Ambiente, tutela del territorio e del mare
Roberto Cingolani
Ex direttore dell'Istituto italiano di tecnologia di Genova, già soprannominato il ministro della transazione, Roberto Cingolani, milanese di 59 anni, fisico, è l'uomo a cui Bebbe Grillo e i Cinquestelle si sono aggrappati per giustificare l'ennesimo voltafaccia e inaugurare la nuova poltrona del ministero per la Transizione ecologica (ex Ambiente più deleghe sull’energia) istituita appositamente per loro da Draghi.
In una intervista al Fatto quotidiano
del 19 febbraio scorso Cingolani ha rivelato che Grillo “Si è presentato qualche anno fa in istituto e ha esordito così: 'Ti abbiamo scansionato, sei pulito'. I grillini erano convinti che fossi il diavolo. Vennero in dieci a vedere cosa facevamo. Dovevano restare un’ora e mezza, se ne sono andati all’ora di cena... Io sono un non politico ma trovo che i 5Stelle abbiano avuto il coraggio di cambiare idea su di me. Grillo l’ho rivisto solo qualche giorno fa”. Per l'incarico da ministro “Mi hanno avvertito il giorno prima, di venerdì sera. Avevo un ottimo posto da dirigente in Leonardo, ma mi hanno spiegato che 'l’Italia viene prima di tutto’. Ho accettato, tanto resto un anno, un anno e mezzo, poi me ne vado”.
La verità è che i Cinquestelle hanno cambiato idea su tutto, hanno tradito la propria base, non hanno nemmeno provato a lottare contro Tav, Ilva e Tap e ora vorrebbero far credere che Cingolani, fino a poco tempo fa considerato il diavolo in persona e ora spacciato come una sorta di nuovo messia tecnologico sarebbe l'eroe in grado di “cambiare l'Italia dal punto di vista ecologico”.
Proprio lui: esperto di robotica, nanotecnologie, polimeri, elettronica e fisica quantistica che in qualità di responsabile Innovazione e Tecnologia è alle dipendenze del colosso mondiale Leonardo leader nella fornitura di sistemi d’arma (cacciabombardieri, fregate, sistemi di puntamento, addestratori, missili, ecc.) a regimi criminali e/o guerrafondai come, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Regno Unito, Israele, Stati Uniti ed Egitto?
Che credibilità può avere un ministro della Transizione ecologica che produce innovazione per un colosso di armamenti che insieme alla Francia fa parte del consorzio MBDA coinvolto nello sviluppo di vettori per testate atomiche sapendo benissimo che le attività militari sono tra le più pesantemente clima-alteranti e nocive.
Basti pensare che il solo apparato bellico statunitense inquina come 140 Paesi, oltre a commettere crimini e misfatti ai danni dei popoli.
Del resto lo stesso Cingolani recentemente ha dichiarato che: “Le rinnovabili…non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo… Il costo energetico di tutte le cose che desideriamo avere è molto elevato. Da un lato pretendiamo molto dalla tecnologia come se fosse tutto gratuito, dall’altro non vogliamo oleodotti, gasdotti, nucleare…”. Non solo. Secondo Cingolani anche la benzina è ancora molto efficace e insostituibile: “siamo lontani dal poter fare a meno dei veicoli a benzina. Inoltre abbiamo un’altra limitazione importante: serve un’infrastruttura di ricarica, come i benzinai, da trovare ogni 30 km. Ma a differenza dei benzinai dove il pieno si fa in un minuto, la ricarica della batteria può portare via 40 minuti”.
E ancora, nel 2018, ospite della Leopolda, esponeva a Renzi la sua idea di sostenibilità con queste parole: “l’ecosostenibilità nel lungo termine non ci sarà… lo scienziato deve analizzare le cose in maniera fredda e onesta”.
Inoltre va detto che Cingolani è anche portatore di un conflitto di interessi grande come una montagna perché da settembre dello scorso anno l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, lo ha nominato responsabile Innovazione e Tecnologia del colosso leader nei settori dell’aerospazio e produzione di armamenti e non certo sensibile ai temi ecologici e ambientali.
