Istruzione
Patrizio Bianchi

Nato a Copparo, in provincia di Ferrara, nel 1952, è stato assessore all’Istruzione, Università e Lavoro per i governatori Vasco Errani e Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna.
Dopo aver conseguito, nel maggio 1976, una laurea in Scienze Politiche con lode all'Università di Bologna ha perfezionato i suoi studi alla London School of Economics and Political Science con il professor Basil Yamey. In questo periodo ha operato presso la Price Commission britannica, seguendo un'inchiesta sul controllo dei prezzi nel settore del cemento, argomento a cui dedicherà il suo primo saggio, pubblicato nel 1980. Il che lo inquadra come “tecnico” e economista neoliberista di livello internazionale.
Nel 1980 diventa ricercatore presso la Facoltà di economia dell’Università degli Studi di Trento, per poi trasferirsi a Bologna due anni dopo. Nel 1986 vince la cattedra di professore associato, sempre a Bologna, e nel 1994 diviene professore ordinario di politica economica.
Nel 1998 è a Ferrara dove fonda la Facoltà di economia, ora Dipartimento di Economia e Management, in cui ricopre il ruolo di Professore ordinario di Economia e Politica industriale. All'Università di Ferrara è anche titolare della Cattedra UNESCO in "Education, Growth and Equality". È inoltre direttore scientifico dell'Ifab (Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano).
È eletto rettore dell'università ferrarese nel 2004, vedendosi riconfermare nell'incarico fino al 2010 quando riceve dal Presidente l'onorificenza di commendatore al merito della Repubblica Italiana. Ma anche per lui si sprecano gli incarichi: è docente anche di economia applicata presso l'Università Telematica Internazionale di Roma ed è stato anche responsabile del laboratorio di Politica industriale di Nomisma, oltre ad essere chiamato nel 1999 a guidare Sviluppo Italia.
Mille cattedre che gli valgono un ulteriore riconoscimento dalla Repubblica, il premio Lincei, del Ministero dei Beni Culturali per le Scienze Politiche e Sociali, nel 2015.
Bianchi è autore di 40 libri, 250 pubblicazioni, e viene definito un tecnico che però, come tutti del resto, è fuso a doppio filo con la politica borghese - anche perché nei numerosi incarichi dirigenziali il professor Bianchi si allinea sempre e comunque alle posizioni istituzionali – ed è notoriamente vicino all’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, con cui si è laureato e di cui è amico di vecchia data.
Alle cattedre infatti si sommano gli incarichi politici: è stato assessore alle politiche europee per lo sviluppo, scuola, formazione, ricerca, università e lavoro della Regione Emilia Romagna dal 2010, per due mandati, sotto la guida dei presidenti PD Vasco Errani e Stefano Bonaccini fino al febbraio del 2020. Dal giugno 2018 è anche vicepresidente della Commissione intermediterranea (Cim) della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime.
Dall’aprile al luglio 2020 è stato coordinatore del Comitato degli esperti del Ministero dell’Istruzione e ha coordinato la task force ministeriale, formata dall’allora Ministro dell'istruzione Lucia Azzolina, per coordinare e gestire la ripartenza dell'anno scolastico 2020-2021 durante la pandemia il cui piano è però stato accantonato dal Governo Conte 2.
A margine del giuramento, Patrizio Bianchi ha affermato: "Dobbiamo fare una scuola nuova, ce la faremo tutti insieme”. Non ci è dato sapere però di quale tipo di scuola parla, ma sicuramente l'allineamento e l'esperienza, la capacità di sguazzare come un pesce nell'acqua per quasi un trentennio in piena sintonia con tutti i governi che si sono succeduti, e che hanno percorso la stessa linea di smantellamento della scuola e dell'università pubblica, da Berlinguer alla Moratti per arrivare ad Azzolina, passando per la Giannini e la Fedeli, ci dicono già che siamo di fronte senz'altro a un accademico, ma anche a un uomo delle istituzioni, neoliberista di stampo democristiano dal quale non possiamo aspettarci nulla di buono per la scuola pubblica, per l'università e per, più in generale, il diritto allo studio che oggi a differenza di quanto è proclamato, è ridotto, parziale, e per alcuni inaccessibile.

24 febbraio 2021