strada dell'equiparazione di nazismo e comunismo, con il malcelato tentativo di arrivare prima o poi alla messa fuori legge dei partiti comunisti in tutto il territorio della UE imperialista.
L'incubo di questi criminali servi della borghesia è quello di tutti i reazionari del mondo da quando è apparso il sistema capitalista sulla faccia della terra e quindi la lotta di classe tra la borghesia ed il proletariato e la lotta tra l'imperialismo e i popoli e le nazioni oppresse: l'incubo del comunismo e delle guerre di liberazione nazionali contro l'imperialismo.
Non ci può essere alcuna "memoria condivisa" tra fascisti e antifascisti, vittime e carnefici e quindi borghesi e proletari, posta la divisione dell'umanità in gruppi sociali antagonisti determinati da ciò che si produce, come lo si fa e come lo si scambia, ogni classe sociale ha la sua cultura, i suoi martiri, i suoi eroi e i suoi nemici: "'Al mondo non esiste amore senza cause, così come non esiste odio senza cause. Quanto al cosiddetto `amore per l'umanità', da quando l'umanità è divisa in classi non è mai esistito un amore come questo, un amore che abbraccia tutto e tutti. Alle varie classi dominanti del passato piaceva predicare un tale amore, e molti saggi hanno fatto altrettanto, ma nessuno l'ha messo realmente in pratica, perché nella società divisa in classi questo amore è impossibile. Un vero amore per l'umanità sarà possibile soltanto quando le classi saranno state eliminate in tutto il mondo. Le classi hanno diviso la società in gruppi antagonistici, e soltanto dopo l'eliminazione delle classi si avrà l'amore universale, non ora. Noi non possiamo amare i nostri nemici, non possiamo amare i mali della società, il nostro obiettivo è distruggerli
".(Mao)
In questo quadro invitiamo le masse popolari, specie i più giovani, a studiare le ragioni profonde che portarono a quegli avvenimenti, che hanno origine nell'imperialismo e nelle politiche coloniali, razziali, di oppressione e di sterminio portate avanti dai fascisti e dai nazisti, liquidati e distrutti dalla gloriosa Resistenza, della quale non ci stancheremo mai di tenere alta la bandiera, ben individuate dal PMLI nell'articolo "Sulla questione delle foibe:origine, storia, cause e responsabilità".( http://www.pmli.it/questionefoibe.htm )
I cosiddetti "infoibati" altro non erano che poche centinaia non di "veri italiani innocenti" ma di aguzzini e collaboratori del nazifascismo giustamente travolti dalla collera popolare dopo decenni di oppressione e di indicibili sofferenze da parte delle masse popolari martoriate di quei territori.
Non vi fu alcuna "pulizia etnica antiitaliana" da parte dei partigiani comunisti jugoslavi, ma semmai quella collera giusta e doverosa fu un effetto dell'occupazione nazifascista e dei suoi efferati crimini.
Non è possibile nessuna "memoria condivisa" e in questo quadro il PMLI chiede da sempre con forza la cancellazione de "Il giorno del ricordo", mostruosa ricorrenza anticomunista e antipartigiana funzionale alla riscrittura della storia finalizzata al dominio della classe dominante borghese italiana e dell'UE imperialista, lo scioglimento di tutte le organizzazioni fasciste, razziste, omofobe, antiabortiste, antifemminili e antigay e la chiusura dei loro covi, la ferma e totale opposizione ad ogni forma di equiparazione tra fascisti e antifascisti, tra nazismo e comunismo, nel quadro della lotta senza quartiere contro i fascisti vecchi e nuovi, contro la UE imperialista (vero mostro economico, politico, militare e istituzionale che non si può riformare e va distrutto, cominciando a tirarne fuori l'Italia) e per buttare giù da sinistra e dalla piazza il nascituro governo Draghi del capitalismo, della grande finanza e dell'UE imperialista.
Per liquidare definitivamente il fascismo vecchio e nuovo dal nostro martoriato Paese è necessario liquidare il capitalismo che lo genera attraverso la lotta di classe per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato sulla via dell'Ottobre che poi è la madre di tutte le questioni.
In questo quadro sono stati esemplari i marxisti-leninisti biellesi che, nell'ambito del fronte unito antifascista il 13 febbraio hanno partecipato all’iniziativa “La foiba vera” in via Italia angolo via Battistero, lanciata dalla sezione ANPI Valle Elvo e Serra con l’adesione della Federazione biellese del Partito della Rifondazione Comunista, del Coordinamento Biella Antifascista, del Laboratorio sociale “La città di sotto”, della Cicloofficina “Thomas Sankara” e de “La città futura”, chiedendo con forza l'abolizione dell'infame "giorno del ricordo", illustrando alla popolazione di Biella le verità oggettive di quegli accadimenti attraverso un’istallazione di fotografie, documenti e lettere per riflettere criticamente sul fatto che non ci può essere appunto alcuna “memoria condivisa” tra vittime e carnefici, tra fascisti e antifascisti, tra comunisti e anticomunisti, tra borghesia e proletariato.
17 febbraio 2021