Bonomi e Landini uniti attorno al banchiere massone Draghi
"Abbiamo espresso il nostro più convinto sostegno all'azione che Draghi dovrà intraprendere, nella vera speranza che il consenso parlamentare riservato al suo programma sia ampio e solido, perché c'è davvero molto da fare, e bisogna farlo presto e bene ... Draghi ha le qualità che da tempo auspicavo in un politico: una persona seria, competente, autorevole ed efficace... Ho sempre considerato Mario Draghi un patrimonio del nostro Paese”.
Così il boss di Confindustria Carlo Bonomi ha osannato la nascita del nuovo governo del capitalismo, della grande finanza e dell'UE imperialista costituito dal banchiere massone Mario Draghi e imposto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella con un vero e proprio golpe istituzionale senza precedenti nella storia repubblicana.
E tra le molte cose da “fare presto e bene” Bonomi, in piena sintonia con Draghi, ha indicato prima di tutto la spartizione della grande torta del Recovery plan che deve procedere di pari passo con le controriforme della pubblica amministrazione, giustizia, fisco, lavoro e pensioni a cominciare dalla cancellazione del reddito di cittadinanza e di quota 100, la ristrutturazione degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione, mobilità e “il rilancio degli investimenti” attraverso “una grande alleanza pubblico-privato per moltiplicarli e concentrarli dove più servono alla ripresa del Paese”.
“Credo - ha aggiunto Bonomi - che il nuovo governo potrebbe convocarci per una trattativa a tre” governo, padroni e sindacati perché: “Dobbiamo cambiare la filosofia: è difficile immaginare di mantenere il lavoro dove era e come era in un mondo che cambia. .. Con Draghi abbiamo ben altre aspettative”.
Un invito a nozze non solo per le massime istituzioni dell'Unione europea imperialista, le banche e i mercati finanziari che hanno festeggiato l'insediamento di Draghi a Palazzo Chigi coi listini in forte rialzo e lo spread ai minimi storici; ma anche per i vertici sindacali di CGIL, CISL e UIL, i quali, hanno offerto “la loro disponibilità fin da subito” a collaborare col governo e con l'associazione degli industriali valutando “molto positivamente” il governo del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista.
All'unisono: Landini, Furlan e Bombardieri, hanno espresso pieno sostegno e totale collaborazione con il premier banchiere massone Draghi per “aprire subito un confronto di merito con le parti sociali” perché, ha chiosato Landini: "La mossa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata una mossa di grande intelligenza e responsabilità che ha spiazzato le forze politiche. Mai come adesso abbiamo la necessità di fare sistema... Abbiamo bisogno di un governo nel pieno delle sue funzioni e di un maggior coinvolgimento delle parti sociali rispetto a quello avuto finora. Mi auguro che il nuovo esecutivo apra una fase nuova e diversa... Sarebbe un suicidio politico del nostro Paese non saper cogliere e non saper utilizzare la competenza e l'autorevolezza di Draghi per ridisegnare il futuro del nostro Paese facendo quelle riforme che rinviamo da anni”.
Mentre Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, va addirittura oltre e chiede: “con maggior forza uno stretto rapporto con le parti economiche e sociali del Paese, non tanto in un quadro di governance, ma di regolazione nel contesto del rapporto tra le parti. Serve un confronto rafforzato, settore per settore e missione per missione, e una regolazione pattizia su alcune tipologie di interventi, come gli ammortizzatori sociali e la partita fiscale”. Praticamente una cambiale in bianco nonostante che gli stessi vertici sindacali riconoscano che gran parte delle risorse del Piano nazionale di rinascita e resilienza (Pnrr) non saranno utilizzate per finanziare sanità, scuola, trasporti e risolvere tutti gli altri problemi strutturali emersi durante la pandemia, ma saranno indirizzate a sostegno dei grandi gruppi industriali del Nord che sono parte integrante delle filiere produttive europee. Mentre il Mezzogiorno e le aziende più piccole, ossia quelle che si rivolgono prevalentemente al mercato interno e definite “aziende zombie” dallo stesso Draghi, in un report del “Gruppo dei Trenta”, sono destinate a soccombere insieme alle centinaia di migliaia di lavoratori che vi sono coinvolti.
Insomma intorno al governo Draghi si è realizzata una grande ammucchiata “europeista” che comprende non solo quasi l'intero arco parlamentare ma anche le parti sociali, Confindustria, sindacati, associazioni di categoria pronti a dare mano libera a tutte le politiche di lacrime e sangue dettate dalla Troika imperialista europea e intensificare l'attacco dei padroni contro i lavoratori.
Sull'altare del rientro dal debito pubblico che ha ormai raggiunto livelli astronomici è facile immaginare che ancora una volta saranno sacrificate le pensioni, lo stato sociale, il reddito di cittadinanza, il blocco dei licenziamenti, il Sud, la cassa integrazione e l'avvio dei licenziamenti di massa. Tutto senza opposizione e con la piena complicità di Cgil, Cisl e Uil.
Pertanto il proletariato e le masse lavoratrici e popolari non hanno nulla da guadagnare dall'avvento del governo Draghi, che sarà al servizio del capitalismo, della grande finanza e dell'Ue imperialista come e ancor più del governo trasformista e liberale del dittatore antivirus Conte.
Le masse lavoratrici e popolari devono stare decisamente all'opposizione di questo governo e continuare a praticare la lotta di classe come unica e irrinunciabile arma per difendere i loro diritti, lottare per l'occupazione, i contratti, gli aumenti salariali e la tutela della salute. In sostanza per difendere gli interessi del popolo contro gli interessi della classe dominante borghese rappresentata dal governo del banchiere massone Draghi.
17 febbraio 2021