Non solo. Tra i dossier su cui il ministro dei Cinquestelle dovrà decidere a breve c'è l’ultimo capitolo di un lungo contenzioso proprio tra Leonardo e il ministero dell’ambiente sul vecchio progetto Sistri del valore di circa 90 milioni di euro. Nel 2009 l’allora ministero dell'Ambiente retto da Stefania Prestigiacomo (FI) commissionò alla Selex – poi inglobata in Leonardo e liquidata – la fornitura del sistema di tracciamento dei rifiuti speciali (il Sistri appunto) per il periodo 2009- 2014. Un fallimento totale, visto che quel sistema non è mai entrato in funzione e oggi non esiste più nonostante che fino al 2018 lo Stato ha sborsato ben 141 milioni di euro. Ciononostante la Selex ha fatto causa al ministero, il suo committente, per vedersi riconosciuto comunque l'intero importo del contratto, altri 190 milioni. Dopo anni in tribunale, si è recentemente deciso di transare
sulla quota fusa (88 milioni), ma l'ex ministro Costa si è invece rifiutato di cedere sui quasi 90 milioni di quella variabile. Cosa farà invece il neo ministro Cingolani, dipendente in aspettativa di Leonardo, che dovrà dunque decidere se resistere in giudizio o andare al Tesoro e chiedere di pagare (e quanto) il suo datore di lavoro?
Insomma Cingolani sarà il ministro della transizione o della transazione?.
Probabilmente è vero, come lui stesso afferma nella su citata intervista, che Cingolani non ha in tasca nessuna tessera di partito, ma è altrettanto vero che la base dei Cinquestelle tutt'oggi gli rinfaccia di essere stato ospite della Leopolda di Matteo Renzi, di aver frequentato la scuola di politica del “centro-destra” e di essere stato ancor prima un uomo della Lega di Bossi e di Tremonti promotore dell'Iit.
Molti dubbi ci sono anche sulla sua presunta “pulizia morale” certificata allo scanner da Grillo in persona. Da presidente dell'Iit risulta che Cingolani abbia assegnato fondi per 3,5 milioni al Laboratorio di nanotecnologie di Lecce, diretto dalla sua prima moglie e per questo ha subito ben 22 interrogazioni parlamentari, la prima nel 2009, con alla testa proprio i Cinquestelle che gli rinfacciavano di essere alla guida di “un carrozzone mangia soldi” tenuto in piedi con “le marchette agli amici degli amici”. Eppure il nuovo ministro è stato chiamato a gestire almeno il 37% dei fondi del Recovery Plan. Cosa sarà in grado di fare nel corso del suo mandato lo vedremo; ma di sicuro c'è che il nuovo ministero dei Cinquestelle è nato sulle ceneri del vecchio ministero per l'Ambiente poco gradito a Confindustria come dimostrano i continui attacchi del Sole 24 Ore che vorrebbe azzerare tutte le procedure di Valutazione di Impatto Ambientale.
La squadra dell’ex generale Sergio Costa, membro dei governi Conte in quota 5Stelle, è stata già rasa al suolo e a guidare la “transizione ecologica” col neo ministro Cingolani tornano i dirigenti che accompagnarono la torbida stagione di Gian Luca Galletti, politico Udc che fu a capo del dicastero con Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Capo di gabinetto sarà il consigliere parlamentare Roberto Cerreto, che ebbe lo stesso ruolo nel ministero per le Riforme di Maria Elena Boschi, che poi lo volle pure come capo dell'ufficio legislativo a Palazzo Chigi quando divenne sottosegretaria di Gentiloni. Da capo di gabinetto della Boschi, Cerreto si occupò fra l'altro anche della scrittura dell’emendamento sui giacimenti di Tempa Rossa chiesto dalle compagnie petrolifere per aggirare le resistenze della Regione Puglia e fu al centro dello scandalo che portò alle dimissioni dell’ex ministra dello Sviluppo Federica Guidi.
All’ufficio legislativo torna Marcello Cecchetti, professore a Sassari, giurista d’area Pd ma molto vicino a Renzi che da sindaco lo nominò in una commissione per studiare “una legge speciale per Firenze”. I due figli di Cecchetti – Luigi e Lucia – sono amici e sodali del boss di Italia Viva. Il vice di Cecchetti sarà l’avvocato Marco Ravazzolo, anche lui a suo tempo consigliere di Galletti, ma soprattutto dirigente di Confindustria, di cui finora è stato responsabile Ambiente con tutto l'ennesimo conflitto di interessi che ne consegue.
E pensare che i 5 Stelle in questi anni si sono vantati e non poco del fatto che Costa avesse imposto a tutti i dirigenti del ministero di tenere uno scrupoloso registro degli incontri coi lobbisti.
Si sono rimangiati anche questo!
24 febbraio 2021